da E’ RUMAGNÔL
Ogni giorno un progetto nuovo? Sarà, forse,
che vogliono far restare le cose come stanno? Famosa la frase Gattopardesca: tutto cambia, nulla cambia? I
balletti sul futuro delle Province sta
assumendo contorni da circo: sappiamo quanto sia brava la “Casta” nel
conservare quanto a lei serve per mantenere la sua posizione di privilegio.
Hanno stravolto i risultati di diversi Referendum Popolari approvando leggi che
urlano vendetta, vedi quella sul finanziamento pubblico ai partiti, col
risultato che milioni di Euro sono finiti nelle tasche dei vari Lusi e collusi.
Ora è la volta della “Riforma” che dovrebbe tagliare il numero dei Deputati e
dei Senatori. I Cittadini dicono di tagliare almeno la metà di quelli attuali,
i Signori Deputati e Senatori ne vogliono mantenere 508 e 254 di cui 8 e 4 eletti
all'estero. Abbiamo un Governo “tecnico”
non eletto dal Popolo che la Costituzione vorrebbe Sovrano e pochi si
scandalizzano, i giochini sono aperti. Emergono fatti che dimostrano come, in diverse occasioni, lo Stato ha
trattato con i mafiosi, e qualcuno, come
in passato ebbe a dire “io non ci sto”, anche oggi si indigna. Meglio sarebbe
che qualche volta dicessero la verità, anche perché è vergognoso che ci siano
mogli di mafiosi, con la scorta dello Stato pagata da tutti noi, che si
aggirano impunemente per le contrade, così come restano un mistero
provvedimenti che tolgono mafiosi pluriomicidi dai rigori del 41 Bis. Sul
destino delle Province ci sono balletti che non presagiscono nulla di buono.
Stato, Regioni, 10 Città Metropolitane, Province con più di 350.000 abitanti? Con
quali poteri? In Emilia – Romagna, delle attuali 9 Province, se ne salverebbero
2. Ed ecco saltare fuori vari fautori trasversali della Provincia unica
Romagnola. A noi Romagnolisti non interessa il numero delle Prefetture: accorpando
le “20” Polizie si otterrebbero risultati eccellenti nella gestione dell'ordine
pubblico. Se poi si eliminassero migliaia di inutili leggi contraddittorie, che
rendono impossibili semplici provvedimenti di espulsione di persone
indesiderate, i Poliziotti e i Carabinieri non si sentirebbero più dire:
portateci pure dentro tanto domani siamo
ancora qui a battere. E, detto fuori dai denti, non è questo il crimine
maggiore: quello che sta dietro alla “nobile” professione è il crimine
peggiore. I Romagnoli vogliono la Regione:
dell'area vasta e della Provincia
unificata dipendente da Bologna per le risorse, non sanno che farsene. Qui, nei
prossimi anni, occorrono investimenti infrastrutturali di portata storica. La
fiera e i due palazzi dei congressi non bastano al Turismo Romagnolo, occorrono
interventi di risanamento del mare di
grande portata. Non si può passare
l'Estate a guardare il cielo se piove o non piove. Occorre avviare grandi mutamenti della struttura
alberghiera per adeguarla alle norme di sicurezza: le deroghe annuali debbono
finire. Quindi, anche in questa direzione, occorrono grandi risorse
finanziarie. Bologna ha fatto saltare ogni ipotesi di unificazione
aeroportuale, poiché a loro poco interessa la sorte degli aeroporti Romagnoli,
anzi meglio se chiudessero tutti. L'aeroporto internazionale interessa però ai
Romagnoli, che sanno di non poterne fare a meno e questo basta loro per
prendere misure intelligenti e rapide nel merito. La nuova Regione Romagna si
impone quindi con forza ed estrema urgenza, una Regione con un Governo
Policentrico reale, strutturalmente semplice, che abolisca tutti i vari centri
di potere burocratico di secondo livello. Questo è quanto chiedono e vogliono
realizzare nel breve tempo i Romagnoli attraverso il Referendum Popolare
previsto dall'Art. 132 della Costituzione. Il “TUTOR” della Costituzione si
attivi seriamente dunque, perché si arrivi in tempi brevi allo svolgimento di
questo Referendum Popolare nel segno della Democrazia diretta. Recentemente il
Dott. Bonfiglio Mariotti, importante imprenditore Romagnolo, si è premurato di
fissare in un libro numeri che urlano “vendetta” nei confronti di Bologna. I
prossimi anni, con l'accentramento di tutti i poteri a Bologna, con la fine
miseranda del loro falso “Policentrismo”, questi numeri dei soldi trasferiti in
Romagna saranno anche peggiori di quelli documentati. Dunque svegliamoci tutti,
cari Romagnoli, in prima fila le forze economiche. Ed anche le insigni personalità
della cultura dovranno svegliarsi. Agiamo dunque uniti e con intelligenza, ché
l'obiettivo Regione Romagna è alla nostra portata.
E’ RUMAGNÔL
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