FAENZA - Sono stati condannati tutti e sei i cittadini islamici accusati dalla Procura di Bologna di aver creato una cellula jihadista tra le Due torri, Imola e Faenza (con l'obiettivo di supportare eventuali azioni terroristiche all'estero): l'imputazione per tutti era di associazione eversiva con finalita' di terrorismo internazionale. Mercoledì, nella requisitoria finale, il pubblico ministero Luca Tampieri aveva chiesto per i sei imputati 41 anni complessivi di carcere.
Giovedì mattina è arrivata la sentenza della Corte d'Assise con condanne per tutti, a 37 anni e quattro mesi in totale: otto anni e due mesi (a fronte di una richiesta di nove anni) per Khalil Jarraya come promotore della cellula, sette anni (su otto) a Walid Kammoun e Mohammed Chabchoub come organizzatori; cinque anni e due mesi (su sei anni) per Hechmi Msaadi, accusato anche di aver truffato assicurazioni automobilistiche per finanziare l'organizzazione; cinque anni, come richiesto dal pm, per Chedil Ben Bergaoui e Mourad Mazi. "Naturalmente non siamo assolutamente soddisfatti- commenta l'avvocato Desi Bruno, difensore di quattro dei sei islamici condannati- si sono presi 70 giorni per le motivazioni della sentenza ma riteniamo che in questa inchiesta ci siano molte parole e nessun fatto concreto". Quindi, spiega Bruno, "andremo sicuramente in appello". Se anche sono stati sequestrati documenti "ideologicamente molto orientati", sottolinea Bruno, "una struttura terroristica non c'e' assolutamente". Tra i sei condannati, Chabchoub e' quello che mercoledì nel corso dell'udienza conclusiva è stato allontanato dopo aver lanciato una scarpa contro un ispettore della Digos che aveva appena testimoniato. (Dire)
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