martedì 31 luglio 2012
I NOSTRI DIPENDENTI (SI) VOTANO LA LEGITTIMAZIONE A TRADIRCI DAL GIORNO DOPO IL VOTO!
ESEMPI DI VOLTAGABBANA DA SOPPRIMERE
(POLITICAMENTE)
Maggioranza bulgara in
Parlamento per difendere i voltagabbana.Il Senato non approva,
anzi affossa la proposta di legge anti “voltagabbana”, quella
che avrebbe dovuto mettere un argine al cambio di casacca dell’onorevole
durante la legislatura. Norma che avrebbe portato un effetto collaterale non
irrilevante: rendere più difficile, il cosiddetto “mercato
dell’onorevole”. Se fosse passata la norma, l’onorevole che
fuoriusciva da un partito si sarebbe dovuto accomodare nel gruppo misto
rinunciando a passare in modo organico da opposizione a governo
(e viceversa) o peggio ancora formando già in Parlamento un partito tutto suo.
È stato ricordato che il fenomeno dei voltagabbana nel corso
dell’attuale legislatura ha registrato cento casi, vale a dire
un parlamentare su ogni dieci. Eppure solo 45 senatori su 281 votanti.
Il Senato non approva. Una
maggioranza enorme che apprezza i voltagabbana. il fazioso
lunedì 30 luglio 2012
E IO PAGO: 206 MILIONI D IEURO DALLA CASTA PER GLI YACHITING CLUB E AERO CLUB PRIVATI (CHISSA SI CHI????)
Fosse solo per gli ottocentomila euro della scuola Bosina, quella della consorte
di Umberto Bossi, quasi
non ci sarebbe da scandalizzarsi. Il problema è che con la legge mancia 2.0,
ora pomposamente chiamato Fondo per la
tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del
territorio, i parlamentari italiani sono riusciti addirittura a finanziare l’aeroclub della Costa Smeralda, lo Yachting Club di Como, un parco
termale in provincia di Siena. Questi nuovi dettagli emergono da un corposo
studio effettuato dalla Corte dei conti sul
nuovo look della legge utilizzata dai parlamentari per finanziare piccoli e
grandi opere nel loro collegio, che è stata riformata nel 2008 da Giulio
Tremonti. Cambiato il nome, la sostanza resta quella: i singoli parlamentari
indicano i loro desiderata, le commissioni
Bilancio di Camera e Senato stilano un elenco, il ministero dell’Economia a mettere a
disposizione le cifre. Cifre che sono tutt’altro che trascurabili: 105,5
milioni di euro nel 2009, 130 milioni nel 2010, 30 milioni per il 2011: totale
265,05 in totale. Altri 50 sono già a disposizione per le esigenze di deputati
e senatori per il prossimo anno. I
magistrati contabili hanno analizzato la gestione del “Fondo” e, nella loro
relazione, rilevano una serie di «criticità», in parole povere
massacrano lo strumento e l’uso che ne hanno fatto i politici.
A PROPOSITO DI PROVINCE: LA REGOLA DEL DUE…..DEL TRE. L’IDIOZIA DI QUESTI POLITICI SI SUPERA OGNI GIORNO
Sembrava strano che il
sacrosanto taglio delle province fosse stato definitivamente
accettato e digerito. D’altronde, in un paese normale, nessuno piange per la
dipartita della BAT (la Barletta-Trani-Andria) o dell’Ogliastra con il suo
doppio capoluogo Tortolì-Lanusei. Puntualmente, infatti, ecco che i nostri
politici tornano alla carica, stavolta con un emendamento bipartisan
(firmatari Paolo Giaretta del Pd e Gilberto Pichetto
Fratin del PdL) alla spending review. Tenetevi forte, perché neppure
nell’immaginazione più profonda si sarebbe potuta partorire la “Regola
del Due”. Di che si tratta? Semplice: nessuna regione
ordinaria potrà avere meno di due province. Questione di campanili,
certo, ma anche di voti da raccogliere alle prossime elezioni. A salvarsi
sarebbero tre degli enti rottamati: Terni, Matera e Isernia.
Si dice che il governatore molisano Iorio (di Isernia,
appunto) sia stato attivissimo nel tutelare gli 87 mila abitanti della sua
provincia, mentre a sinistra avrebbero fatto i salti mortali per salvare Matera
e Terni (200 mila abitanti). Peccato che Varese, Monza Brianza e Padova
(che di residenti ne hanno il triplo e il quadruplo delle tre risorte)
non saranno recuperate.
Per loro, il cimitero è pronto. Sembra, dunque, che senza Terni, Matera e
Isernia non si possa fare a meno. E come se non bastasse, il senatore Domenico
Benedetti Valentini (PdL) ha colto l’occasione per proporre la “Regola
del Tre”: fare in modo che per ogni corte d’Appello ci siano tre
tribunali. A salvarsi sarebbe anche Spoleto, che ovviamente è
la città del senatore Benedetti Valentini. D’altronde è impensabile
che a Spoleto non ci sia un tribunale, deve aver pensato il pidiellino. E’ la
solita storia: ogni volta si annunciano cambiamenti epocali all’insegna del
rigore e della serietà.
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sabato 28 luglio 2012
IL CONSIGLIO PROVINCIALE APPROVA UN ORDINE DEL GIORNO PER LA PROVINCIA ROMAGNA
GALASSINI NON HA PARTECIPATO AL VOTO ED E’ USCITO DALL’AULA
Il consiglio provinciale ha
approvato a maggioranza un ordine
del giorno per l’accorpamento della Provincia di Ravenna in ambito romagnolo
presentato dai capigruppo Tiziana Bandoli (Pd),
Massimo Mazzolani (Pdl) e dal
consigliere Paolo Pirazzini (Pd). Contraria la Lega Nord. Astenuti i
gruppi Fds e Sel. Non ha votato il presidente del consiglio provinciale Gabriele
Rossi (Idv), e Vincenzo Galassini
(Pdl) è uscito dall’aula. Il presidente della Provincia Claudio Casadio ha
aperto la seduta: «È opportuno e istituzionalmente corretto che il consiglio si
pronunci sull’ipotesi di riordino territoriale delle Province. Questa è la
posta in gioco adesso. I tempi sono davvero stretti. Siamo dunque chiamati a
compiere una scelta storica alla quale non possiamo e non dobbiamo sottrarci.
Tutto il resto – quante e quali funzioni, governo di primo o secondo grado,
potrà essere discusso poi e potrà cambiare in corso d’opera – ma il riordino
territoriale su cui dobbiamo pronunciarci oggi disegnerà il profilo dei nostri
territori per i prossimi decenni. La massa critica delle nostre politiche ha
come riferimento l’area vasta romagnola; i Sindaci e tutte le forze economiche
e sociali che abbiamo consultato nei giorni scorsi hanno espresso consenso
unanime all’ipotesi di accorpamento delle province romagnole. Un passaggio,
questo, che non è ostativo rispetto all’idea di una regione Romagna. Abbiamo
registrato una grande coesione che non è un dato scontato e che ci deve indurre
a non subire il cambiamento ma a governarlo. La revisione degli ambiti
provinciali si farà comunque, giusto o sbagliato che la si giudichi, dobbiamo
esserne protagonisti, trasformando un vincolo in un’opportunità di cambiamento
positivo».
