martedì 31 luglio 2012

FAENZA CRISI ACUTA


I NOSTRI DIPENDENTI (SI) VOTANO LA LEGITTIMAZIONE A TRADIRCI DAL GIORNO DOPO IL VOTO!


ESEMPI DI VOLTAGABBANA DA SOPPRIMERE (POLITICAMENTE)

 Maggioranza bulgara in Parlamento per difendere i voltagabbana.Il Senato non approva, anzi affossa la proposta di legge anti “voltagabbana”, quella che avrebbe dovuto mettere un argine al cambio di casacca dell’onorevole durante la legislatura. Norma che avrebbe portato un effetto collaterale non irrilevante: rendere più difficile, il cosiddetto “mercato dell’onorevole”. Se fosse passata la norma, l’onorevole che fuoriusciva da un partito si sarebbe dovuto accomodare nel gruppo misto rinunciando a passare in modo organico da opposizione a governo (e viceversa) o peggio ancora formando già in Parlamento un partito tutto suo. È stato ricordato che il fenomeno dei voltagabbana nel corso dell’attuale legislatura ha registrato cento casi, vale a dire un parlamentare su ogni dieci. Eppure solo 45 senatori su 281 votanti. Il Senato non approva.  Una maggioranza enorme che apprezza i voltagabbana. il fazioso

PROVINCE DA TOGLIERE: IL PARERE DI ANTONIO PATTUELLI



lunedì 30 luglio 2012

E IO PAGO: 206 MILIONI D IEURO DALLA CASTA PER GLI YACHITING CLUB E AERO CLUB PRIVATI (CHISSA SI CHI????)

Fosse solo per gli ottocentomila euro della scuola Bosina, quella della consorte di Umberto Bossi, quasi non ci sarebbe da scandalizzarsi. Il problema è che con la legge mancia 2.0, ora pomposamente chiamato Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio, i parlamentari italiani sono riusciti addirittura a finanziare l’aeroclub della Costa Smeralda, lo Yachting Club di Como, un parco termale in provincia di Siena. Questi nuovi dettagli emergono da un corposo studio effettuato dalla Corte dei conti sul nuovo look della legge utilizzata dai parlamentari per finanziare piccoli e grandi opere nel loro collegio, che è stata riformata nel 2008 da Giulio Tremonti. Cambiato il nome, la sostanza resta quella: i singoli parlamentari indicano i loro desiderata, le commissioni Bilancio di Camera e Senato stilano un elenco, il ministero dell’Economia a mettere a disposizione le cifre. Cifre che sono tutt’altro che trascurabili: 105,5 milioni di euro nel 2009, 130 milioni nel 2010, 30 milioni per il 2011: totale 265,05 in totale. Altri 50 sono già a disposizione per le esigenze di deputati e senatori per il prossimo anno. I magistrati contabili hanno analizzato la gestione del “Fondo” e, nella loro relazione, rilevano una serie di «criticità», in parole povere massacrano lo strumento e l’uso che ne hanno fatto i politici.

A PROPOSITO DI PROVINCE: LA REGOLA DEL DUE…..DEL TRE. L’IDIOZIA DI QUESTI POLITICI SI SUPERA OGNI GIORNO


Sembrava strano che il sacrosanto taglio delle province fosse stato definitivamente accettato e digerito. D’altronde, in un paese normale, nessuno piange per la dipartita della BAT (la Barletta-Trani-Andria) o dell’Ogliastra con il suo doppio capoluogo Tortolì-Lanusei. Puntualmente, infatti, ecco che i nostri politici tornano alla carica, stavolta con un emendamento bipartisan (firmatari Paolo Giaretta del Pd e Gilberto Pichetto Fratin del PdL) alla spending review. Tenetevi forte, perché neppure nell’immaginazione più profonda si sarebbe potuta partorire la “Regola del Due”. Di che si tratta? Semplice: nessuna regione ordinaria potrà avere meno di due province. Questione di campanili, certo, ma anche di voti da raccogliere alle prossime elezioni. A salvarsi sarebbero tre degli enti rottamati: Terni, Matera e Isernia. Si dice che il governatore molisano Iorio (di Isernia, appunto) sia stato attivissimo nel tutelare gli 87 mila abitanti della sua provincia, mentre a sinistra avrebbero fatto i salti mortali per salvare Matera e Terni (200 mila abitanti). Peccato che Varese, Monza Brianza e Padova (che di residenti ne hanno il triplo e il quadruplo delle tre risorte) non saranno recuperate.
Per loro, il cimitero è pronto. Sembra, dunque, che senza Terni, Matera e Isernia non si possa fare a meno. E come se non bastasse, il senatore Domenico Benedetti Valentini (PdL) ha colto l’occasione per proporre la “Regola del Tre”: fare in modo che per ogni corte d’Appello ci siano tre tribunali. A salvarsi sarebbe anche Spoleto, che ovviamente è la città del senatore Benedetti Valentini. D’altronde è impensabile che a Spoleto non ci sia un tribunale, deve aver pensato il pidiellino. E’ la solita storia: ogni volta si annunciano cambiamenti epocali all’insegna del rigore e della serietà.

ADERISCI ALLA PETIZIONE: ELEZIONE DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO E DEI PARLAMENTARI (CLICCA)


sabato 28 luglio 2012

IL CONSIGLIO PROVINCIALE APPROVA UN ORDINE DEL GIORNO PER LA PROVINCIA ROMAGNA

GALASSINI NON HA PARTECIPATO AL VOTO ED E’ USCITO DALL’AULA

Il consiglio provinciale ha approvato a maggioranza un ordine del giorno per l’accorpamento della Provincia di Ravenna in ambito romagnolo presentato dai capigruppo Tiziana Bandoli (Pd), Massimo Mazzolani (Pdl) e dal consigliere Paolo Pirazzini (Pd). Contraria la Lega Nord. Astenuti i gruppi Fds e Sel. Non ha votato il presidente del consiglio provinciale Gabriele Rossi (Idv), e Vincenzo Galassini (Pdl) è uscito dall’aula. Il presidente della Provincia Claudio Casadio ha aperto la seduta: «È opportuno e istituzionalmente corretto che il consiglio si pronunci sull’ipotesi di riordino territoriale delle Province. Questa è la posta in gioco adesso. I tempi sono davvero stretti. Siamo dunque chiamati a compiere una scelta storica alla quale non possiamo e non dobbiamo sottrarci. Tutto il resto – quante e quali funzioni, governo di primo o secondo grado, potrà essere discusso poi e potrà cambiare in corso d’opera – ma il riordino territoriale su cui dobbiamo pronunciarci oggi disegnerà il profilo dei nostri territori per i prossimi decenni. La massa critica delle nostre politiche ha come riferimento l’area vasta romagnola; i Sindaci e tutte le forze economiche e sociali che abbiamo consultato nei giorni scorsi hanno espresso consenso unanime all’ipotesi di accorpamento delle province romagnole. Un passaggio, questo, che non è ostativo rispetto all’idea di una regione Romagna. Abbiamo registrato una grande coesione che non è un dato scontato e che ci deve indurre a non subire il cambiamento ma a governarlo. La revisione degli ambiti provinciali si farà comunque, giusto o sbagliato che la si giudichi, dobbiamo esserne protagonisti, trasformando un vincolo in un’opportunità di cambiamento positivo».

