IL 14,2% DEL BILANCIO EUROPEO A CARICO DELL’ITALIA, RICEVE SOLO IL 7,92%
Nel linguaggio europeo vengono definiti "contribuenti netti": si tratta della pattuglia minoritaria di quei Paesi che, nell'Europa a 27, danno di più in termini di contributi rispetto a quello che ricevono in termini di aiuti e di fondi. Nel 2009 l'Italia ha contribuito staccando un assegno pari al 14,2% del bilancio comunitario e ha ricevuto fondi pari al 7,92% della torta complessiva, con un saldo negativo di 5 miliardi di euro che, secondo le ultime stime, dovrebbe arrivare a 6 miliardi nel 2013. La Germania (6,3 miliardi) e la Francia (5,8 miliardi) hanno un saldo negativo maggiore del nostro, ma solo in termini assoluti: infatti il nostro ritorno tra dare e avere è di appena il 50%, come Berlino ma più basso di quello di Parigi, che recupera oltre il 60%. Tra i beneficiari netti figura la Spagna, che contribuendo con il 9,6% ha "guadagnato" 1,2 miliardi. L'Italia è praticamente da sempre e ogni anno di più non soltanto il terzo contribuente dell'Unione ma anche il terzo in termini assoluti a dare più miliardi di quanti ne riceva. Una considerazione questa che, in aggiunta a tante altre (dalla solidità delle banche alla ricchezza privata), è l'ennesima conferma di quanto sia ingiustificato il tiro al bersaglio del quale siamo oggetto. Ultima nota a margine: sull'Italia è stato scaricato il 18% del peso complessivo di misure per tirare fuori la Grecia dai guai e il nostro paese garantisce 78 dei 440 miliardi teorici del fondo salva-Atene. Soldi che con una singolare partita di giro fanno comodo soprattutto alle banche francesi e tedesche, che detengono la gran parte del debito ellenico. Un meccanismo perverso, da Robin Hood alla rovescia, se l'Italia è così mal messa come si vuole far credere. Ma evidentemente fa comodo così agli attuali padroni del vapore europeo, così solerti nello scaricare sull'Italia e sui suoi conti anche i loro problemi.
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