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BAZZONI: AVREMO PREFERITO LA REGIONE ROMAGNA MA ORA AVANTI CON LA PROVINCIA UNICA
"Il documento approvato ieri con i voti di
Pd, Pdl, Udc a sostegno della Provincia unica della Romagna - dichiara il
consigliere regionale Pdl, Gianguido Bazzoni - costituisce un importante passo
in avanti verso quel riordino istituzionale che da tempo il Popolo della
Libertà chiede con forza e a tutti i livelli. Basti pensare alle continue
sollecitazioni dell'on. Giancarlo Mazzuca fino alle prese di posizione in
Regione, in Provincia, nei Comuni". "Ripetiamo da tempo - prosegue Bazzoni
- che per motivi storici, culturali, economici si doveva optare con
decisione per la Regione Romagna- Il Pd, in particolare, ha perso tempo
prezioso in inutili difese di poltrone, senza mai affrontare in concreto il
tema della Regione Romagna.
Ora la Provincia unica va considerata un importante passo in avanti verso il
contenimento della spesa pubblica, il riordino delle competenze, speriamo verso
quello snellimento burocratico da più parti invocato. Vi sono temi, come la sanità, il turismo, le
infrastrutture, l'università, lo sport dove è necessaria una regia unica per
uscire dal pantano nel quale Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini si trovano da
decenni. Succubi dell'Emilia, senza la minima attenzione verso un territorio
che ha grande potenzialità.
Il mio auspicio è che ora si proceda con celerità e rispetto delle disposizioni del governo in materia di accorpamento delle Province. Lo chiedono i conti in rosso dello Stato, ma lo chiedono soprattutto i cittadini, costretti a grandi sacrifici dalla difficile situazione economica. A loro dobbiamo scelte coraggiose. La Regione Romagna sarebbe stata - come detto - l'opzione numero uno. Ma come si dice in romagnolo piotost che gnint l'è méi piotost. Piuttosto che niente è meglio piuttosto."
Il mio auspicio è che ora si proceda con celerità e rispetto delle disposizioni del governo in materia di accorpamento delle Province. Lo chiedono i conti in rosso dello Stato, ma lo chiedono soprattutto i cittadini, costretti a grandi sacrifici dalla difficile situazione economica. A loro dobbiamo scelte coraggiose. La Regione Romagna sarebbe stata - come detto - l'opzione numero uno. Ma come si dice in romagnolo piotost che gnint l'è méi piotost. Piuttosto che niente è meglio piuttosto."
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venerdì 27 luglio 2012
ARRIVA UNA NUOVA ROTONDA MA RIMANE INALTERATO IL PROBLEMA DEL TRAFFICO DI VIA GALLO MARCUCCI
Tratto da Faenza
Net. -Eccovi l'ennesima rotonda di Faenza. E' stata
approntata ieri ed è da oggi in vigore tra via Oberdan e viale Veneto. Si
fa molto bene, sicuramente garantisce maggiore sicurezza obbligando a ridurre
sensibilmente la velocità,, l'unico dubbio è l'attuale raggio interno che
appare un po' troppo largo ed andrebbe ristretto (ma siamo ancora nelle
'prove') Proprio stamattina abbiamo anche ripreso la vittima del primissimo
incidente sul nuovo incrocio: alle 7,30 un'auto guidata da una coppia di
extracomunitari non ha dato la precedenza a chi occupava la rotonda ed ha
subito un leggero danno all'autovettura. Sotto vedete un paziente vigile urbano
mentre probabilmente spiega come bisognava comportarsi nell'affrontarla....
TURISMO DATI IN CALO NEL MESE DI GIUGNO E NEL PRIMO TRIMESTRE: C’ERA D’ASPETTARSELO
CRESCITA
A BRISIGHELLA E CASOLA VALSENIO E NELLA BASSA ROMAGNA. CHE TURISMO PUO’ ESSERCI
NELLA BASSA ROMAGNA?
Giugno in frenata per quanto riguarda il turismo sul
territorio provinciale: si conferma dunque, spiega la Provincia, "la
difficoltà di questo primo semestre 2012 anche per il settore sia a
pure con elementi di diversificazione all'interno del territorio".
Rispetto al dato nazionale di giugno, diffuso da Federalberghi, che segnava un
- 8,2% sul mercato straniero e un - 7,1% su quello italiano, la nostra
provincia registra un calo più contenuto pari al - 6,35. Il dato provinciale
mensile è di 1.199.329 presenze, inferiore al giugno dello scorso anno, quando
il dato beneficiò della Pentecoste che mobilita il mercato straniero, in
particolare di lingua tedesca. Il dato periodo gennaio-giugno registra un calo
del 4,68%, significativo comunque il dato delle presenze del semestre:
2.112.655. Gli arrivi, in giugno, sono stati 237.342 ( - 3,58% sul giugno
dell’anno scorso). Cervia
registra una lievissima crescita dello 0,90% nel dato arrivi ma si abbassa il
numero complessivo dei giorni di vacanza. Di conseguenza, il dato presenze
registra una flessione mensile intorno al 4%. Il dato periodo, in
flessione sul 2011, registra un - 3,70% con un totale di 1.107.235 presenze nel
primo semestre 2012. Il Comune di Ravenna
totalizza 872.000 presenze nel primo semestre 2012. E’ questa la realtà che ha
più risentito del deflusso estero. Cede, nel periodo, il 4,70% di presenze
nella città d'arte e il 5,54% nel comparto lidi. La Bassa Romagna, con numeri assoluti più ridotti, si segnala per un
primo semestre 2012 positivo: + 5,75% sia negli arrivi che nelle presenze. Flessione anche nelle Terre di
Faenza, dove però si registrano incrementi a Casola Valsenio e a Brisighella,
che chiude il periodo gennaio-giugno 2012 con oltre 1.700 presenze in più sullo
stesso semestre 2011 e una crescita pari al 13,08%. Per quanto
concerne il tipo di alloggio scelto dai turisti, i dati registrano la frenata
delle strutture alberghiere tradizionali, e la crescita di bed and breakfast,
agriturismi, campeggi. Dato positivo per gli alloggi turistici con +22,89 % di
presenze nel semestre grazie all’impennata di giugno (+ 94,85%).
RIDUZIONE DELLA SPESA: SIAMO SUL BARATRO E TUTTI CHIEDONO, COMUNI, PROVINCE, REGIONI E MINISTERI, SAPEVANO E SANNO, CHE BISOGNA TAGLIARE NON HANNO FATTO NULLA HANNO CONTINUATO SOLO A SPERPERARE!