BAZZONI: AVREMO PREFERITO LA REGIONE ROMAGNA MA ORA AVANTI CON LA PROVINCIA UNICA


"Il documento approvato ieri con i voti di Pd, Pdl, Udc a sostegno della Provincia unica della Romagna - dichiara il consigliere regionale Pdl, Gianguido Bazzoni - costituisce un importante passo in avanti verso quel riordino istituzionale che da tempo il Popolo della Libertà chiede con forza e a tutti i livelli. Basti pensare alle continue sollecitazioni dell'on. Giancarlo Mazzuca fino alle prese di posizione in Regione, in Provincia, nei Comuni".  "Ripetiamo da tempo - prosegue Bazzoni -  che per motivi storici, culturali, economici si doveva optare con decisione per la Regione Romagna- Il Pd, in particolare, ha perso tempo prezioso in inutili difese di poltrone, senza mai affrontare in concreto il tema della Regione Romagna. 
Ora la Provincia unica va considerata un importante passo in avanti verso il contenimento della spesa pubblica, il riordino delle competenze, speriamo verso quello snellimento burocratico da più parti invocato.  Vi sono temi, come la sanità, il turismo, le infrastrutture, l'università, lo sport dove è necessaria una regia unica per uscire dal pantano nel quale Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini si trovano da decenni. Succubi dell'Emilia, senza la minima attenzione verso un territorio che ha grande potenzialità.
Il mio auspicio è che ora si proceda con celerità e rispetto delle disposizioni del governo in materia di accorpamento delle Province. Lo chiedono i conti in rosso dello Stato, ma lo chiedono soprattutto i cittadini, costretti a grandi sacrifici dalla difficile situazione economica.  A loro dobbiamo scelte coraggiose. La Regione Romagna sarebbe stata - come detto - l'opzione numero uno. Ma come si dice in romagnolo piotost che gnint l'è méi piotost. Piuttosto che niente è meglio piuttosto."

venerdì 27 luglio 2012

ARRIVA UNA NUOVA ROTONDA MA RIMANE INALTERATO IL PROBLEMA DEL TRAFFICO DI VIA GALLO MARCUCCI



Tratto da Faenza Net. -Eccovi l'ennesima rotonda di Faenza. E' stata approntata ieri ed è da oggi in vigore tra via Oberdan e viale Veneto. Si fa molto bene, sicuramente garantisce maggiore sicurezza obbligando a ridurre sensibilmente la velocità,, l'unico dubbio è l'attuale raggio interno che appare un po' troppo largo ed andrebbe ristretto (ma siamo ancora nelle 'prove') Proprio stamattina abbiamo anche ripreso la vittima del primissimo incidente sul nuovo incrocio: alle 7,30 un'auto guidata da una coppia di extracomunitari non ha dato la precedenza a chi occupava la rotonda ed ha subito un leggero danno all'autovettura. Sotto vedete un paziente vigile urbano mentre probabilmente spiega come bisognava comportarsi nell'affrontarla....

NO ALLA CHIUSURA DEL TRAFFICO DEL GIOVEDI


TURISMO DATI IN CALO NEL MESE DI GIUGNO E NEL PRIMO TRIMESTRE: C’ERA D’ASPETTARSELO


CRESCITA A BRISIGHELLA E CASOLA VALSENIO E NELLA BASSA ROMAGNA. CHE TURISMO PUO’ ESSERCI NELLA BASSA ROMAGNA?
Giugno in frenata per quanto riguarda il turismo sul territorio provinciale: si conferma dunque, spiega la Provincia, "la difficoltà di questo primo semestre  2012 anche per il settore  sia a pure con elementi di diversificazione all'interno del territorio". Rispetto al dato nazionale di giugno, diffuso da Federalberghi, che segnava un - 8,2% sul mercato straniero e un - 7,1% su quello italiano, la nostra provincia registra un calo più contenuto pari al - 6,35. Il dato provinciale mensile è di 1.199.329 presenze, inferiore al giugno dello scorso anno, quando il dato beneficiò della Pentecoste che mobilita il mercato straniero, in particolare di lingua tedesca. Il dato periodo gennaio-giugno registra un calo del 4,68%, significativo comunque il dato delle presenze del semestre: 2.112.655. Gli arrivi, in giugno, sono stati 237.342 ( - 3,58% sul giugno dell’anno scorso).   Cervia registra una lievissima crescita dello 0,90% nel dato arrivi ma si abbassa il numero complessivo dei giorni di vacanza. Di conseguenza, il dato presenze registra una flessione mensile intorno al 4%. Il dato periodo, in  flessione sul 2011, registra un - 3,70% con un totale di 1.107.235 presenze nel primo semestre 2012.  Il Comune di Ravenna totalizza 872.000 presenze nel primo semestre 2012. E’ questa la realtà che ha più risentito del deflusso estero. Cede, nel periodo, il 4,70% di presenze nella città d'arte e il 5,54% nel comparto lidi.  La Bassa Romagna, con numeri assoluti più ridotti, si segnala per un primo semestre 2012 positivo: + 5,75% sia negli arrivi che nelle presenze.  Flessione anche nelle Terre di Faenza, dove però si registrano incrementi a Casola Valsenio e a Brisighella, che chiude il periodo gennaio-giugno 2012 con oltre 1.700 presenze in più sullo stesso semestre 2011 e una crescita pari al 13,08%.  Per quanto concerne il tipo di alloggio scelto dai turisti, i dati registrano la frenata delle strutture alberghiere tradizionali, e la crescita di bed and breakfast, agriturismi, campeggi. Dato positivo per gli alloggi turistici con +22,89 % di presenze nel semestre grazie all’impennata di giugno (+ 94,85%).

RIDUZIONE DELLA SPESA: SIAMO SUL BARATRO E TUTTI CHIEDONO, COMUNI, PROVINCE, REGIONI E MINISTERI, SAPEVANO E SANNO, CHE BISOGNA TAGLIARE NON HANNO FATTO NULLA HANNO CONTINUATO SOLO A SPERPERARE!


