“VOLEVANO CONDANNARCI AL SILENZIO CON I SOLDI DEGLI UTENTI, SONO
STATI CONDANNATI MA FARANNO FINTA DI NULLA
Rodolfo Ridolfi* Nel mio libro le “Coop Rosse il più grande conflitto
di interessi dell’Italia del dopoguerra” a cura di Vittorio Feltri e Renato
Brunetta con i contributi di Davide Giacalone e Tino Oldani, del 2007, nel capitolo VI Hera Spa: il nuovo modello del
capitalismo in rosso affermo fra
l’altro: “ Numerosi politici, studiosi e giornalisti, da anni denunciano come
il sistema delle partecipazioni locali rappresenti un vero e proprio freno alle
autentiche liberalizzazione dei servizi, configurando di fatto un monopolio ed
un blocco alla libera concorrenza. Questo fenomeno è diffuso a tal punto da
provocare un forte dissenso che si esprime da tempo con numerose iniziative di
cittadini e associazioni dei consumatori, con interpellanze e interrogazioni
nel Parlamento, nella Regione Emilia-Romagna, nei Comuni e nelle Province dove
opera Hera Spa”. Molti episodi accaduti dopo la pubblicazione del libro hanno
continuato a confermare e rafforzare quanto già ampiamente dimostrato” Dai 22
milioni di euro di multa dovuti da Hera spa al fisco, a causa dell’ingiunzione
dell’Ue per le agevolazioni concesse nel triennio 1996/99, risultato
dell’assoluta incapacità dei sindaci dei Comuni soci, che hanno accettato
passivamente il ruolo di essere telecomandati per inseguire il business su
servizi essenziali”. “ Già dieci anni orsono,
quando la Consob nel 2002 lanciava i suoi segnali di avvertimento, era
chiaro che sarebbe finita esattamente come sta finendo: con un danno di proporzioni gigantesche per
le tasche dei cittadini, costretti a pagare per l’insipienza dei loro primi
cittadini e la spregiudicatezza di consulenti e dirigenti di Hera, per di più
profumatamente pagati”. Ho sempre sostenuto che una certa sinistra ha per lungo
tempo giocato in borsa con i soldi dei cittadini e che gli intrecci giunte
rosse, coop rosse, multiutility rosse sono sotto gli occhi di tutti ma pochi
hanno avuto il coraggio di denunciare questa distorsione del nostro sistema
economico ed istituzionale. Insieme a
Renato Brunetta, Andrea
Pamparana e Giorgio Stracquadanio per primi ce ne
siamo fatti carico nel febbraio 2006 con la pubblicazione, uscita con Panorama
“Documenti di Panorama” “Il Capitalismo in rosso indagine sulle coop
dai valori alle speculazioni” Hera ha tentato di fermare questa operazione
di “verità e di trasparenza” trascinando noi e Panorama, allora diretto dal
compianto Pietro Calabrese in giudizio per
sentirci dichiarare responsabili in solido e vederci condannati come diffamatori nei
confronti di Hera e, comunque per aver leso la sua immagine imprenditoriale, al
risarcimento di tutti i danni materiali e morali subiti, nonché dell’ulteriore
danno previsto dall’art. 12 L. n. 47/1948, da liquidarsi nella misura di €.
550.000,00 ed alla pubblicazione a nostre spese della sentenza o di un estratto
della stessa sui quotidiani “La Voce di Rimini” e il “Corriere della Sera”,
nonché sulla rivista “Panorama”. Il tribunale di Milano con sentenza del 9
agosto 2012 ha rigettato la pretesa di Hera condannandola a rimborsare alla parte convenuta, mirabilmente
rappresentata dagli avvocati Antonello Martinez e Alberto Carlo Merlo le spese di lite, che ha liquidato d’ufficio
in € 1.000,00 e € 20,000,00 per
compensi, oltre i.v.a. e c.p.a. A queste cifre vanno aggiunti gli onorari che
Hera dovrà sborsare agli avvocati Giuseppe Gullo, Gianluigi Serafini e Filippo
Sgubbi. Sappiamo che chi ha preso quella decisione politica non pagherà un solo
euro che graveranno invece sulle tasche nostre e sulle nostre bollette, come è accaduto sempre per le multe fiscali e
quant’altro comminate ad Hera. Molto di quanto contenuto nel successivo libro
“Le coop rosse” del 2007, per la verità con qualche anno di ritardo è stato ed
è ancor oggi all’attenzione della magistratura come nel caso di…. E di Terre
emerse. Per quanto riguarda Hera sarebbe
corretto che, finalmente, in un
soprassalto di dignità i sindaci dei Comuni soci, per rispetto ai cittadini,
facessero valere la maggioranza delle quote azionarie per convocare l’assemblea
di Hera spa e per chiedere che almeno i
21 mila euro che la multyutility
è stata condannata a pagare e gli onorari degli avvocati fossero
addebitati ai consulenti e ai dirigenti,
diretti responsabili della incauta ed ingiustificata causa. Hera in omaggio
alla trasparenza dovuta a tutti gli utenti dovrebbe anche pubblicare un
estratto della sentenza sulla Voce di Romagna, Sul Corriere della Sera e su
Panorama. L’amministratore delegato ed
il presidente se non fossero così pervicacemente incollati alla poltrona
dovrebbero liberare le Istituzioni dalla loro imbarazzante presenza, ma così non
sarà e noi dovremo consolarci con il diritto di opinione e di parola, che
questa volta non sono riusciti a ledere e a limitare, affermando “ Bei compagni alle coop e ad Hera!”*del
Coordinamento Provinciale e Regionale del PDL
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