mercoledì 4 luglio 2012

SPENDING REVIEW: VECCHI LIMITI D’ETA’ PER PENSIONARE GLI STATALI, MA CHE LICENZIAMENTO E’????????


Decisivo sarà il vertice informale tra i “professori” del governo, il viceministro dell’Economia Grilli ed i ministri Giarda e Patroni Griffi, e il premier Monti è chiaro, però, che a influire sulle scelte di Palazzo Chigi sarà l’incontro con le parti sociali ed enti locali, visto e considerato che le misure delle spendiew review che dovrebbero garantire almeno 4,2 miliardi, colpiranno anche la pubblica amministrazione.  Gli statali potrebbero subire una riduzione degli organici del 10 per cento attenuata dalla possibilità di accedere anticipatamente alla pensione, stando alle prime indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa. In particolare lo snellimento comporterà la riduzione a 10.000 unità di personale entro la fine del 2012 e un ulteriore sforbiciata di 80 – 90.000 unità entro la fine del 2014. Una parte di questi percepirà una indennità di mobilità. Per chi rifiuta si apre la strada della cassaintegrazione per 2 anni con l’80% dello stipendio e poi 8 mesi in Aspi. Tutti gli altri andranno in pensione (per chi matura i requisiti entro il 2014 ci si baserà sui vecchi limiti d’età, quelli in vigore prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero, anche se l’indennità verrà comunque percepita a partire da 66 anni).
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Gli altri punti chiave del DL sulla spending review saranno la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi, che dovranno passare per il mercato elettronico gestito dalla Consip (la società per azioni del Ministero dell’Economia), che dovrà controllare le spese ministeriali anche con effetto retroattivo rispetto ai contratti già conclusi. In particolare, i tagli riguarderanno la sanità e saranno rappresentati da un riduzione dei costi sopra le righe di asl e ospedali e delle spese farmaceutiche. Altro pilastro interessato dalla revisione della spesa sarà quello degli enti, locali e pubblici. In tal senso è prevista l’istituzione delle aree metropolitane che dovrebbe portare all’ abolizione della maggioranza delle Provincie( ma chi ci crede ????????) e, allo stesso tempo, l’alleggerimento di Cda (tetto di tre persone nei consigli di amministrazione nelle società controllate da Stato) il taglio di enti strumentali, società e consorzi di regioni, province e comuni. Ma a tal proposito è arrivata già una controproposta da parte dell’Unione delle Provincie, una sorta di autoriforma, finalizzata al contenimento della spesa pubblica che «garantirà allo Stato 5 miliardi di risparmi». E anche dalla Regioni dovrebbe arrivare un “disegno di legge” simile

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