SIAMO UN POPOLO DI DEFICENTI (E SIAMO PURE INCAPACI DI MANDARVI A QUEL PAESE)
E’ ufficiale, siamo un popolo di deficienti. Sì, bisogna riconoscerlo. Per i politici che ci governano (Comuni, Province, Regione, Governo) dei deficienti con l’anello al naso utili soltanto per mantenere e ingrassare questa casta. Basta. Null’altro. E siamo un popolo di deficienti perché ancora oggi ci permettiamo di ascoltare un Pierferdi Casini vantarsi di essere stato il primo ad accorgersi che Berlusconi era il grande ingannatore degli ultimi vent’anni. Lui, il Pierferdi, fondatore del CCD insieme a Mastella e Ombretta Fumagalli Carulli (mitica sottosegretaria alla Protezione Civile in tailleur e foulard al collo). Tre ragazzi CocCoDé in fuga a gambe levate da una DC agonizzante e subito accolti da Silvio Berlusconi. Lui, il Pierferdi, che sempre grazie al grande ingannatore é arrivato ad occupare la terza carica dello Stato. Lui, il Pierferdi, eterno aspirante alla guida di quel centrodestra che il Cav non vuole mollare. Deficienti, anche, perché tutt’oggi assistiamo con apprensione al grande dibattito sulle riforme. Accettiamo un governo “di saggi”, senza mandato popolare, al quale é stato affidato il compito di regolare i conti e modernizzare il paese. Dopo quasi vent’anni, ancora inutili parole, dibattiti e discussioni, campagne elettorali tutto in nome e per conto della grande riforma istituzionale e tutti sappiamo come è la situazione delle istituzioni. Spendere, spendere, super compensi, indennità e rimborsi, un casino…… Deficienti… un popolo di deficienti che ancora si rode il fegato nel leggere i conti in tasca che Rizzo e Stella fanno ormai da anni al carrozzone Italia. Siamo sempre più poveri e ci raccontano che siamo alla bancarotta. Per colpa di quello o di quell’altro, mai per colpa loro. Ci chiedono sacrifici e non ne fanno. Anzi spendono… ancora, buttano i soldi non solo nascondendoli sotto la panca come la Lega ha insegnato e come Lusi ci ha descritto. No, quel poco che resta lo si butta dalla finestra, e predicando il virtuosismo si finanziano le spese più strane i “Maori”, il festival di musica, la Festa del Parco, la corsa campestre, la 100 Km, le partecipate  decotte e fallite, ci teniamo le Province, no siamo capaci di toglierle dalla costituzione visto A B C sembrano tutti d’accordo,  ecc. ecc.
Perché si… é vero: siamo un popolo di deficienti e siamo pure incapaci di mandarvi a quel paese.

giovedì 26 luglio 2012

I PRIMI DATI DEL CENSIMENTO NEL COMPRENSORIO FAENTINO: POPOLAZIONE E CASE AUMENTATE


MARRADI MOSTRA E DOCUMENTI DAL 4 AL 11 AGOSTO


CE LA FAREMO AD ELIMINARE LE PROVINCE: PROVINCIA UNICA, NON POTRA’CHIAMARSI ROMAGNA


“LA PROVINCIA UNICA NON POTRA’ CHE CHIAMARSI ROMAGNA PER RAGIONI STORICHE CULTURALI ED ANCHE PER DARE UN PRIMO RICONOSCIMENTO A COLORO CHE PER DECENNI SOSTENGONO LA PECULIARITA’ DELLA ROMAGNA” DICE LOMBARDI CONSIGLIERE REGIONALE PDL.
"Non sono voluto intervenire sino ad ora sul tema, in primo luogo perché fino a ieri la normativa sulla abolizione o accorpamento delle province era in piena evoluzione ed in secondo luogo perché una parte importante del percorso istituzionale previsto, passerà anche dalla Commissione Regionale che presiedo, e quindi non volevo in alcun modo strumentalizzare questo ruolo". Inizia così l'intervento di Marco Lombardi, consigliere regionale del PdL, sul tema della Provincia Unica che tanto sta facendo discutere in questi giorni tutta la Romagna."Oggi però la vicenda è andata talmente avanti che ritengo opportuno in ogni caso contribuire in qualche modo al dibattito. Innanzi tutto noi addetti ai lavori, e mi riferisco alla politica ma anche alle associazioni di categoria, ai sindacati ed in genere agli "opinion leader" della società civile, non dovremmo alimentare aspettative esagerate nell'opinione pubblica perché alla resa dei conti verranno smentite dai fatti ed oggi non ci possiamo permettere di continuare ad illudere la gente. Una riforma istituzionale della nostra Repubblica era indispensabile, ogni risparmio nel funzionamento dello Stato è utile e tagliare qualche costo della politica è quanto mai opportuno, però la gente deve sapere che domani mattina l'abolizione o l'accorpamento delle province procurerà in Italia un risparmio di circa 50 milioni di euro e non di miliardi di euro come spesso si sente dire e la Provincia unica comporterà semplicemente un risparmio per Consiglieri,Assessori e Presidenti, di circa 900.000 euro" continua Lombardi. "Fatta questa premessa, veniamo all'accorpamento delle tre province romagnole. Intanto va detto che l'accorpamento non è obbligatorio, perché potremmo anche portare la necessità dei tagli alle estreme conseguenze e pensare che nel caso nostro le province potrebbero essere semplicemente abolite senza necessità di alcun accorpamento. Se viceversa si accede all'ipotesi di accorpamento, che comunque costerà più della completa abolizione, questo a mio avviso avrà un senso solo a determinate condizioni. La Provincia unica non potrà che chiamarsi Romagna per ragioni storiche culturali ed anche per dare un primo riconoscimento a coloro che da decenni sostengono la peculiarità della Romagna".

mercoledì 25 luglio 2012

SALVAGUARDARE L’IDENTITA’ FAENTINA DEL LICEO GAETANO BALLARDINI.


IL SINDACO CASADIO SI ERA ESPRESSO IN MODO CONTRARIO!
L'ipotesi di aggregare sotto un'unica presidenza scolastica il liceo d'arte "Gaetano Ballardini" di Faenza e gli altri licei artistici presenti in provincia di Ravenna è sicuramente un'idea suggestiva e ha una sua logica organizzativa - sottolinea in una nota l'Amministrazione comunale manfreda, ricordando però che ad essa si era espressa in modo contrario la precedente Amministrazione della città.
"Per decidere è necessario valutare correttamente gli elementi di forza e quelli problematici di tale proposta - afferma il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi -, anche se la priorità delle priorità è e resta l'aspetto identitario del "Ballardini", ovvero il suo legame con la città, fatto di relazioni e di confronti continui tra il liceo, il Museo internazionale delle Ceramiche, le botteghe artigiane e d'arte, la biblioteca e la vita attuale della comunità, tutti elementi chiave dell'identità faentina." "Siamo consapevoli delle difficoltà che attraversa anche il sistema scolastico nazionale - aggiunge Malpezzi -, per cui è senz'altro una strada giusta quella di un progetto integrato, che, a nostro parere, per quanto riguarda il "Ballardini" è quello di rafforzare il modello liceale, che vede nel liceo "Evangelista Torricelli", uno dei più virtuosi d'Italia secondo una recente indagine di un autorevole giornale nazionale, il quale può benissimo aggiungere a classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane, il liceo artistico." "In questi mesi - prosegue il primo cittadino manfredo -, su indicazione del Tavolo delle Imprese, abbiamo valutato l'ipotesi che il "Ballardini" ritorni ad essere un istituto professionale per l'arte ceramica, per favorire una più mirata formazione tecnica degli studenti." "Le simulazioni svolte in collaborazione con l'Ufficio scolastico territoriale e l'assessorato all'Istruzione della Provincia di Ravenna - continua Malpezzi - hanno però messo in evidenza che tale ipotesi comporterebbe una riduzione delle ore di laboratorio e di formazione tecnica." "In ogni modo - conclude il sindaco di Faenza - ci incontreremo a breve con il Tavolo delle Imprese, ricordando a tutti che la decisione sul futuro del "Ballardini" andrà condivisa con la Provincia di Ravenna, cui compete per legge la programmazione territoriale dell'istruzione secondaria di secondo grado."

