Oggi nella cappella Farnese del palazzo Comunale
di Bologna è stato presentato il libro Gli
Spada in Romagna e a Bologna. Architettura, arte e collezionismo nei secoli XVI
e XVII, quattordicesimo volume della collana I Quadri della Fondazione ‘La Memoria Storica di Brisighella I
Naldi-Gli Spada’, edito da Carta Bianca di Faenza. L’incontro dopo il
saluto del delegato del sindaco di
Bologna e di Brisighella, Virginio Merola e Davide Missiroli; e, gli interessanti
interventi di Carla Bernardini, direttrice delle Collezioni Comunali d’Arte, di
Anna Maria Matteucci, professore emerito dell’Università degli Studi di
Bologna, e infine dell’autore, Davide Righini, docente di Storia dell’Architettura
presso il medesimo Ateneo. Celebre famiglia di Brisighella, gli Spada si
imposero tra i casati più ricchi e prestigiosi della società romana del
Seicento, diventando molto attivi nel campo delle arti. Il volume riguarda però
il contributo, altrettanto ricco e affascinante, che tra il XVI e il XVII
secolo gli Spada diedero ai vari centri della Romagna e a Bologna, seconda città dello Stato Pontificio. Il
libro segue l’affermazione della casata rapportandola con l’analisi delle
imprese dalla stessa promosse, soprattutto nel campo dell’architettura, genere
che interessò in modo quasi maniacale Paolo
Spada e in senso proprio suo foglio Virgilio.
Numerosi apporti documentari, frutto di approfondite ricerche, permettono
all’autore una moderna sintesi di vicende solo in parte già note, sottoposte a
un’attenta contestualizzazione. Molto apprezzabile, ad esempio, grazie ai
disegni reperiti presso l’Archivio Segreto Vaticano, è la ricostruzione degli
interventi promossi dal cardinale Bernardino
Spada durante il periodo della legazione bolognese (1627-1631): la
sistemazione e la decorazione dell’appartamento del Legato nel palazzo
Apostolico, la costruzione del tratto finale del portico degli Alemanni e il
tracciato della via Urbana. Sempre a Bologna, il fratello Virgilio promosse il
completamento della chiesa di San Paolo,
finanziando la realizzazione della facciata e della cappella di famiglia per il
ramo che qui si era stabilito: qui edificò la spettacolare tribuna del Bernini
come ‘teatro’ del martirio di San Paolo dell’Algardi. A Faenza, invece, per la cappella gentilizia del ramo romagnolo,
nella chiesa gesuitica di Santa Maria dell’Angelo, coinvolse il Borromini
(1648)
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