mercoledì 25 giugno 2014

SUICIDI BANCARI: QUESTA VOLTA TOCCA ALL’AD DI BANCA SELLA


E’ stato trovato il corpo senza vita di Donato Valz Gen ai piedi di una delle torri del cda di Banca Sella in Via Lamarmora a Biella. Donato Valz Gen, sempre sostenuto dalla fiducia e dall’affetto della famiglia Sella e dei colleghi, lavorava dalla fine degli anni Settanta nel Gruppo, come già suo padre Emilio per trent’anni, prima di lui. Attualmente anche la figlia lavora nel Gruppo. Dopo aver ricoperto incarichi di sempre crescente responsabilità, Donato Valz Gen era arrivato ad assumere l’attuale carica di amministratore delegato e direttore generale della Banca, ottenendo anche in questo ruolo risultati di successo, come durante tutta la sua carriera. Per conto del Gruppo aveva anche svolto incarichi in organismi di settore, in particolare per quanto riguarda l’e-commerce e i sistemi di pagamento tradizionali ed elettronici, nei quali aveva una lunga esperienza ed era molto apprezzato a livello nazionale e internazionale per l’apporto e il forte contributo all’innovazione che aveva sempre dato.
La cosa che mi colpisce è che Donato Valz Gen era stato responsabile dell’area Sistemi di pagamento dal 1996. Proprio recentemente ho partecipato alle assemblee degli azionisti di tre primarie banche italiane denunciando la creazione di 860 miliardi “in nero”, denaro cioè che non era stato contabilizzato in bilancio a favore degli istituti. Questa pratica riguarda tutte le banche italiane e deriva dall’interpretazione erronea delle regole contabili internazionali che permettono alle banche di simulare di essere esclusivamente degli istituti di intermediazione quando invece la funzione principale che svolgono è quella della creazione di nuovo denaro ogni volta che effettuano degli impieghi.


In sostanza, quando la banca presta, crea denaro direttamente nel conto del cliente senza prima accreditarselo, il che le permette poi, quando reincassa il denaro, di pareggiare la contabilità mantenendo l’incasso come provvista extracontabile, in nero. Si tratta di denaro fantasma che ammonta a più di 1.400 miliardi di euro per il solo 2013, secondo i dati sugli impieghi di Bankitalia. Questi soldi virtuali vengono poi riciclati tramite i sistemi di compensazione interbancaria che sono gestiti dalle pochissime persone autorizzate all’interno del sistema bancario: gli addetti ai sistemi di pagamento internazionali. Sarà un caso, ma anche nella recente ondata di suicidi bancari accaduti all’estero – almeno 16 dall’inizio dell’anno – spesso si trattava di persone che avevano accesso a questi sistemi. Non si meraviglierà il lettore se sapesse che fu proprio
Roberto Calvi, trovato impiccato sotto un ponte presso la City di Londra nel 1982, ad elaborare il primo sistema dei conti neri non pubblicati all’interno della CEDEL, che poi diventò la Banca Clearstream e che è uno dei tre sistemi che compongono il triangolo europeo delle Bermuda dove sparisce il denaro fantasma. Gli altri due punti d’accesso sono: Euroclear e SWIFT. Se la pista è questa, mi auguro che i prossimi banchieri facciano almeno a tempo a fare “outing”, prima di fare quella misera fine, che sia per accidente o per senso del pudore…
Magari rettificando i bilanci bancari potremmo evitare tanti altri suicidi, e non solo que lli dei banchieri, oltreché recuperare all’erario qualcosa come 400 miliardi all’anno. Chissà.

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