STORICO SI DEL SENATO AL SEMIPRESIDENZIALISMO. ORA AVANTI ALLA CAMERA. BENE LA PROPOSTA DI BERLUSCONI



UNA GRANDE RIFORMA E’ A PORTATA DI MANO, NONOSTANTE I TENTATIVI UN POCO ISTERICI DI NEGARLA E MARGINALIZZARLA E LO SPAVENTO DI POTER DARE VOCE E PAROLA AL POPOLO. IL SEMIPRESIDENZIALISMO PUO’ DIVENTARE REALTA’-
E’ bastato che quattro gatti del PdL votassero a favore del semipresidenzialismo e del Senato federale per far uscire dai sepolcri tutti gli zombie della vecchia Repubblica che di cambiare qualcosa nei riti settecenteschi del nostro vivere politico non hanno alcuna intenzione. Il voto di oggi è inutile: buone intenzioni che rimarranno sulla carta. Le elezioni sono vicine, Berlusconi pensa agli aquiloni e alla campagna elettorale, Bersani a come ammazzare (politicamente, sia chiaro) Renzi, la Lega a chi sbianchettare dalle foto ufficiali. Il semipresidenzialismo interessa meno del menù di un ristorante da prenotare per la cena, in questo momento. Eppure, tre minuti dopo il sì del Senato già le agenzie battevano toni guerreschi e dichiarazioni di fuoco delle mummie nostrane. Pisanu, il vecchio e tremebondo Pisanu, si dissociava: eh sì, lui è legato alla Dc, al torbido, ai governi creati e disfatti in Parlamento, alle manovre di palazzo. Impossibile che votasse a favore lui, “la voce autorevole del PdL”, come l’ha definito Anna Finocchiaro. Pure la capa dei senatori piddini non ne vuol sapere di riscrivere qualche articolo della Costituzione e accusa Alfano e Gasparri di “mentire, perché questa riforma non vedrà mai la luce!”. Ovvio, a quelli come lei piace fare vertici notturni per decidere chi candidare al Quirinale. L’importante è che il prescelto sia o un senatore a vita del proprio gruppo o un ministro del proprio governo. La storia insegna, i fatti parlano chiaro. Ma gli ululati non finiscono qui: anche la Cgil, il sindacato degli scioperi e della lotta partigiana, non ci sta e parla addirittura di “inammissibile stravolgimento dell’ordinamento della Repubblica”, quasi che tutto fosse destinato all’immutabilità perpetua. La muffa al comando, per sempre. Rassegniamoci.

LO SCANDALO DELLE BABY PENSIONI. IN 40 ANNI CI SONO COSTATE 150 MILIARDI IN PIU’ RISPETTO AI NORMALI VITALIZI.



NON SI POTREBBERO RITTOCARE?
Una interessante inchiesta di Marco Ferrante pubblicata, oggi, su «Il Messaggero», scava su una delle ataviche vergogne del nostro Paese: l’insostenibile costo (e peso) sul nostro debito pubblico delle baby pensioni. Il Decreto in oggetto (santificato da un decreto in vigore dalla fine di dicembre 1973) prevede–per il settore pubblico la possibilità di andare in pensione con 14 anni sei mesi e un giorno per le donne con prole, 19 anni sei mesi e un giorno per gli uomini, e 24 anni sei mesi e un giorno per i dipendenti degli enti locali. La poca lungimiranza di quella classe politica ora si rimbalza le responsabilità per una scelta scellerata quanto squilibrata. Dice, oggi, Franco Marini, nel ’73 appena giunto a guidare la segreteria della Cisl: ««Sì, è vero che non c`era nella classe politica né nel corpo della stato di allora una grande consapevolezza di quello che sarebbe accaduto, dell’impatto che l’allargamento del welfare avrebbe avuto sui conti pubblici…». Quanto sono costate in realtà queste pensioni? Un calcolo preciso è quasi impossibile da fare. Ci si può avvicinare. Ecco come. Secondo Ferrante (basandosi su un calcolo effettuato qualche mese fa da Confartigianato) i baby pensionati italiani (pubblici e privati) rispetto al pensionato medio hanno ricevuto un trattamento più lungo di quasi sedici anni. Questo significa che a valori 2010 la differenza (cioè il costo in più rispetto a un normale trattamento pensionistico) varrebbe 148,6 miliardi di curo. Cioè: in questi 40 anni, l`esistenza delle baby pensioni ci è costata quasi 150 miliardi più di quanto ci sarebbe costata la previdenza se i baby pensionati fossero andati a riposo con le stesse regole degli altri. Una tassa cumulata – secondo le stime degli artigiani – di circa 6.630 euro che grava su ognuno degli occupati italiani. Si tratta di persone che in un calcolo medio restano in pensione per quasi 41 anni. Non è certo detto che i «baby pensionati» siano tra gli italiani più ricchi. Certamente, va sancito che sono stati tra i più privilegiati in assoluto. E se la crisi cominciassero a pagarla loro per primi?

martedì 24 luglio 2012

CE LA FAREMO AD ELIMINARE LE PROVINCE: ROMAGNA PROVINCIA UNICA, DIFFICOLTA’


                      La sede della Provincia di Forlì-Cesena in via Bovio (Ravaglia)

di Andrea Alessandrini. Cesena, 22 luglio 2012 - NELLA PROVINCIA Unica di Romagna — nuovo scenario (pressoché) certo dopo la delibera approvata dal consiglio dei Ministri giovedì scorso con i nuovi parametri demografici e di estensione territoriale (ma i territori dovranno integrarsi in un processo che non si prospetta semplice) — si uniranno d quelle di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. Una svolta istituzionale di portata storica. La popolazione residente in Provncia di Forlì-Cesena al 31 agosto 2011 era di 396966 residenti, superiore alla soglia di 350mila, ma l’estensione territoriale (2376,8 km quadrati) è inferiore, pertanto non sussitono entrambi i parametri indispensabili per mantenere l’attuale Provincia. Detto questo, quali saranno i tempi della nascita della provincia unica di Romagna? E ancora: che fine faranno i 488 dipendenti della Provincia di Forlì-Cesena, 70 dei quali trovano posto nella nuova sede di viale Bovio inaugurata a marzo e acquistata già nel 2007 dalla Provincia? I tempi al momento non sono stimabili. Con le nuove soglie di 2500 km quadrati e 350mila residenti anche Ferrara e Modena, oltre Bologna e Parma, sono in grado di conservare la attuale provincia. Le altre dovranno accorparsi. Il Cal, coordinamento delle autonomie locali avrà tempo 40 giorni per presentare una proposta di accorpamento al Governo dopodiché dovrà essere acquisito il parere della Regione. A questo punto l’esecutivo avrà 20 giorni per varare la proposta definitiva e sottoporla al dibattito parlamentare.  Sull’eventuale sede della nuova Provincia unica di Romagna, è fin

