ATENE – La nuova legislazione fiscale della
Grecia è chiara ed è entrata in vigore dal primo gennaio 2014: nel reddito dalle proprietà
viene considerato anche “il reddito
imputabile” dall’uso della propria proprietà, che magari i
genitori hanno donato ai figli per vivere senza affitto. Secondo il quotidiano
greco “Eleftheros Typos”,
come riporta KTG, la tassa su redditi “fittizi” sarà calcolata in base al
valore della proprietà con un moltiplicatore del 3%. I contribuenti che vivono nelle loro
proprietà avranno un carico
fiscale addizionale dell’11-13%, solamente per utilizzare le
proprie case. In altre parole, nella
Grecia sotto commissariamento della Troika i proprietari immobiliari che vivono
nelle loro case saranno chiamati a pagare una tassa “per vivere nella loro abitazione“,
con l’eccezione dei redditi fittizi di case superiori ai 200 metri quadrati,
concessi a figli o genitori per viverci. La tassa sarà del 10% del reddito fittizio di proprietà
superiore ai 12 mila euro e il 33% per ogni valore superiore.
Ad esempio per una propietà di 200,000 euro, il reddito fittizio è di 6 mila
euro ed il proprietario deve pagare 600 euro per viverci. Questa nuova tassa si aggiunge a quelle già esistenti, regolari
e di emergenza, imposte sulle abitazioni e saranno unificate in una unica. E
quindi vivere in una propria abitazione viene considerato come una “presunzione di reddito“. E
l’ufficio delle imposte calcolerà 40 euro a metro quadro come cifra di
riferimento per mantenere la proprietà. E così se un contribuente è disoccupato
ma proprietario di un’abitazione di XY metri quadrati, l’ufficio delle imposte
creerà un reddito fittiziosu misura: 3,000 euro l’anno per i bisogni di
sopravvivenza e 3000 euro per il mantenimento della casa. A cui pagare le
rispettive tasse. La proprietà immobiliare è per la Troika la princiaple fonte
di rendia. Anche se non produce alcun reddito, come nel caso in cui a viverci
sono i proprietari.
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