SIAMO UN POPOLO DI DEFICENTI (E SIAMO PURE INCAPACI DI MANDARVI
A QUEL PAESE)
E’ ufficiale, siamo un popolo di
deficienti. Sì, bisogna riconoscerlo. Per i politici che ci governano (Comuni,
Province, Regione, Governo) dei deficienti con l’anello al naso utili soltanto
per mantenere e ingrassare questa casta. Basta. Null’altro. E siamo un popolo
di deficienti perché ancora oggi ci permettiamo di ascoltare un Pierferdi Casini
vantarsi di essere stato il primo ad accorgersi che Berlusconi era il grande
ingannatore degli ultimi vent’anni. Lui, il Pierferdi, fondatore del CCD
insieme a Mastella e Ombretta Fumagalli Carulli (mitica sottosegretaria alla
Protezione Civile in tailleur e foulard al collo). Tre ragazzi CocCoDé in fuga
a gambe levate da una DC agonizzante e subito accolti da Silvio Berlusconi.
Lui, il Pierferdi, che sempre grazie al grande ingannatore é arrivato ad
occupare la terza carica dello Stato. Lui, il Pierferdi, eterno aspirante alla
guida di quel centrodestra che il Cav non vuole mollare. Deficienti, anche,
perché tutt’oggi assistiamo con apprensione al grande dibattito sulle riforme.
Accettiamo un governo “di saggi”, senza mandato popolare, al quale é stato
affidato il compito di regolare i conti e modernizzare il paese. Dopo quasi
vent’anni, ancora inutili parole, dibattiti e discussioni, campagne elettorali
tutto in nome e per conto della grande riforma istituzionale e tutti sappiamo
come è la situazione delle istituzioni. Spendere, spendere, super compensi,
indennità e rimborsi, un casino…… Deficienti… un popolo di deficienti che
ancora si rode il fegato nel leggere i conti in tasca che Rizzo e Stella fanno
ormai da anni al carrozzone Italia. Siamo sempre più poveri e ci raccontano che
siamo alla bancarotta. Per colpa di quello o di quell’altro, mai per colpa
loro. Ci chiedono sacrifici e non ne fanno. Anzi spendono… ancora, buttano i
soldi non solo nascondendoli sotto la panca come la Lega ha insegnato e come
Lusi ci ha descritto. No, quel poco che resta lo si butta dalla finestra, e
predicando il virtuosismo si finanziano le spese più strane i “Maori”, il festival
di musica, la Festa del Parco, la corsa campestre, la 100 Km, le partecipate decotte e fallite, ci teniamo le Province, no
siamo capaci di toglierle dalla costituzione visto A B C sembrano tutti
d’accordo, ecc. ecc.
Perché si… é vero: siamo un
popolo di deficienti e siamo pure incapaci di mandarvi a quel paese.
giovedì 26 luglio 2012
CE LA FAREMO AD ELIMINARE LE PROVINCE: PROVINCIA UNICA, NON POTRA’CHIAMARSI ROMAGNA
“LA PROVINCIA UNICA NON POTRA’ CHE
CHIAMARSI ROMAGNA PER RAGIONI STORICHE CULTURALI ED ANCHE PER DARE UN PRIMO
RICONOSCIMENTO A COLORO CHE PER DECENNI SOSTENGONO LA PECULIARITA’ DELLA
ROMAGNA” DICE LOMBARDI CONSIGLIERE REGIONALE PDL.
"Non sono voluto intervenire sino ad ora sul
tema, in primo luogo perché fino a ieri la normativa sulla abolizione o
accorpamento delle province era in piena evoluzione ed in secondo luogo perché
una parte importante del percorso istituzionale previsto, passerà anche dalla Commissione
Regionale che presiedo, e quindi non volevo in alcun modo strumentalizzare
questo ruolo". Inizia così l'intervento di Marco Lombardi, consigliere
regionale del PdL, sul tema della Provincia Unica che tanto sta facendo
discutere in questi giorni tutta la Romagna."Oggi però la vicenda è andata
talmente avanti che ritengo opportuno in ogni caso contribuire in qualche modo
al dibattito. Innanzi tutto noi addetti ai lavori, e mi riferisco alla politica
ma anche alle associazioni di categoria, ai sindacati ed in genere agli
"opinion leader" della società civile, non dovremmo alimentare
aspettative esagerate nell'opinione pubblica perché alla resa dei conti
verranno smentite dai fatti ed oggi non ci possiamo permettere di continuare ad
illudere la gente. Una riforma istituzionale della nostra Repubblica era
indispensabile, ogni risparmio nel funzionamento dello Stato è utile e tagliare
qualche costo della politica è quanto mai opportuno, però la gente deve sapere
che domani mattina l'abolizione o l'accorpamento delle province procurerà in
Italia un risparmio di circa 50 milioni di euro e non di miliardi di euro come
spesso si sente dire e la Provincia unica comporterà semplicemente un risparmio
per Consiglieri,Assessori e Presidenti, di circa 900.000 euro" continua
Lombardi. "Fatta questa premessa, veniamo all'accorpamento delle tre
province romagnole. Intanto va detto che l'accorpamento non è obbligatorio,
perché potremmo anche portare la necessità dei tagli alle estreme conseguenze e
pensare che nel caso nostro le province potrebbero essere semplicemente abolite
senza necessità di alcun accorpamento. Se viceversa si accede all'ipotesi di
accorpamento, che comunque costerà più della completa abolizione, questo a mio
avviso avrà un senso solo a determinate condizioni. La Provincia unica non
potrà che chiamarsi Romagna per ragioni storiche culturali ed anche per dare un
primo riconoscimento a coloro che da decenni sostengono la peculiarità della
Romagna".
mercoledì 25 luglio 2012
SALVAGUARDARE L’IDENTITA’ FAENTINA DEL LICEO GAETANO BALLARDINI.
IL SINDACO CASADIO SI ERA ESPRESSO IN MODO CONTRARIO!
L'ipotesi di aggregare sotto un'unica presidenza
scolastica il liceo d'arte "Gaetano Ballardini" di Faenza e gli altri
licei artistici presenti in provincia di Ravenna è sicuramente un'idea
suggestiva e ha una sua logica organizzativa - sottolinea in una nota
l'Amministrazione comunale manfreda, ricordando
però che ad essa si era espressa in modo contrario la precedente
Amministrazione della città.
"Per decidere è necessario valutare
correttamente gli elementi di forza e quelli problematici di tale proposta -
afferma il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi -, anche se la priorità delle
priorità è e resta l'aspetto identitario del "Ballardini", ovvero il
suo legame con la città, fatto di relazioni e di confronti continui tra il
liceo, il Museo internazionale delle Ceramiche, le botteghe artigiane e d'arte,
la biblioteca e la vita attuale della comunità, tutti elementi chiave
dell'identità faentina." "Siamo consapevoli delle difficoltà che
attraversa anche il sistema scolastico nazionale - aggiunge Malpezzi -, per cui
è senz'altro una strada giusta quella di un progetto integrato, che, a nostro
parere, per quanto riguarda il "Ballardini" è quello di rafforzare il
modello liceale, che vede nel liceo "Evangelista Torricelli", uno dei
più virtuosi d'Italia secondo una recente indagine di un autorevole giornale nazionale,
il quale può benissimo aggiungere a classico, scientifico, linguistico e delle
scienze umane, il liceo artistico." "In questi mesi - prosegue il
primo cittadino manfredo -, su indicazione del Tavolo delle Imprese, abbiamo
valutato l'ipotesi che il "Ballardini" ritorni ad essere un istituto
professionale per l'arte ceramica, per favorire una più mirata formazione
tecnica degli studenti." "Le simulazioni svolte in collaborazione con
l'Ufficio scolastico territoriale e l'assessorato all'Istruzione della
Provincia di Ravenna - continua Malpezzi - hanno però messo in evidenza che
tale ipotesi comporterebbe una riduzione delle ore di laboratorio e di
formazione tecnica." "In ogni modo - conclude il sindaco di Faenza -
ci incontreremo a breve con il Tavolo delle Imprese, ricordando a tutti che la
decisione sul futuro del "Ballardini" andrà condivisa con la
Provincia di Ravenna, cui compete per legge la programmazione territoriale
dell'istruzione secondaria di secondo grado."