CE LA FAREMO AD ELIMINARE LE PROVINCE: SANGUISUGHE CHE CI COSTANO 14 MILIARDI


Mantengono 4.520 amministratori e finanziano tutto e tutti: dalla sagra dei carciofi agli studi sugli orsi. Nel suo libro «Spudorati» Giordano racconta sprechi e abusi
Eliminare le Province italiane? Macché ne vogliono sempre di nuove. E perché? Perché sono veri e propri centri di spese, spesso di spese folli. A questo viene dedicato un capitolo di Spudorati (152 pagine, 18 euro, Mondadori) di Mario Giordano, 45 anni, direttore di Mediaset all-news TgCom24. Ecco alcuni stralci del nuovo libro da oggi nelle librerie. Avanti c’è posto: è dal 1970, cioè da quando sono state create le Regioni, che si dice che le Province non hanno più senso. Eppure non c’è paesello, rione, quartiere che non sogni di diventare capoluogo... Vi chiederete come mai. E la risposta è semplice: non è vero che le Province non servono a niente. Macché: le Province servono un sacco. A che cosa? Semplice: a finanziare la sagra del salmone del Medio Campidano, per esempio. O il censimento per lo studio delle abitudini del cormorano dell’Iglesias. Vorrete mica perdere di vista il cormorano dell’Iglesias, perdinci. E allora perché vi stupite? La Provincia di Oristano (meno di 300.000 abitanti) è riuscita a finanziare in un solo anno: la sagra della fragola (8942,42 euro), la sagra dei pesci (2257,67 euro), la sagra dei muggini (1474,20 euro), la sagra de sos cannisones (983,55 euro), la sagra de sos culurzones de patata (903,05 euro), la sagra del riso (1493,87 euro), la sagra degli agrumi (1867,34 euro), la sagra del pomodoro (5465,73 euro), la sagra dei ravioli (1806,09 euro), la sagra del pane e dei prodotti tipici (2709,14 euro), la sagra su pai fattu in domu (1354,57 euro), la sagra del carciofo (1331,58 euro), la sagra de su bino nou (903,05 euro) e la sagra pane e olio in frantoio (1422,30 euro). Ho l’impressione che alla fine abbiano mangiato un po’ tutti...

lunedì 23 luglio 2012

LA PROVINCIA DI ROMAGNA PER OTTENERE LA REGIONE


IL PARERE DI ANCARANI E SAVELLI

L’ottima intuizione del consigliere regionale Bazzoni che per primo dal centro-destra ha preso posizione raccogliendo la proposta del sindaco di Forlì Balzani, inizialmente tutt’altro che sostenuta proprio dal suo partito, il PD, affinchè i territori delle province romagnole facciano sistema a seguito della loro abolizione, confermata proprio ieri dal Premier Monti dopo il Consiglio dei Ministri, è la dimostrazione della capacità amministrativa e della lungimiranza del Popolo della Libertà della provincia di Ravenna.
Infatti per chi, come noi, ha sempre sostenuto la necessità e l’obiettivo di raggiungere l’autonomia romagnola attraverso il distacco dall’Emilia si tratta di un successo non indifferente in quanto per la prima volta vi è l’attestazione di una riconoscibilità dell’identità romagnola che fin qui la maggioranza di sinistra che governa la nostra regione ha sempre negato. Gli esempi si sprecano: dal diniego per citare la “Romagna” nello statuto regionale come territorio che dà vita alla regione assieme a quello emiliano fino al rifiuto di chiamare la nostra riviera “Riviera romagnola” bensì “riviera adriatica dell’Emilia-Romagna”, per mero puntiglio. Con l’istituzione della provincia romagnola unica constatiamo invece finalmente un primo risultato ottenuto che noi riteniamo non ostativo bensì propedeutico al nostro traguardo di sempre che è e rimane l’istituzione della Regione Romagna. La nostra è una posizione di

I ROMAGNOLI VOGLIONO LA REGIONE, NON LA PROVINCIA


da E’ RUMAGNÔL
 Ogni giorno un progetto nuovo? Sarà, forse, che vogliono far restare le cose come stanno? Famosa la frase Gattopardesca: tutto cambia, nulla cambia? I balletti sul futuro delle Province sta assumendo contorni da circo: sappiamo quanto sia brava la “Casta” nel conservare quanto a lei serve per mantenere la sua posizione di privilegio. Hanno stravolto i risultati di diversi Referendum Popolari approvando leggi che urlano vendetta, vedi quella sul finanziamento pubblico ai partiti, col risultato che milioni di Euro sono finiti nelle tasche dei vari Lusi e collusi. Ora è la volta della “Riforma” che dovrebbe tagliare il numero dei Deputati e dei Senatori. I Cittadini dicono di tagliare almeno la metà di quelli attuali, i Signori Deputati e Senatori ne vogliono mantenere 508 e 254 di cui 8 e 4 eletti all'estero. Abbiamo un Governo “tecnico” non eletto dal Popolo che la Costituzione vorrebbe Sovrano e pochi si scandalizzano, i giochini sono aperti. Emergono fatti che dimostrano  come, in diverse occasioni, lo Stato ha trattato  con i mafiosi, e qualcuno, come in passato ebbe a dire “io non ci sto”, anche oggi si indigna. Meglio sarebbe che qualche volta dicessero la verità, anche perché è vergognoso che ci siano mogli di mafiosi, con la scorta dello Stato pagata da tutti noi, che si aggirano impunemente per le contrade, così come restano un mistero provvedimenti che tolgono mafiosi pluriomicidi dai rigori del 41 Bis. Sul destino delle Province ci sono balletti che non presagiscono nulla di buono. Stato, Regioni, 10 Città Metropolitane, Province con più di 350.000 abitanti?    Con quali poteri? In Emilia – Romagna, delle attuali 9 Province, se ne salverebbero 2. Ed ecco saltare fuori vari fautori trasversali della Provincia unica Romagnola. A noi Romagnolisti non interessa il numero delle Prefetture: accorpando le “20” Polizie si otterrebbero risultati eccellenti nella gestione dell'ordine pubblico. Se poi si eliminassero migliaia di inutili leggi contraddittorie, che rendono impossibili semplici provvedimenti di espulsione di persone indesiderate, i Poliziotti e i Carabinieri non si sentirebbero più dire: portateci pure dentro tanto  domani siamo ancora qui a battere. E, detto fuori dai denti, non è questo il crimine maggiore: quello che sta dietro alla “nobile” professione è il crimine peggiore. I Romagnoli vogliono la Regione:
dell'area vasta e della Provincia unificata dipendente da Bologna per le risorse, non sanno che farsene. Qui, nei prossimi anni, occorrono investimenti infrastrutturali di portata storica. La fiera e i due palazzi dei congressi non bastano al Turismo Romagnolo, occorrono interventi di risanamento del mare di

sabato 21 luglio 2012

UNA BUONA PROPOSTA DAL COMUNE DI SANT’AGATA SUL SANTERNO




LA SICILIA E’ FALLITA PRIMA DELLA GRECIA. RINGRAZIAMO LOMBARDO PER I DEBITI CHE CI HA LASCIATO.



