Enologica
dal 2013 non si terrà più a Faenza. Quella di quest'anno potrebbe essere
l'ultima edizione del fortunato e seguito evento dedicato al mondo del vino e
della cultura del gusto realizzato all'interno dell'ormai ex centro fieristico
provinciale di Faenza. Questo è lo stato di fatto, non ancora ufficiale ma
conseguente, che si evince a seguito dalla decisione dell'Amministrazione
comunale di non investire un milione di euro per mettere a norma lo spazio
fieristico di via Risorgimento.
«Da
faentino mi dispiace, ma le condizioni per ospitare un evento complesso dal
punto di vista logistico ed organizzativo come quello di Enologica non ci sono
più se viene a mancare la realtà di via Risorgimento». Questa è l'analisi,
impietosa e laconica, portata dal curatore del Salone del vino e del prodotto tipico
dell'Emilia-Romagna, Giorgio Melandri. Di possibili spazi cittadini alternativi
capaci di poter ospitare l'evento autunnale «non ce ne sono». Un brutto colpo,
se questa ipotesi si dovesse concretizzare, visto che Enologica rappresenta un
fiore all'occhiello della e per la città. «Il Palazzo delle Esposizioni non è
una struttura adeguata ad ospitare l'evento e - rimarca Melandri - se anche
l'Amministrazione dovesse intervenire nel recupero architettonico non sarebbe
comunque possibile pensare di poterlo vedere finito per il 2013». In
conclusione, visto che Enologica è un salone dall'eco regionale «dal 2013 altri
spazi capaci di ospitarci non sarà difficile trovarli». A seguito della decisione di
palazzo Manfredi di non investire sull'adeguamento antincendio della Fiera, ad
essere in forse non c'è solo Enologica. Anche la settimana di solidarietà
organizzata dall'associazione faentina «Mato Grosso», in programma ogni anno
dal 26 dicembre al 1° gennaio, di fatto è a forte rischio. Lo conferma lo
stesso portavoce dell'associazione Stefano Laghi. «Allo stato attuale non
abbiamo ancora avuto una risposta definitiva dall'Amministrazione su dove e
come potremmo organizzare il nostro campo di raccolta. Per noi lo spazio della
Fiera era strategico. Non a caso per la raccolta del materiale, dal ferro al
vetro passando per plastica, carta, ma anche mobilia e roba antica,
utilizzavamo i due padiglioni e l'intero spazio esterno». Quella del Mato
Grosso è uno degli appuntamenti più frequentati e apprezzati organizzati nel
quasi ex spazio fieristico. Momento di incontro e solidarietà che rischia
seriamente di non potersi ripetere a Faenza. «Le date sono impossibili da
anticipare. Lo abbiamo sempre fatto in questo periodo proprio perché possiamo
utilizzare la parentesi delle vacanze natalizie per raccogliere le forze e le
disponibilità delle persone. L'anno scorso, ad esempio, ben 300 ragazzi,
provenienti da ogni parte d'Italia si sono ritrovati a Faenza per lavorare
tutti assieme ad un progetto comune». I problemi per il futuro sono soprattutto
di ordine logistico ed organizzativo. «Durante l'anno raccogliamo il materiale
dalle cantine, solai e dalle case. Nella settimana in questione lo riversiamo
poi in Fiera mettendolo a disposizione di chi viene a visitarci. Per questo - conclude
Laghi - siamo preoccupati per il futuro della manifestazione».
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