STORICO SI DEL SENATO AL SEMIPRESIDENZIALISMO. ORA AVANTI ALLA CAMERA. BENE LA PROPOSTA DI BERLUSCONI
UNA GRANDE RIFORMA E’ A PORTATA DI MANO, NONOSTANTE I TENTATIVI
UN POCO ISTERICI DI NEGARLA E MARGINALIZZARLA E LO SPAVENTO DI POTER DARE VOCE
E PAROLA AL POPOLO. IL SEMIPRESIDENZIALISMO PUO’ DIVENTARE REALTA’-
E’ bastato che quattro gatti del PdL votassero a
favore del
semipresidenzialismo e del Senato federale per far uscire dai sepolcri tutti gli
zombie della vecchia Repubblica che di cambiare qualcosa nei riti
settecenteschi del nostro vivere politico non hanno alcuna intenzione. Il voto di oggi è inutile: buone intenzioni che
rimarranno sulla carta. Le elezioni sono vicine, Berlusconi pensa agli aquiloni
e alla campagna elettorale, Bersani a come ammazzare (politicamente, sia
chiaro) Renzi, la Lega a chi sbianchettare dalle foto ufficiali. Il
semipresidenzialismo interessa meno del menù di un ristorante da prenotare per
la cena, in questo momento. Eppure, tre minuti dopo il sì del Senato già le
agenzie battevano toni guerreschi e dichiarazioni di fuoco delle mummie nostrane. Pisanu, il vecchio e tremebondo
Pisanu, si dissociava: eh sì, lui è legato alla Dc, al torbido, ai governi
creati e disfatti in Parlamento, alle manovre di palazzo. Impossibile che
votasse a favore lui, “la voce
autorevole del PdL”, come
l’ha definito Anna Finocchiaro.
Pure la capa dei senatori piddini non ne vuol sapere di riscrivere qualche
articolo della Costituzione e accusa Alfano e Gasparri di “mentire, perché questa riforma non vedrà
mai la luce!”. Ovvio, a quelli come lei piace fare vertici
notturni per decidere chi candidare al Quirinale. L’importante è che il
prescelto sia o un senatore a vita del proprio gruppo o un ministro del proprio
governo. La
storia insegna,
i fatti parlano chiaro. Ma gli ululati non finiscono qui: anche la Cgil, il sindacato degli
scioperi e della lotta partigiana, non ci sta e parla addirittura di “inammissibile stravolgimento
dell’ordinamento della Repubblica”, quasi che tutto fosse
destinato all’immutabilità perpetua. La muffa al comando, per sempre.
Rassegniamoci.
LO SCANDALO DELLE BABY PENSIONI. IN 40 ANNI CI SONO COSTATE 150 MILIARDI IN PIU’ RISPETTO AI NORMALI VITALIZI.
NON SI POTREBBERO RITTOCARE?
Una interessante inchiesta di
Marco Ferrante pubblicata, oggi, su «Il Messaggero», scava su una delle ataviche
vergogne del nostro Paese: l’insostenibile costo (e peso) sul nostro debito
pubblico delle baby pensioni. Il Decreto in oggetto (santificato da un decreto in vigore dalla fine di dicembre 1973)
prevede–per il settore pubblico la possibilità di andare in pensione con 14 anni sei mesi e un giorno per le
donne con prole, 19 anni sei mesi e un giorno per gli uomini, e 24 anni sei
mesi e un giorno per i dipendenti degli enti locali. La poca lungimiranza di
quella classe politica ora si rimbalza le responsabilità per una scelta
scellerata quanto squilibrata. Dice, oggi, Franco Marini, nel ’73 appena giunto
a guidare la segreteria della Cisl: ««Sì, è vero che non c`era nella classe
politica né nel corpo della stato di allora una grande consapevolezza di quello
che sarebbe accaduto, dell’impatto che l’allargamento del welfare avrebbe avuto
sui conti pubblici…». Quanto sono costate in realtà queste pensioni? Un calcolo
preciso è quasi impossibile da fare. Ci si può avvicinare. Ecco come. Secondo
Ferrante (basandosi su un calcolo effettuato qualche mese fa da
Confartigianato) i baby pensionati italiani (pubblici e privati) rispetto al
pensionato medio hanno ricevuto un trattamento più lungo di quasi sedici anni.
Questo significa che a valori 2010 la differenza (cioè il costo in più rispetto
a un normale trattamento pensionistico) varrebbe 148,6 miliardi di curo. Cioè:
in questi 40 anni, l`esistenza delle baby pensioni ci è costata quasi 150
miliardi più di quanto ci sarebbe costata la previdenza se i baby pensionati
fossero andati a riposo con le stesse regole degli altri. Una tassa cumulata –
secondo le stime degli artigiani – di circa 6.630 euro che grava su ognuno
degli occupati italiani. Si tratta di persone che in un calcolo medio restano
in pensione per quasi 41 anni. Non è certo detto che i «baby pensionati» siano
tra gli italiani più ricchi. Certamente, va sancito che sono stati tra i più
privilegiati in assoluto. E se la crisi cominciassero a pagarla loro per primi?
martedì 24 luglio 2012
CE LA FAREMO AD ELIMINARE LE PROVINCE: ROMAGNA PROVINCIA UNICA, DIFFICOLTA’
La sede della
Provincia di Forlì-Cesena in via Bovio (Ravaglia)
di Andrea Alessandrini. Cesena, 22 luglio 2012 -
NELLA PROVINCIA
Unica di Romagna — nuovo scenario (pressoché) certo dopo la delibera approvata
dal consiglio dei Ministri giovedì scorso con i nuovi parametri demografici
e di estensione territoriale (ma i territori dovranno integrarsi in un processo
che non si prospetta semplice) — si uniranno d quelle di Forlì-Cesena, Rimini e
Ravenna. Una svolta istituzionale di portata storica. La popolazione residente
in Provncia di Forlì-Cesena
al 31 agosto 2011 era di 396966 residenti, superiore alla soglia di
350mila, ma l’estensione
territoriale (2376,8 km quadrati) è inferiore, pertanto non sussitono
entrambi i parametri indispensabili per mantenere l’attuale Provincia. Detto
questo, quali
saranno i tempi della nascita della provincia unica di Romagna? E ancora: che fine faranno
i 488 dipendenti della Provincia di Forlì-Cesena, 70 dei quali trovano posto
nella nuova sede di viale Bovio inaugurata a marzo e acquistata già nel 2007
dalla Provincia? I tempi al momento non sono stimabili. Con le nuove soglie di
2500 km quadrati e 350mila residenti anche Ferrara e Modena, oltre Bologna e
Parma,
sono in grado di conservare la attuale provincia. Le altre dovranno accorparsi.