Dopo il blocco dei fondi Ue arrivano pesanti le parole di Lo Bello vicepresidente di Confindustria che chiede aiuto a Monti. Forse in molti lo sanno già. Nei mesi scorsi sono stati tanti gli allarmi lanciati a qualsiasi livello. L’ultimo in ordine di tempo, quello del Sindaco di Catania Stancanelli, che richiedeva soldi alla Regione per gli stipendi dei comunali di maggio. Sono situazioni già viste e riviste, soprattutto per chi è posto nei gradini più bassi della scala gerarchica, che come sempre, paga per primo le conseguenze. Non è la prima volta che i dipendenti comunali ricevono il loro stipendio in ritardo, ed in alcuni casi, questi ritardi si protraggono per mesi interi. Oggi, a parlare di scenario drammatico è Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria, che dalle pagine del Corriere della Sera lancia l’allarme di un possibile fallimento della Sicilia. “Va ripensata anche l’autonomia e occorre avviare un’operazione-verità. Scuotere dal torpore i siciliani, dai dipendenti regionali ai pensionati della stessa Regione che saranno i primi a trovarsi senza stipendi in caso di crollo. Ma il governo Monti – aggiunge – deve subito mettere mano ai conti, controllando un bilancio reso non trasparente da poste dubbie e residui inesigibili”. Chiaro il riferimento al cattivo governo della Regione Sicilia, che già negli ultimi mesi ha pensato alla campagna elettorale con assunzioni choc e sperpero di denaro a destra e a manca. Non a caso, l’Unione Europea ha bloccato i 600 milioni di euro destinati alla regione Sicilia. “La Sicilia – continua Lo Bello – rischia di diventare la Grecia del Paese e il Paese deve intervenire anche superando gli ostacoli di una autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigenti per garantire a se stesse l’impunità”

venerdì 20 luglio 2012

PROVINCIA DI RAVENNA CONTINUA LO SPERPERO. TOGLIAMO TUTTE LE PROVINCE, CON UNA SOLA SARA’ ANCORA PEGGIO PER ACCONTENTARE TUTTI


Alcuni amici, rispetto alla mia idea, sostengono che bisogna fare la “provincia Romagna” unica per mantenere la nostra identità, sono per la Romagna, mi sento romagnolo, in vacanza mi qualifico romagnolo. Credo che l’ente intermedio “unico” della Provincia non serva dopo l’istituzione delle Regioni, dal 1970. Nella pratica la sinistra continuerà, come ha fatto fino ad oggi, a spendere in interventi non di competenza alimentando la spesa pubblica. L’ultimo esempio l'uomo dalle mani bucate, Claudio Casadio, presidente della Provincia di Ravenna, continua a utilizzare in maniera impropria il pubblico denaro. Oggi regala 25mila euro ai pompieri dimenticando che di questi tempi ogni centesimo deve essere risparmiato e utilizzato solo per fini istituzionali, ma con l’assestamento di bilancio complessivamente ha utilizzato la somma di 88.363 euro, leggendo la tabella emerge:
Al primo punto un contributo al Dipartimento dei Vigili del fuoco pur riconoscendo “il fondamentale ruolo del corpo”, emerge “qualche perplessità” a comprendere “la ragione di una convenzione ad hoc di 25.000 euro da parte della Provincia per’rafforzare i servizi finalizzati alla sicurezza dei cittadini’, non di competenza istituzionale, quando nello stesso giorno il Senato ha modificato una legge per i Vigili del Fuoco. Non entriamo nel merito degli altri interventi, si commentano da soli, dai “Maori”, all’organizzazione di podistiche, corse ciclistiche e per iniziative musicali come alla Fondazione Savini, si è mangiato tutto il capitale sociale. Togliamo tutte le Province non solo cinquanta! Coraggio cambiamo le istituzioni e se c’è la volontà, approviamo anche il Presidenzialismo se vogliamo salvare l’Italia. Vincenzo Galassini consigliere Provinciale PDL Ravenna 

MI SONO SBAGLIATO, BERLUSCONI I VOTI LI PRENDERA’


LA SINISTRA SI PRENDE PAURA COMMENTO DI ANTONELLINI DELLA REDAZIONE DA PAVAGLIONE LUGO
Dicono che cambiare idea sia segno di intelligenza!? Certo è che in un modo in cui tutti sono convinti di avere la verità in tasca tanto che in due si litiga in tre, trovare chi dice che ha cambiato idea, è raro. L'unica attenuante che ho è che Berlusconi, è fuor di dubbio, sia un un uomo con milleuno difetti ma di straordinaria intelligenza. Martedì scorso sul vostro giornale profetizzavo, complice la novità davvero delirante e valutandola con le sole categorie mentali vigenti oggi, un abisso diverse da quelle di quando Berlusconi vinse le ultime politiche, che il Cavaliere prenderà pochissimi voti. Già, ho cambiato idea, ne prenderà (purtroppo) tanti. Appunto, dopo una valutazione a caldo, "sensitiva", della sua ridiscesa in campo, mi sono interrogato con più attenzione, usando il metro di giudizio più valido: perchè avrà fatto una simile cazzata?  L'ha fatto perchè è sicuro che gli andrà bene! L'elettore decide chi votare con il portafoglio in mano: la stragrande maggioranza degli elettori decide in base a se, secondo lui, chi verrà eletto, glielo riempirà o glielo vuoterà.  Tutti gli italiani lamentano di pagare troppe tasse. Ora più che mai chi sarà più credibile in campagna elettorale nel dire che le diminuirà, vincerà le elezioni.  In campagna elettorale tutti diranno che le diminuiranno, ma ci sarà un solo candido che potrà dire, non che promette, ma che lo già fatto, che avrà una "prova-provata" da mettere in campo:  ha vinto le ultime politiche garantendo la soppressione dell'ICI e la promessa l'ha mantenuta.  Sarà tremendamente più credibile di tutti gli altri. Inutile dire che la soppressione dell'ICI ci ha portati ad un passo dal baratro, come pure che eravamo lo zimbello dell'Europa o che è "sospettato" di aver compiuto reati o che passa il suo tempo in gradevoli compagnie.... "Se vince lui risparmio diverse centinaia di euro che mi servono tremendamente". Brrrrrrrrr Nel redazionale di martedì mi facevo forte del dato dei suoi 77 anni che in una legislatura portano ovviamente ad 82, ma a parte che non è molto elegante per contrastare un avversario far ricorso a questo dato, sottovalutavo appunto che è con le prospettive per il proprio portafoglio che si decide come votare. Arrigo Antonellini

giovedì 19 luglio 2012

IMU: DOPO IL PIANTO E IL LAMENTO DELL’ASSESSORE ZIVIERI UNA NUOVA STANGATA?


