Abbiamo anche visto il
bilancio preventivo 2016 e il consuntivo 2015, sia del Comune che dell'Unione.
L'ufficio ragioneria del Comune ha sudato varie camicie per mettere assieme due bilanci (Comune+Unione) e per dare
una mano a chiudere anche i bilanci degli altri 5 comuni dell'Unione, alle
prese con le nuove regole della contabilità armonizzata. Il risultato è
che,oggettivamente, non si ha più un quadro d'insieme delle finanze di Faenza,
in quanto i servizi sono divisi tra Comune, Unione, varie partecipate: in
questo modo la centralità del cittadino, come fruitore finale dei servizi
locali e come elettore, è andata a farsi benedire e nessuno riesce più a farsi
un'idea della nostra situazione leggendo i documenti di bilancio. Anche in
Commissione abbiamo dovuto chiedere ai dirigenti dettagli e fogli excel vari
per capire cosa c'era scritto nei bilanci..In ogni caso Malpezzi, e questo è il
dato di fondo, va avanti con la gestione ordinaria, facendo gli investimenti
che derivano dai fondi regionali (scuole, strade, ecc.) e di cui non ha alcun
merito: di farina del suo sacco c'è ben poco.
L'investimento più stravagante è, forse, quello del restauro del palazzo del podestà: non per l'oggetto, ma per le furbesche modalità di gestione del tutto e per la totale assenza di un progetto di futuro utilizzo. Il tutto inizia dal fatto, molto banale, che il tetto perde e quindi va riparato; poi c'è il problema di liberarsi del palazzo ex Manfredi accanto alla biblioteca, che Malpezzi non vuole recuperare. Il colpo di genio (si fa per dire) è questo: diciamo ai cittadini che sacrifichiamo il palazzo ex manfredi per trovare le risorse per recuperare il palazzo del podestà, così nessuno ci romperà le scatole; poi (secondo colpo di genio, sempre per dire) diciamo che facciamo la permuta dei lavori di restauro a fronte della cessione del palazzo. Dato che in Giunta non ci sono dei geni il giochino è presto smontato: nessuno si fa avanti per fare la permuta lavori/palazzo, in quanto nessuno può spendere dei soldi veri (per fare i lavori al Palazzo del Podestà) per avere in cambio un rudere non commerciabile se non ci metti sopra altri soldi veri (doppia fregatura insomma). Dimenticavo di dirvi che non lo ha detto il medico di dare in permuta palazzo ex MAnfredi, per cui magari questo potrebbe restare di pubblica proprietà, magari attingendo a bandi europei (che in Comune non sanno nemmeno dove stiano di casa) e destinarlo a pubblica fruizione. Forse in permuta sarebbe meglio dare beni facilmente commerciabili: io avrei un'idea ma ovviamente non la posso dire in pubblico. In ogni caso questa permuta permette di riparare il tetto ma non di finire il restauro del palazzo del podestà, per cui occorreranno altri soldi che al momento non si sa dove prenderli. Poi ci sarà il problema di pensare cosa fare dentro il palazzo del podestà, con quali soldi e con quale tipo di gestione: sarò curioso di vedere le proposte di Malpezzi dato che non ha soldi per mantenere il MIC o la Pinacoteca o recuperare il palazzo delle esposizioni o il palazzo laderchi, Ma non preoccupatevi: nel 2018 Malpezzi ci saluterà tutti per andare a Roma (se Renzi sarà ancora in sella).
L'investimento più stravagante è, forse, quello del restauro del palazzo del podestà: non per l'oggetto, ma per le furbesche modalità di gestione del tutto e per la totale assenza di un progetto di futuro utilizzo. Il tutto inizia dal fatto, molto banale, che il tetto perde e quindi va riparato; poi c'è il problema di liberarsi del palazzo ex Manfredi accanto alla biblioteca, che Malpezzi non vuole recuperare. Il colpo di genio (si fa per dire) è questo: diciamo ai cittadini che sacrifichiamo il palazzo ex manfredi per trovare le risorse per recuperare il palazzo del podestà, così nessuno ci romperà le scatole; poi (secondo colpo di genio, sempre per dire) diciamo che facciamo la permuta dei lavori di restauro a fronte della cessione del palazzo. Dato che in Giunta non ci sono dei geni il giochino è presto smontato: nessuno si fa avanti per fare la permuta lavori/palazzo, in quanto nessuno può spendere dei soldi veri (per fare i lavori al Palazzo del Podestà) per avere in cambio un rudere non commerciabile se non ci metti sopra altri soldi veri (doppia fregatura insomma). Dimenticavo di dirvi che non lo ha detto il medico di dare in permuta palazzo ex MAnfredi, per cui magari questo potrebbe restare di pubblica proprietà, magari attingendo a bandi europei (che in Comune non sanno nemmeno dove stiano di casa) e destinarlo a pubblica fruizione. Forse in permuta sarebbe meglio dare beni facilmente commerciabili: io avrei un'idea ma ovviamente non la posso dire in pubblico. In ogni caso questa permuta permette di riparare il tetto ma non di finire il restauro del palazzo del podestà, per cui occorreranno altri soldi che al momento non si sa dove prenderli. Poi ci sarà il problema di pensare cosa fare dentro il palazzo del podestà, con quali soldi e con quale tipo di gestione: sarò curioso di vedere le proposte di Malpezzi dato che non ha soldi per mantenere il MIC o la Pinacoteca o recuperare il palazzo delle esposizioni o il palazzo laderchi, Ma non preoccupatevi: nel 2018 Malpezzi ci saluterà tutti per andare a Roma (se Renzi sarà ancora in sella).
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