Il Cal, coordinamento delle autonomie locali avrà tempo 40 giorni per
presentare una proposta di accorpamento al Governo dopodiché dovrà essere
acquisito il parere della Regione. A questo punto l’esecutivo avrà 20 giorni per
varare la proposta definitiva e sottoporla al dibattito parlamentare. Sull’eventuale
sede della nuova Provincia unica di Romagna, è fin
CE LA FAREMO AD ELIMINARE LE PROVINCE: SANGUISUGHE CHE CI COSTANO 14 MILIARDI
Mantengono 4.520
amministratori e finanziano tutto e tutti: dalla sagra dei carciofi agli studi
sugli orsi. Nel suo libro «Spudorati» Giordano racconta sprechi e abusi
Eliminare le Province italiane? Macché ne vogliono
sempre di nuove. E perché? Perché sono veri e propri centri di spese, spesso di
spese folli. A questo viene dedicato un capitolo di Spudorati (152
pagine, 18 euro, Mondadori) di Mario
Giordano, 45 anni, direttore di Mediaset all-news TgCom24. Ecco alcuni
stralci del nuovo libro da oggi nelle librerie. Avanti
c’è posto: è dal 1970, cioè da quando sono state create le Regioni, che si dice
che le Province non hanno più senso. Eppure non c’è paesello, rione, quartiere
che non sogni di diventare capoluogo... Vi chiederete come mai. E la risposta è
semplice: non è vero che le Province non servono a niente. Macché: le Province
servono un sacco. A che cosa? Semplice: a finanziare la sagra del salmone del
Medio Campidano, per esempio. O il censimento per lo studio delle abitudini del
cormorano dell’Iglesias. Vorrete mica perdere di vista il cormorano
dell’Iglesias, perdinci. E allora perché vi stupite? La Provincia di Oristano
(meno di 300.000 abitanti) è riuscita a finanziare in un solo anno: la sagra
della fragola (8942,42 euro), la sagra dei pesci (2257,67 euro), la sagra dei
muggini (1474,20 euro), la sagra de sos cannisones (983,55 euro), la sagra de
sos culurzones de patata (903,05 euro), la sagra del riso (1493,87 euro), la
sagra degli agrumi (1867,34 euro), la sagra del pomodoro (5465,73 euro), la
sagra dei ravioli (1806,09 euro), la sagra del pane e dei prodotti tipici
(2709,14 euro), la sagra su pai fattu in domu (1354,57 euro), la sagra del
carciofo (1331,58 euro), la sagra de su bino nou (903,05 euro) e la sagra pane
e olio in frantoio (1422,30 euro). Ho l’impressione che alla fine abbiano
mangiato un po’ tutti...
lunedì 23 luglio 2012
LA PROVINCIA DI ROMAGNA PER OTTENERE LA REGIONE
IL PARERE DI ANCARANI E SAVELLI
L’ottima intuizione del consigliere regionale
Bazzoni che per primo dal centro-destra ha preso posizione raccogliendo la
proposta del sindaco di Forlì Balzani, inizialmente tutt’altro che sostenuta
proprio dal suo partito, il PD, affinchè i territori delle province romagnole
facciano sistema a seguito della loro abolizione, confermata proprio ieri dal
Premier Monti dopo il Consiglio dei Ministri, è la dimostrazione della capacità
amministrativa e della lungimiranza del Popolo della Libertà della provincia di
Ravenna.
Infatti per chi, come noi, ha sempre sostenuto la
necessità e l’obiettivo di raggiungere l’autonomia romagnola attraverso il
distacco dall’Emilia si tratta di un successo non indifferente in quanto per la
prima volta vi è l’attestazione di una riconoscibilità dell’identità romagnola
che fin qui la maggioranza di sinistra che governa la nostra regione ha sempre
negato. Gli esempi si sprecano: dal diniego per citare la “Romagna” nello
statuto regionale come territorio che dà vita alla regione assieme a quello
emiliano fino al rifiuto di chiamare la nostra riviera “Riviera romagnola”
bensì “riviera adriatica dell’Emilia-Romagna”, per mero puntiglio. Con
l’istituzione della provincia romagnola unica constatiamo invece finalmente un
primo risultato ottenuto che noi riteniamo non ostativo bensì propedeutico al
nostro traguardo di sempre che è e rimane l’istituzione della Regione Romagna. La
nostra è una posizione di
I ROMAGNOLI VOGLIONO LA REGIONE, NON LA PROVINCIA
da E’ RUMAGNÔL
Ogni giorno un progetto nuovo? Sarà, forse,
che vogliono far restare le cose come stanno? Famosa la frase Gattopardesca: tutto cambia, nulla cambia? I
balletti sul futuro delle Province sta
assumendo contorni da circo: sappiamo quanto sia brava la “Casta” nel
conservare quanto a lei serve per mantenere la sua posizione di privilegio.
Hanno stravolto i risultati di diversi Referendum Popolari approvando leggi che
urlano vendetta, vedi quella sul finanziamento pubblico ai partiti, col
risultato che milioni di Euro sono finiti nelle tasche dei vari Lusi e collusi.
Ora è la volta della “Riforma” che dovrebbe tagliare il numero dei Deputati e
dei Senatori. I Cittadini dicono di tagliare almeno la metà di quelli attuali,
i Signori Deputati e Senatori ne vogliono mantenere 508 e 254 di cui 8 e 4 eletti
all'estero. Abbiamo un Governo “tecnico”
non eletto dal Popolo che la Costituzione vorrebbe Sovrano e pochi si
scandalizzano, i giochini sono aperti. Emergono fatti che dimostrano come, in diverse occasioni, lo Stato ha
trattato con i mafiosi, e qualcuno, come
in passato ebbe a dire “io non ci sto”, anche oggi si indigna. Meglio sarebbe
che qualche volta dicessero la verità, anche perché è vergognoso che ci siano
mogli di mafiosi, con la scorta dello Stato pagata da tutti noi, che si
aggirano impunemente per le contrade, così come restano un mistero
provvedimenti che tolgono mafiosi pluriomicidi dai rigori del 41 Bis. Sul
destino delle Province ci sono balletti che non presagiscono nulla di buono.