Le recenti esternazioni dell’assessore Zivieri sul gettito IMU ci preoccupano molto, consci del peso che già sopportano i cittadini di Faenza in termini di tasse e tariffe per sostenere un bilancio comunale gravato da un forte indebitamento. Non vorremmo che il pianto ed il lamento servissero ancora una volta per ritoccare al rialzo qualche balzello ad esempio proprio le aliquote IMU dopo aver già aumentato l’Irpef per il 23,1% dei contribuenti, averla mantenuta costante allo 0,5% per il restante 44,3% dei contribuenti e aver previsto uno sconto di uno 0,1% sullo 0,5% a coloro con un reddito inferiore ai 15.000 euro regalandogli un misero caffè al mese dopo aver stangato tutti con il nuovo piano/rincaro della sosta in centro. La nostra preoccupazione nasce anche dalla sapiente regia comunicativa di questa Giunta che per far cassa si trincera dietro slogan buonistici che con la loro dose di ipocrisia tutto giustificano soprattutto gli sprechi recenti e passati.
Ora l’Assessore teme la spendig review, taglio della spesa, fatto dal Governo Monti. Prima di rimettere le mani in tasca ai cittadini l’Amministrazione comunale ha il dovere di verificare tutte le voci di spesa ed i costi sostenuti. Quando il PDL ha chiesto che venisse fatta una seria verifica per il contenimento della spesa comunale l’Assessore ha fatto spallucce sostenendo che tanto era già stato fatto, c’è invece ancora tanto di superfluo da tagliare come ad esempio le spese di “condominio” che si aggirano sui 12.000 euro l’anno all’Ipercoop le Maioliche per uno spazio inutilizzato ed inutilizzabile di promozione del centro della città che rappresenta il danno e la beffa ordita dalle Amministrazioni di sinistra che hanno governato Faenza dal 1994 ad oggi.  Il Capogruppo pdl  Raffaella Ridolfi


LE PROVINCE VANNO ELIMINATE.


ORA IL PD SCOPRE LA PROVINCIA ROMAGNA, PER CONTINUARE LO SPERPERO DI SPESA. COERENZA! LE PROVINCE VANNO TOLTE TUTTE COME HA SEMPRE CHIESTO IL PDL.
Il molloc del PD ha deciso di fare la provincia Romagna, dopo avere combattuto da sempre la Regione Romagna. Prendiamo atto che molte cose sono cambiate in sette mesi. Berlusconi e il Pdl hanno sempre sostenuto che le Provincie andavano eliminate. Ora che un primo passo il Governo Monti l’ha abbozzato, il Pd, e forse la Regione Emilia Romagna  prendono posizione per fare una provincia unica da Rimini, Forli-Cesena a Ravenna, il solito modo di mantenere enti e sedie da sempre come hanno fatto con le Comunità Montane, i Parchi, trasformate ma mantenute accampando tante tesi. Il decreto  prevede che le competenze delle province siano solo due, potranno anche diventare 3 o 4. ma non cambia niente sulla nullità delle Province. Vanno tolte tutte! . Ricordo la storia delle Province. Già il ministro Minghetti -Destra Storica- nel 1861 (Governo Cavour) provò a presentare due disegni di legge che nella neonata nazione identificavano a livello territoriale unicamente due livelli di governo: Comuni e Consorzi di Comuni ad area vasta (Regioni) . Fin da allora gli oppositori di destra e sinistra (sembra di raccontare la storia dei ns. giorni) si opposero all’abrogazione delle Province, opperbacco!!! Costituite le Regioni nel 1970, ci provò il PRI di Ugo la Malfa che presentò un ddl costituzionale che mirava allo stesso scopo, DC e PCI fecero melina ed il tutto si arenò…..more solito. Registro che dal 1861 sono trascorsi 151 anni e dal 1970, 42 anni e le Province nel frattempo sono perfino aumentate. Adesso ci prova il Governo Monti, più modestamente, puntando ad una riduzione….ho i miei dubbi che possa raggiungere il traguardo. Come nel gioco dell’oca si torna alla casella di partenza, ovvero alla situazione del 1861. Chissà perché all’estero fanno fatica a capire perché l’Italia non risolve mai i suoi problemi ??!!! secondo me dipende dalla Merkel !!! come dicono i buontemponi. Questa è la storia, spero che nel 2013 con Monti si arrivi se non ad eliminarle tutte ma almeno il 50%, sarà difficile. Non credo che la Provincia unica della Romagna serva qualcosa quando dovrà gestire solo due o 4 competenze. Coraggio, tagliamo, almeno noi diamo il buon esempio rispettando quanto ha sempre dichiarato il presidente Berlusconi! Vincenzo Galassini consigliere provinciale Pdl Ravenna


mercoledì 18 luglio 2012

PIANO SOSTA CORO DI NO


E IO PAGO: PASSAGGIO DI FUNZIONI FRA PROVINCIA ED ENTI GESTIONI PARCHI (VENA DEL GESSO)


LA REGIONE NON RISPETTA LE LEGGE (D.L.1000 PROROGHE ) I CONSORZI DEI PARCHI NON DEVONO ESISTERE.  COME HA FATTO  CON LE COMUNITA’ MONTANE, CHE DOVEVANO ESSERE TOLTE, LE HA FINANZIATE. ALLA FACCIA DEI RISPARMI
Con i voti a favore della maggioranza, e quelli contrari di Udc, Pdl e Lega Nord, il consiglio provinciale ha approvato la delibera con la quale la Provincia trasferisce all'Ente per la gestione del Parchi e della Biodiversità - Delta del Po; e all'Ente per la gestione del Parchi (Vena del Gesso fatto in aree private  sopra la testa dei resdienti) e della Biodiversità - Romagna, le proprie funzioni in materia di aree regionali protette e siti della Rete Natura 2000. Con lo stesso atto, la Provincia trasferisce anche il contributo per la gestione delle piccole aree protette della Regione Emilia-Romagna, pari a 50.000 euro annui all'Ente 'Delta del Po'; e in comodato d'uso gratuito all'Ente 'Romagna' il Bat detector Peterson UD D 1000x e la Centralina meteo Digiteco, acquistati con il finanziamento del programma transfrontaliero Italia-Slovenia "Climaparks". In ogni caso la Provincia manterrà una serie di funzioni che vanno dall'approvazione dei bilanci dei due Enti, parteciperà all'attuazione dei progetti di sviluppo e approverà i Piani territoriali; esprimerà il proprio parere sui regolamenti dei Parchi e delle Riserve naturali e continuerà a erogare la propria quota annuale per la gestione. Difficile attuare la volontà del Governo  ”i parchi regionali devono rispettare le disposizioni contenute nella Finanziaria del 2010, che prevedeva la soppressione solo dei consorzi costituiti da enti locali che svolgevano funzioni amministrative” . «Ma la Regione Emilia Romagna, sostenendo che nessuna legge del Governo deve imporre a Comuni, Province o Regioni limiti nelle materie affidate agli enti locali,  può  istituire nuovi enti e assegnare ad essi la gestione dei parchi.  La Regione la stessa operazione l’ha fatta già con le ex Comunità Montane, che dovevano essere eliminate, ma le ha trasformate in “Unione dei Comuni”, senza alcun risparmio e portando alcune spese dello Stato a carico della Regione Emilia Romagna. La Regione Emilia Romagna protesta per avere altri soldi, cominci a risparmiare, ricordiamoci che l’Agenzia Moody’s declassa per i troppi debiti l’Italia e le Regioni, il debito pubblico ha raggiunto quasi i duemilioni di miliardi  e noi continuiamo come se nulla fosse.  Finirà così anche con le Province, che Berlusconi aveva promesso di togliere Regioni. Alla fine rimarrà tutto come prima? Speriamo di no. 



