"La nuova amministrazione comunale questa sera porterà all'attenzione del Consiglio una delibera con la quale si chiede di rinnovare gli organi della consulta dei cittadini stranieri extra comunitari per risparmiare i costi di una nuova elezioni, essendo la Consulta decaduta con il precedente Consiglio Comunale, e per non interrompere una fase istitutiva iniziata appena un anno e mezzo fa - riferisce Raffaella Ridolfi del gruppo consiliare Pdl - Su questa proposta di delibera il Gruppo del Pdl ha nuovamente avanzato l'ipotesi di smantellare la Consulta ed inserire i cittadini stranieri nei comitati di quartiere che dovranno essere istituiti al posto delle circoscrizioni". L'ennesima richiesta di eliminazione della Consulta nasce dalla constatazione dei costi della stessa che per due anni di attività ammontano a circa 30.000 euro così suddivisi:
A -12.300 per le elezioni della consulta comprensivi di 5.000 euro per gli straordinari dell'ufficio elettorale, 3.500 euro per la campagna informativa, 3.000 euro per traduzioni, 800 euro per spese postali;
B- 7.500 euro all'anno per due anni per un servizio di accompagnamento temporaneo –
C- tutoraggio affidato alla coop Ricercazione per un totale dei 15.000 euro e 1.000 da destinarsi ai beni di consumo; vi è poi la sede comunale a disposizione della Consulta ed i costi degli uffici comunali che hanno lavorato al progetto ad esempio per la stesura del regolamento che non sono quantificabili.
A fronte di tale spesa visto il report delle attività intraprese dalla stessa Consulta che sono oggettivamente molto ridotte è palese l'inutilità e la dispendiosità di questo organismo, così come è evidente che la veloce istituzione della stessa e la sua elezione fossero fatte a mero scopo propagandistico ed elettorale, tant'è che visti i costi e la difficoltà di gestione oggi evidenti la stessa Giunta Casadio se si fosse soffermata un attimo di più sulla questione avrebbe capito la necessità di lasciare in carica il primo comitato eletto della Consulta per almeno due legislature invece di prevederne lo scioglimento dopo solo un anno e mezzo.
Rispetto poi all'attività della Consulta e soprattutto al lavoro svolto dalla coop Ricercazione questo si è concretizzato, in base alle informazioni fornite dall'Assessore Bandini, soprattutto su attività burocratiche tese per lo più ai ricongiungimenti familiari, alle traduzioni e a pratiche burocratiche che normalmente svolgono gratuitamente i patronati.
Vi sono poi tutte le contraddizioni interne allo stesso regolamento della Consulta che sono tanto più stridenti se si mettono a confronto con il documento di indirizzi votato nel 2009 dal Consiglio Comunale per istituire i Comitati di quartiere: vi sono disparità di poteri tra i due del tutto ingiustificati perché ad esempio i membri della Consulta possono essere invitati a parlare in Consiglio ed esprimono parere obbligatorio su tanti atti di competenza della stessa amministrazione mentre per i comitati di quartieri è prevista solo la partecipazione alle sedute della Giunta comunale, che non sono pubbliche, e alle commissioni consiliari mentre è negata la possibilità di intervenire in Consiglio.
Apprezziamo comunque l'atteggiamento tenuto dall'assessore Bandini che si è detto disponibile a riaprire la discussione sulla proposta delle forze di Minoranza sull'integrazione dei cittadini stranieri nei comitati di quartiere, riteniamo però che un discorso serio sull'integrazione, rinnovato e scevro da considerazioni partitiche, non possa partire dalla necessità di sciogliere un organismo che ha dimostrato in breve tempo tutti i suoi limiti ed inefficienze e che amministrativamente dal punto di vista amministrativo ha costi che non possiamo permetterci. Chiediamo lo scioglimento di un organismo che ha dimostrato di non essere capace di dare risposte vere al problema dell'integrazione non riuscendo a mettere in comunione cittadini italiani e stranieri su problematiche e necessità condivise. Secondo il gruppo consiliare del PDL l'unica e vera possibilità di integrazione è la condivisione dei problemi e delle necessità e vi è la ferma convinzione che la futura costituzione del comitati di quartiere possa essere l'occasione giusta e lo strumento giusto per raggiungere questo obiettivo - conclude la Ridolfi.
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