Stato, Regioni, 10 Città Metropolitane, Province con più di 350.000 abitanti? Con
quali poteri? In Emilia – Romagna, delle attuali 9 Province, se ne salverebbero
2. Ed ecco saltare fuori vari fautori trasversali della Provincia unica
Romagnola. A noi Romagnolisti non interessa il numero delle Prefetture: accorpando
le “20” Polizie si otterrebbero risultati eccellenti nella gestione dell'ordine
pubblico. Se poi si eliminassero migliaia di inutili leggi contraddittorie, che
rendono impossibili semplici provvedimenti di espulsione di persone
indesiderate, i Poliziotti e i Carabinieri non si sentirebbero più dire:
portateci pure dentro tanto domani siamo
ancora qui a battere. E, detto fuori dai denti, non è questo il crimine
maggiore: quello che sta dietro alla “nobile” professione è il crimine
peggiore. I Romagnoli vogliono la Regione:
dell'area vasta e della Provincia
unificata dipendente da Bologna per le risorse, non sanno che farsene. Qui, nei
prossimi anni, occorrono investimenti infrastrutturali di portata storica. La
fiera e i due palazzi dei congressi non bastano al Turismo Romagnolo, occorrono
interventi di risanamento del mare di
sabato 21 luglio 2012
LA SICILIA E’ FALLITA PRIMA DELLA GRECIA. RINGRAZIAMO LOMBARDO PER I DEBITI CHE CI HA LASCIATO.
Dopo il blocco dei fondi Ue arrivano pesanti le parole
di Lo Bello vicepresidente di Confindustria che chiede aiuto a Monti.
Forse in molti lo sanno già. Nei mesi scorsi sono stati tanti gli allarmi
lanciati a qualsiasi livello. L’ultimo in ordine di tempo, quello del Sindaco di Catania
Stancanelli,
che richiedeva soldi alla Regione per gli stipendi dei comunali di maggio. Sono
situazioni già viste e riviste, soprattutto per chi è posto nei gradini più
bassi della scala gerarchica, che come sempre, paga per primo le conseguenze.
Non è la prima volta che i dipendenti comunali ricevono il loro stipendio in
ritardo, ed in alcuni casi, questi ritardi si protraggono per mesi interi. Oggi,
a parlare di scenario drammatico è Ivan Lo Bello, vicepresidente di
Confindustria, che dalle pagine del Corriere della Sera lancia l’allarme di un
possibile fallimento della Sicilia. “Va ripensata anche l’autonomia e occorre
avviare un’operazione-verità. Scuotere dal torpore i siciliani, dai dipendenti
regionali ai pensionati della stessa Regione che saranno i primi a trovarsi
senza stipendi in caso di crollo. Ma il governo Monti – aggiunge – deve subito
mettere mano ai conti, controllando un bilancio reso non trasparente da poste
dubbie e residui inesigibili”. Chiaro il riferimento al cattivo governo della Regione Sicilia, che già negli ultimi
mesi ha pensato alla campagna elettorale con assunzioni choc e sperpero di denaro a
destra e a manca. Non a caso, l’Unione Europea ha bloccato i 600 milioni
di euro destinati alla regione Sicilia. “La Sicilia – continua Lo Bello – rischia
di diventare la Grecia del Paese e il Paese deve intervenire anche superando gli
ostacoli di una autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e
politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigenti per
garantire a se stesse l’impunità”
venerdì 20 luglio 2012
PROVINCIA DI RAVENNA CONTINUA LO SPERPERO. TOGLIAMO TUTTE LE PROVINCE, CON UNA SOLA SARA’ ANCORA PEGGIO PER ACCONTENTARE TUTTI
Alcuni amici, rispetto alla mia idea, sostengono
che bisogna fare la “provincia Romagna” unica per mantenere la nostra identità,
sono per la Romagna, mi sento romagnolo, in vacanza mi qualifico romagnolo. Credo
che l’ente intermedio “unico” della Provincia non serva dopo l’istituzione
delle Regioni, dal 1970. Nella pratica la sinistra continuerà, come ha fatto
fino ad oggi, a spendere in interventi non di competenza alimentando la spesa
pubblica. L’ultimo esempio l'uomo dalle mani bucate,
Claudio Casadio, presidente della Provincia di Ravenna, continua a utilizzare
in maniera impropria il pubblico denaro. Oggi regala 25mila euro ai pompieri
dimenticando che di questi tempi ogni centesimo deve essere risparmiato e
utilizzato solo per fini istituzionali, ma con l’assestamento di bilancio
complessivamente ha utilizzato la somma di 88.363 euro, leggendo la tabella
emerge:
Al primo punto un contributo al
Dipartimento dei Vigili del fuoco pur riconoscendo “il fondamentale ruolo del
corpo”, emerge “qualche perplessità” a comprendere “la ragione di una
convenzione ad hoc di 25.000 euro da parte della Provincia per’rafforzare i
servizi finalizzati alla sicurezza dei cittadini’, non di competenza istituzionale,
quando nello stesso giorno il Senato ha modificato una legge per i Vigili del
Fuoco. Non entriamo nel merito degli altri interventi, si commentano da soli,
dai “Maori”, all’organizzazione di podistiche, corse ciclistiche e per
iniziative musicali come alla Fondazione Savini, si è mangiato tutto il
capitale sociale. Togliamo tutte le Province non solo cinquanta! Coraggio
cambiamo le istituzioni e se c’è la volontà, approviamo anche il
Presidenzialismo se vogliamo salvare l’Italia. Vincenzo Galassini consigliere
Provinciale PDL Ravenna
MI SONO SBAGLIATO, BERLUSCONI I VOTI LI PRENDERA’
LA SINISTRA SI PRENDE PAURA COMMENTO
DI ANTONELLINI DELLA REDAZIONE DA PAVAGLIONE LUGO
Dicono che cambiare idea
sia segno di intelligenza!? Certo è che in un modo in cui tutti sono convinti
di avere la verità in tasca tanto che in due si litiga in tre, trovare chi dice
che ha cambiato idea, è raro. L'unica attenuante che ho è che Berlusconi, è
fuor di dubbio, sia un un uomo con milleuno difetti ma di straordinaria
intelligenza. Martedì scorso sul vostro giornale profetizzavo, complice la
novità davvero delirante e valutandola con le sole categorie mentali vigenti
oggi, un abisso diverse da quelle di quando Berlusconi vinse le ultime
politiche, che il Cavaliere prenderà pochissimi voti. Già, ho cambiato idea, ne
prenderà (purtroppo) tanti. Appunto, dopo una valutazione a caldo,
"sensitiva", della sua ridiscesa in campo, mi sono interrogato con
più attenzione, usando il metro di giudizio più valido: perchè avrà fatto una
simile cazzata? L'ha fatto perchè è
sicuro che gli andrà bene! L'elettore decide chi votare con il portafoglio in
mano: la stragrande maggioranza degli elettori decide in base a se, secondo
lui, chi verrà eletto, glielo riempirà o glielo vuoterà. Tutti gli italiani lamentano di pagare troppe
tasse. Ora più che mai chi sarà più credibile in campagna elettorale nel dire
che le diminuirà, vincerà le elezioni. In
campagna elettorale tutti diranno che le diminuiranno, ma ci sarà un solo
candido che potrà dire, non che promette, ma che lo già fatto, che avrà una
"prova-provata" da mettere in campo: ha vinto le ultime
politiche garantendo la soppressione dell'ICI e la promessa l'ha mantenuta. Sarà tremendamente più credibile di tutti gli
altri. Inutile dire che la soppressione dell'ICI ci ha portati ad un passo dal
baratro, come pure che eravamo lo zimbello dell'Europa o che è
"sospettato" di aver compiuto reati o che passa il suo tempo in
gradevoli compagnie.... "Se vince lui risparmio diverse centinaia di euro
che mi servono tremendamente". Brrrrrrrrr Nel redazionale di martedì mi
facevo forte del dato dei suoi 77 anni che in una legislatura portano
ovviamente ad 82, ma a parte che non è molto elegante per contrastare un
avversario far ricorso a questo dato, sottovalutavo appunto che è con le
prospettive per il proprio portafoglio che si decide come votare. Arrigo
Antonellini
giovedì 19 luglio 2012
IMU: DOPO IL PIANTO E IL LAMENTO DELL’ASSESSORE ZIVIERI UNA NUOVA STANGATA?