BENE: “FORZA ITALIA” PER L’ATTUALITA’ DEL MESSAGGIO LIBERALE.


da blog 31.7.2010 “I nostri elettori stanno con Berlusconi”  http://www.wicomwebspace.com/pdl_ravenna/?m=201007


''Il ritorno a Forza Italia è la cosa più giusta se si vuole convincere l'elettorato dell'attualità del messaggio liberale e moderato incarnato da Berlusconi''. Con le convulsioni politiche e con il continuo cambiamento dei simboli sulle schede elettorali  si perde di vista, forse, l'importanza di un branding che oramai rappresenta una stagione così importante, quale la difesa in campo di Berlusconi nel '94. Sono convinto che se questa sarà la scelta definitiva il marchio tricolore varrà punti percentuali in più  nel voto''.  Con Forza Italia recupereremo consensi, ma serve una rivoluzione liberale. 'Berlusconi ha fatto una scelta coraggiosa che ci aiuterà ad attraversare un momento difficile’. Tornando all'esperienza di Forza Italia possiamo recuperare consensi, ma non nascondiamo le grandi difficoltà e la necessità di una nuova rivoluzione liberale, proponendo volti di liberali veri e non come avvenuto nell'ultimo governo, quando abbiamo affidato le sorti della rivoluzione liberale a uno statalista. Forza Italia aveva la caratteristica dell'inclusione e non dell'esclusione. Correre da soli ci farà vincere,   visto che in 18 anni i nostri alleati e alcuni dei nostri ci hanno frenato e non fatto attuare il programma del ’94. Attenti alle scelte ai nostri rappresentanti in parlamento, uomini  ormai da quattro legislature e num,erosi con poca voglia di lavorare. Attenti,  è necessario un partito snello all’americana. No alle  tessere. Vincenzo Galassini


martedì 17 luglio 2012

GLI STUDI DI SETTORE SONO SOLO UN COMODO RUBINETTO PER SISTEMARE IL BILANCIO STATALE



Caro Direttore, la proposta di Andrea Tribulini pubblicata dal vostro giornale è senza dubbio di buon senso (si veda “Una misura di buon senso per risolvere il ritardo sugli studi di settore”), e non credo che – con i software moderni – la complicazione di una liquidazione in più possa turbarci più di quello che fanno altre norme. Ciò che non condivido è l’atteggiamento che (tutti) stiamo mostrando, che dimentica un elemento fondamentale: è universalmente noto che gli studi di settore attingono a una base dati storica e, quindi, i dati per la loro compilazione sono da tempo nelle mani dell’Amministrazione. Insomma, ci siamo tutti dimenticando la vera ragione per cui l’Amministrazione ritarda l’emanazione degli studi: sintonizzare il maggiore o minor flusso derivante dagli studi di settore per quadrare le esigenze di bilancio dello Stato. A noi, conoscitori della materia, non si può raccontare che il Fisco ha bisogno di dati per compilare gli studi di settore. Quali dati? Una serie storica statistica. E noi sappiamo bene che il “cervellone” dell’Agenzia non è ancora in grado di fornire i dati delle dichiarazioni del 2010 (altrimenti avremmo già ricevuto tutti gli avvisi bonari). Quindi, è altrettanto ovvio che la base dati statistica di ogni studio di settore si ferma (quando va bene) al secondo o terzo anno precedente.

IL CAVALIERE PROPONE: “FORZA ITALIA”. BENE! UN’INTERVISTA ALLA BILD, BERLUSCONI AVANTI TUTTA TORNIAMO ALLE IDEE DEL 1994!


Noi ci auguriamo una Germania più europea e non un'Europa più tedesca», senza risparmiare critiche alla «eccessiva politica di risparmio» di Angela Merkel (che proprio ieri aveva ribadito il no suo e della Germania a «politiche di solidarietà senza garanzie»). Alla Bild, il Cavaliere rivendica anche l'azione del suo esecutivo: «Se noi abbiamo di nuovo sotto controllo il nostro bilancio statale è in gran parte grazie al mio governo» afferma, sostenendo di essere stato il primo leader occidentale ad aver riconosciuto il pericolo della crisi e ad aver introdotto le riforme. Un percorso intrapreso ma non compiuto sul quale il confronto con gli elettori del centrodestra è aperto. Si chiede per esempio se il candidato Berlusconi dovrebbe «portare avanti le riforme costituzionali e in particolare il presidenzialismo». Se mettere in lista «facce nuove, indipendentemente dalla loro età, purché siano competenti». Sono quindi domande-idee già allo studio, ma di cui si chiede un parere a tutti. Tra queste, una svolta che già frulla nella testa dell'ex premier: «Nominare un vice donna, possibilmente non politico». E poi si propone di «riformare le regole su cui si basa l'unione Europea», continuare la razionalizzazione della spesa pubblica del governo Monti, ma abbassando le tasse. Si sondano i fedelissimi su possibili alleanze

VOLEVAMO, VOLEVAMO




Roma, 9 novembre 1999, primo Congresso di Forza Italia: 
  • volevamo che tutti i dipendenti pubblici e privati potessero pagare in maniera autonoma le tasse senza subire, come oggi avviene, il prelievo forzato dalle buste paga; 
  • volevamo detassare gli utili delle aziende;
  • volevamo passare dalle cento tasse esistenti a otto tasse principali; 
  • volevamo ridurre a una le quattordici tasse sulla casa, a una le sei sull’automobile, 
  • volevamo arrivare un giorno a poter dire: tutte le norme fiscali vigenti sono abrogate, esiste un solo codice con norme chiare e comprensibili
Volevamo, volevamo.  Certo che volevamo. E lo vogliamo ancora