Milioni di
italiani si sentono - giustamente - vittime di un'estorsione di Stato, ma non
un partito alza un dito, nessuno ascolta la loro rabbia, non uno che provi a
porre rimedio al problema
Alessandro Sallusti - Nell'ultimo anno sono stati scritti fiumi di inchiostro per
analizzare il fenomeno Grillo e quello dell'astensionismo. Si tratta di diversi
milioni di voti in libera uscita da quella che è chiamata la «politica
tradizionale». E giù spiegazioni sociologiche, a volte antropologiche. A mio
avviso la questione è molto ma molto più semplice, e solo in piccola parte ha a
che fare con il disgusto per gli scandali grossi e piccoli che la politica ha
offerto alle cronache. L'esempio del doppio canone Rai per artigiani,
commercianti e partite Iva è illuminante. Milioni di italiani si sentono -
giustamente - vittime di un'estorsione di Stato ma non un partito alza un dito,
nessuno ascolta la loro rabbia, non uno che provi a porre rimedio al problema.
Parliamo di almeno cinque milioni di cittadini che sull'argomento sono rimasti
senza rappresentanza politica. Tace quel furbetto di Renzi, che a parole
promette basta tasse e basta burocrazia ma che nei fatti si guarda bene dal
tutelare i contribuenti dagli esattori abusivi della Rai. Tace, dispiace dirlo,
Forza Italia, probabilmente timorosa di essere accusata di volere penalizzare
la Rai a vantaggio di Mediaset. In generale tacciono tutti, perché la Rai
ancora prima che tv di Stato è tv della politica, quindi cosa loro. Che se poi
uno ci mette la faccia rischia pure la ritorsione di non essere più invitato a
Ballarò o in una delle tante trasmissioni-passerella.
Mi metto nei panni di uno
dei cinque milioni di italiani costretti a pagare una nuova e ingiusta tassa
occulta. Che faccio alle prossime elezioni? Semplice: punisco chi mi ha
gabbato, o almeno non ha provato a difendermi come avrei meritato. Oppure
risolvo il problema a modo mio, andando a ingrossare, per legittima difesa, le
file degli evasori fiscali. Perché l'evasione non è solo figlia della furbizia
o della disonestà. Il più delle volte è un'inevitabile risposta a una tassa
eccessiva o ingiusta, come lo è quella che la Rai vuole imporre a possessori di
computer teoricamente in grado di connettersi con un canale tv.
Così come è successo sulla
casa, la doppia tassa sul canone è la prova che il governo Renzi fa il gioco
delle tre tavolette. Taglia gli sprechi ai comuni e alla Rai e poi permette che
questi si rifacciano su di noi. Non c'è quindi da stupirsi che il cinquanta per
cento degli italiani non vada a votare e un altro venti scelga Grillo.
Sicuramente non è la strada per risolvere i problemi, ma a volte vendicarsi può
lenire il senso di abbandono e quello di ingiustizia.
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