AZIMUT E LA BUROSCRAZI HA ALLUNGATO I TEMPI
UNA BRUTTA storia che ha bisogno di chiarezza. Maria Lardieri, 79 anni, è rimasta sola e ha un unico desiderio: riportare a Ravenna la salma di sua figlia Giovanna, deceduta il 28 febbraio 2009 all’età di 53 anni a Ravenna, ma sepolta a Caposele in provincia di Avellino. La vicenda inizia il 27 giugno quando l’anziana, tramite uno studio tecnico, presenta la richiesta per ottenere in concessione un loculo nel cimitero. In pratica Azimutrisponde che non ci sono problemi, ma che il loculo richiesto avrebbe potuto essere concesso solo quando fosse stata certa la data di arrivo della salma. Così la donna presenta, come richiesto, anche l’istanza di tumulazione nel loculo che avrebbe acquistato in concessione quando stabilita la data di arrivo della salma. Il 4 ottobre, in seguito al disbrigo delle pratiche di trasporto della salma concordate con un’impresa ravennate di pompe funebri ed essendo certo che sarebbe arrivata a Ravenna lunedì 10 ottobre, il tecnico si reca presso gli uffici di Azimut per ottenere la concessione. Gli viene però risposto che la pratica era stata bloccata perché i loculi a disposizione sono solo per salme ‘fresche’contraddicendo così quanto affermato il 27 giugno. «NON RIESCO a credere a quello che è successo — racconta la Lardieri — sono affranta per non dire altro. A quanto ho capito, in attesa di nuove costruzioni, hanno deciso di tenere i loculi a disposizione di chi deve ancora morire. Una decisione che comunque non avrebbe dovuto essere valida per chi, come me, ha ricevuto la promessa di ottenere un loculo per la salma della propria figlia. Ho maturato una legittima aspettativa e mi sono impegnata anche economicamente affidandomi a uno studio tecnico e a un’impresa di pompe funebri per effettuare tutte le pratiche burocratiche
necessarie nei due cimiteri». Ora è giunta la ricorrenza dei morti e la signora Lardieri non può avere vicino a sè la figlia. Come si spiega l’atteggiamento contraddittorio tenuto da Azimut? Vigendo nell’Unione Europea la libera circolazione dei cittadini è corretto che sia introdotto a Ravenna il divieto di circolazione delle loro salme? Siccome nessun servizio pubblico dovrebbe prescindere dagli aspetti umani, si giustifica che a Ravenna, notoriamente ‘città aperta’ a ogni genere di immigrazione, una persona destinata a ricongiungersi con la propria anziana madre possa farlo solo se in vita o morta da poco?». Anche Maria Lardieri aspetta al più presto una risposta per potere portare finalmente un fiore sulla tomba della propria figlia, sepolta a 660 chilometri di distanza. di MATTEO ALVISI Resto del Carlino
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