Le
recenti esternazioni dell’assessore Zivieri sul gettito IMU ci preoccupano
molto, consci del peso che già sopportano i cittadini di Faenza in termini di
tasse e tariffe per sostenere un bilancio comunale gravato da un forte
indebitamento. Non vorremmo che il pianto ed il lamento servissero ancora una
volta per ritoccare al rialzo qualche balzello ad esempio proprio le aliquote
IMU dopo aver già aumentato l’Irpef per il 23,1% dei contribuenti, averla
mantenuta costante allo 0,5% per il restante 44,3% dei contribuenti e aver
previsto uno sconto di uno 0,1% sullo 0,5% a coloro con un reddito inferiore ai
15.000 euro regalandogli un misero caffè al mese dopo aver stangato tutti con
il nuovo piano/rincaro della sosta in centro. La nostra preoccupazione nasce
anche dalla sapiente regia comunicativa di questa Giunta che per far cassa si
trincera dietro slogan buonistici che con la loro dose di ipocrisia tutto
giustificano soprattutto gli sprechi recenti e passati.
Ora
l’Assessore teme la spendig review, taglio della spesa, fatto dal Governo
Monti. Prima di rimettere le mani in tasca ai cittadini l’Amministrazione
comunale ha il dovere di verificare tutte le voci di spesa ed i costi
sostenuti. Quando il PDL ha chiesto che venisse fatta una seria verifica per il
contenimento della spesa comunale l’Assessore ha fatto spallucce sostenendo che
tanto era già stato fatto, c’è invece ancora tanto di superfluo da tagliare
come ad esempio le spese di “condominio” che si aggirano sui 12.000 euro l’anno
all’Ipercoop le Maioliche per uno spazio inutilizzato ed inutilizzabile di
promozione del centro della città che rappresenta il danno e la beffa ordita
dalle Amministrazioni di sinistra che hanno governato Faenza dal 1994 ad oggi. Il Capogruppo pdl Raffaella Ridolfi
LE PROVINCE VANNO ELIMINATE.
ORA IL PD SCOPRE LA PROVINCIA ROMAGNA, PER CONTINUARE LO
SPERPERO DI SPESA. COERENZA! LE PROVINCE VANNO TOLTE TUTTE COME HA SEMPRE
CHIESTO IL PDL.
Il molloc del PD ha deciso di
fare la provincia Romagna, dopo avere combattuto da sempre la Regione Romagna.
Prendiamo atto che molte cose sono cambiate in sette mesi. Berlusconi e il Pdl
hanno sempre sostenuto che le Provincie andavano eliminate. Ora che un primo
passo il Governo Monti l’ha abbozzato, il Pd, e forse la Regione Emilia
Romagna prendono posizione per fare una
provincia unica da Rimini, Forli-Cesena a Ravenna, il solito modo di mantenere
enti e sedie da sempre come hanno fatto con le Comunità Montane, i Parchi,
trasformate ma mantenute accampando tante tesi. Il decreto prevede che le competenze delle province
siano solo due, potranno anche diventare 3 o 4. ma non cambia niente sulla
nullità delle Province. Vanno tolte tutte! . Ricordo la storia delle Province. Già
il ministro Minghetti -Destra Storica- nel 1861 (Governo Cavour) provò a
presentare due disegni di legge che nella neonata nazione identificavano a
livello territoriale unicamente due livelli di governo: Comuni e Consorzi di
Comuni ad area vasta (Regioni) . Fin da allora gli oppositori di destra e
sinistra (sembra di raccontare la storia dei ns. giorni) si opposero
all’abrogazione delle Province, opperbacco!!! Costituite le Regioni nel 1970,
ci provò il PRI di Ugo la Malfa che presentò un ddl costituzionale che mirava
allo stesso scopo, DC e PCI fecero melina ed il tutto si arenò…..more solito.
Registro che dal 1861 sono trascorsi 151 anni e dal 1970, 42 anni e le Province
nel frattempo sono perfino aumentate. Adesso ci prova il Governo Monti, più
modestamente, puntando ad una riduzione….ho i miei dubbi che possa raggiungere
il traguardo. Come nel gioco dell’oca si torna alla casella di partenza, ovvero
alla situazione del 1861. Chissà perché all’estero fanno fatica a capire perché
l’Italia non risolve mai i suoi problemi ??!!! secondo me dipende dalla Merkel
!!! come dicono i buontemponi. Questa è la storia, spero che nel 2013 con Monti
si arrivi se non ad eliminarle tutte ma almeno il 50%, sarà difficile. Non
credo che la Provincia unica della Romagna serva qualcosa quando dovrà gestire
solo due o 4 competenze. Coraggio, tagliamo, almeno noi diamo il buon esempio rispettando
quanto ha sempre dichiarato il presidente Berlusconi! Vincenzo Galassini consigliere provinciale Pdl Ravenna
mercoledì 18 luglio 2012
E IO PAGO: PASSAGGIO DI FUNZIONI FRA PROVINCIA ED ENTI GESTIONI PARCHI (VENA DEL GESSO)
LA REGIONE NON RISPETTA LE LEGGE (D.L.1000 PROROGHE ) I CONSORZI
DEI PARCHI NON DEVONO ESISTERE. COME HA
FATTO CON LE COMUNITA’ MONTANE, CHE
DOVEVANO ESSERE TOLTE, LE HA FINANZIATE. ALLA FACCIA DEI RISPARMI
Con i voti a
favore della maggioranza, e quelli contrari di Udc, Pdl e Lega Nord, il
consiglio provinciale ha approvato la delibera con la quale la Provincia
trasferisce all'Ente per la gestione del Parchi e della Biodiversità - Delta
del Po; e all'Ente per la gestione del Parchi (Vena del Gesso fatto in aree
private sopra la testa dei resdienti) e della Biodiversità - Romagna, le
proprie funzioni in materia di aree regionali protette e siti della Rete Natura
2000. Con lo stesso atto, la Provincia trasferisce anche il contributo per la
gestione delle piccole aree protette della Regione Emilia-Romagna, pari a
50.000 euro annui all'Ente 'Delta del Po'; e in comodato d'uso gratuito
all'Ente 'Romagna' il Bat detector Peterson UD D 1000x e la Centralina meteo Digiteco,
acquistati con il finanziamento del programma transfrontaliero Italia-Slovenia
"Climaparks". In ogni caso la Provincia manterrà una serie di
funzioni che vanno dall'approvazione dei bilanci dei due Enti, parteciperà
all'attuazione dei progetti di sviluppo e approverà i Piani territoriali;
esprimerà il proprio parere sui regolamenti dei Parchi e delle Riserve naturali
e continuerà a erogare la propria quota annuale per la gestione.
