venerdì 9 luglio 2010

LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON VA AL MACERO




CON I TAGLI: UN  INSEGNAMENTO “TRASFORMARE NECESSITA’ IN VIRTU’” COME NELLA SCUOLA, ALLA FINE UNA RIFORMA PER UNA SCUOLA MIGLIORE.
La riforma della Pubblica amministrazione va avanti e anzi, sarà incrementata nonostante le misure di contenimento previste dalla manovra che domani sarà votata al Senato. Ad affermarlo e’ l’autore stesso della riforma della Pubblica amministrazione (legge 150) il ministro Renato Brunetta in occasione della firma di un protocollo d’intesa per l’ottimizzazione della produttività e la realizzazione di programmi di innovazione digitale con l’Inpdap. "Ai poveri di spirito i quali dicono che la riforma Brunetta va al macero, rispondo vedrete che cosa succederà, saranno le singole amministrazioni e i singoli dirigenti a realizzarla perché ne hanno bisogno". Il ministro della Funzione pubblica ha inoltre rilanciato la sfida di attuare la riforma "in una condizione piu’ esaltante: aumentare la qualità e la quantità dei servizi con minori risorse. In un momento come questo, difficilissimo, in cui ci sono pochi soldi e per i prossimi tre anni non ci sarà il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici, la riforma va incrementata". Brunetta, infatti, ha spiegato che a disposizione c’e’ una grande quantità di risorse "una massa salariale di 170 mld di euro che non e’ poco, la produttività sarà aumentata in maniera rilevante e il merito sarà premiato ridistribuendo la massa accessoria contenuta nei 170 mld di euro". Il ministro ha inoltre aggiunto che con il blocco degli stipendi "abbiamo semplicemente saltato un contratto che vale mediamente 6 mld di euro sui 170 mld erogati per pagare gli stipendi dei 3 mln 650 mila dipendenti pubblici. Basta con questa vecchia impostazione che o ci sono i soldi in più, oppure le cose non possono funzionare le cose possono funzionare meglio con le risorse esistenti". L’austerity economica, dopo la finanza allegra della sinistra, ha colpito i ministeri, cioè l’amministrazione centrale. Scuola, Difesa, Interni, Esteri, Sviluppo economico, Ambiente, Cultura, tutti hanno fatto la loro parte, riuscendo anche trasformare necessità in virtù. Basta ricordare i “tagli alla scuola”, che si sono alla fine tradotti in una riforma per una scuola migliore. 

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