Sembrava strano che il
sacrosanto taglio delle province fosse stato definitivamente
accettato e digerito. D’altronde, in un paese normale, nessuno piange per la
dipartita della BAT (la Barletta-Trani-Andria) o dell’Ogliastra con il suo
doppio capoluogo Tortolì-Lanusei. Puntualmente, infatti, ecco che i nostri
politici tornano alla carica, stavolta con un emendamento bipartisan
(firmatari Paolo Giaretta del Pd e Gilberto Pichetto
Fratin del PdL) alla spending review. Tenetevi forte, perché neppure
nell’immaginazione più profonda si sarebbe potuta partorire la “Regola
del Due”. Di che si tratta? Semplice: nessuna regione
ordinaria potrà avere meno di due province. Questione di campanili,
certo, ma anche di voti da raccogliere alle prossime elezioni. A salvarsi
sarebbero tre degli enti rottamati: Terni, Matera e Isernia.
Si dice che il governatore molisano Iorio (di Isernia,
appunto) sia stato attivissimo nel tutelare gli 87 mila abitanti della sua
provincia, mentre a sinistra avrebbero fatto i salti mortali per salvare Matera
e Terni (200 mila abitanti). Peccato che Varese, Monza Brianza e Padova
(che di residenti ne hanno il triplo e il quadruplo delle tre risorte)
non saranno recuperate.
Per loro, il cimitero è pronto. Sembra, dunque, che senza Terni, Matera e
Isernia non si possa fare a meno. E come se non bastasse, il senatore Domenico
Benedetti Valentini (PdL) ha colto l’occasione per proporre la “Regola
del Tre”: fare in modo che per ogni corte d’Appello ci siano tre
tribunali. A salvarsi sarebbe anche Spoleto, che ovviamente è
la città del senatore Benedetti Valentini. D’altronde è impensabile
che a Spoleto non ci sia un tribunale, deve aver pensato il pidiellino. E’ la
solita storia: ogni volta si annunciano cambiamenti epocali all’insegna del
rigore e della serietà.
Nessun commento:
Posta un commento