Difficile attuare la volontà del Governo ”i parchi regionali
devono rispettare le disposizioni contenute nella Finanziaria del 2010, che
prevedeva la soppressione solo dei consorzi costituiti da enti locali che
svolgevano funzioni amministrative” . «Ma la Regione Emilia Romagna,
sostenendo che nessuna legge del Governo deve imporre a Comuni, Province o
Regioni limiti nelle materie affidate agli enti locali, può
istituire nuovi enti e assegnare ad essi la gestione dei parchi. La
Regione la stessa operazione l’ha fatta già con le ex Comunità Montane, che
dovevano essere eliminate, ma le ha trasformate in “Unione dei Comuni”, senza
alcun risparmio e portando alcune spese dello Stato a carico della Regione
Emilia Romagna. La Regione Emilia Romagna protesta per avere altri soldi,
cominci a risparmiare, ricordiamoci che l’Agenzia Moody’s declassa per i troppi
debiti l’Italia e le Regioni, il debito pubblico ha raggiunto quasi i
duemilioni di miliardi e noi continuiamo come se nulla fosse.
Finirà così anche con le Province, che Berlusconi aveva promesso di
togliere Regioni. Alla fine rimarrà tutto come prima? Speriamo di no.
BENE: “FORZA ITALIA” PER L’ATTUALITA’ DEL MESSAGGIO LIBERALE.
da blog 31.7.2010 “I nostri
elettori stanno con Berlusconi” http://www.wicomwebspace.com/pdl_ravenna/?m=201007
''Il ritorno a Forza Italia è la cosa più giusta se si vuole convincere l'elettorato dell'attualità del messaggio liberale e moderato incarnato da Berlusconi''. Con le convulsioni politiche e con il continuo cambiamento dei simboli sulle schede elettorali si perde di vista, forse, l'importanza di un branding che oramai rappresenta una stagione così importante, quale la difesa in campo di Berlusconi nel '94. Sono convinto che se questa sarà la scelta definitiva il marchio tricolore varrà punti percentuali in più nel voto''. Con Forza Italia recupereremo consensi, ma serve una rivoluzione liberale. 'Berlusconi ha fatto una scelta coraggiosa che ci aiuterà ad attraversare un momento difficile’. Tornando all'esperienza di Forza Italia possiamo recuperare consensi, ma non nascondiamo le grandi difficoltà e la necessità di una nuova rivoluzione liberale, proponendo volti di liberali veri e non come avvenuto nell'ultimo governo, quando abbiamo affidato le sorti della rivoluzione liberale a uno statalista. Forza Italia aveva la caratteristica dell'inclusione e non dell'esclusione. Correre da soli ci farà vincere, visto che in 18 anni i nostri alleati e alcuni dei nostri ci hanno frenato e non fatto attuare il programma del ’94. Attenti alle scelte ai nostri rappresentanti in parlamento, uomini ormai da quattro legislature e num,erosi con poca voglia di lavorare. Attenti, è necessario un partito snello all’americana. No alle tessere. Vincenzo Galassini
martedì 17 luglio 2012
GLI STUDI DI SETTORE SONO SOLO UN COMODO RUBINETTO PER SISTEMARE IL BILANCIO STATALE
Caro
Direttore, la proposta di Andrea Tribulini pubblicata
dal vostro giornale è senza dubbio di buon senso (si veda “Una misura di buon senso per risolvere il ritardo sugli studi di
settore”), e non credo che – con i software moderni – la
complicazione di una liquidazione in più possa
turbarci più di quello che fanno altre norme. Ciò che non condivido è l’atteggiamento che (tutti) stiamo mostrando, che
dimentica un elemento fondamentale: è universalmente noto che gli studi di
settore attingono a una base dati storica e, quindi, i dati per la loro compilazione sono da tempo nelle
mani dell’Amministrazione. Insomma, ci siamo tutti dimenticando la vera ragione per cui l’Amministrazione ritarda
l’emanazione degli studi: sintonizzare il maggiore o minor flusso derivante
dagli studi di settore per quadrare le esigenze di bilancio dello
Stato. A noi, conoscitori della materia, non si può raccontare che il
Fisco ha bisogno di dati per compilare gli studi di settore. Quali dati?
Una serie storica statistica. E noi sappiamo bene che il “cervellone”
dell’Agenzia non è ancora in grado di fornire i dati delle dichiarazioni del
2010 (altrimenti avremmo già ricevuto tutti gli avvisi bonari). Quindi, è
altrettanto ovvio che la base dati statistica di ogni studio di settore si
ferma (quando va bene) al secondo o terzo anno precedente.
IL CAVALIERE PROPONE: “FORZA ITALIA”. BENE! UN’INTERVISTA ALLA BILD, BERLUSCONI AVANTI TUTTA TORNIAMO ALLE IDEE DEL 1994!
Noi ci auguriamo una Germania più europea e non
un'Europa più tedesca», senza risparmiare critiche alla «eccessiva politica di
risparmio» di Angela Merkel (che proprio ieri aveva ribadito il no suo e della
Germania a «politiche di solidarietà senza garanzie»). Alla Bild, il Cavaliere
rivendica anche l'azione del suo esecutivo: «Se noi abbiamo di nuovo sotto
controllo il nostro bilancio statale è in gran parte grazie al mio governo»
afferma, sostenendo di essere stato il primo leader occidentale ad aver
riconosciuto il pericolo della crisi e ad aver introdotto le riforme. Un
percorso intrapreso ma non compiuto sul quale il confronto con gli elettori del
centrodestra è aperto. Si chiede per esempio se il candidato Berlusconi
dovrebbe «portare avanti le riforme costituzionali e in particolare il
presidenzialismo». Se mettere in lista «facce nuove, indipendentemente dalla
loro età, purché siano competenti». Sono quindi domande-idee già allo studio,
ma di cui si chiede un parere a tutti. Tra queste, una svolta che già frulla
nella testa dell'ex premier: «Nominare un vice donna, possibilmente non
politico». E poi si propone di «riformare le regole su cui si basa l'unione
Europea», continuare la razionalizzazione della spesa pubblica del governo
Monti, ma abbassando le tasse. Si sondano i fedelissimi su possibili alleanze
VOLEVAMO, VOLEVAMO
Roma, 9 novembre 1999, primo Congresso di Forza
Italia:
- volevamo che
tutti i dipendenti pubblici e privati potessero pagare in maniera autonoma
le tasse senza subire, come oggi avviene, il prelievo forzato dalle buste
paga;
- volevamo
detassare gli utili delle aziende;
- volevamo
passare dalle cento tasse esistenti a otto tasse principali;
- volevamo
ridurre a una le quattordici tasse sulla casa, a una le sei
sull’automobile,
- volevamo
arrivare un giorno a poter dire: tutte le norme fiscali vigenti sono abrogate,
esiste un solo codice con norme chiare e comprensibili
Volevamo, volevamo. Certo che
volevamo. E lo vogliamo ancora
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