Azzurri ’94 Ravenna
La XV^ Convention di Azzurri '94 di Rimini del 15 aprile scorso ha costituito
il Comitato per il NO alla riforma costituzionale Boschi-Renzi chiamando a
presiederlo il Prof. Avv. Liborio
Cataliotti. Il Comitato che opererà in tutte le province e le città dove è
presente il Movimento nella provincia di Ravenna sarà coordinato da Vincenzo
Galassini e nella città di Faenza da Andrea Tarabusi
Le motivazioni:
1) NO PERCHE’ LA
COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE
La
Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel
miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi
all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro
Paese. Certamente quell’impianto necessitava di riforme, che si inseguono
invano da decenni, ma questa riforma costituzionale per il suo codice genetico
e per i suoi contenuti destituisce il meglio della tradizione democratica del
nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire, porta le cicatrici
di una violenza di una parte sull’altra. Questa riforma nasce già fallita.
2) NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO
Le funzioni
attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di elezione dei nuovi
senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che siano rappresentati enti
territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto diverse. Non potrà
funzionare.
3) NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E
ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA
La stessa riforma del Titolo V della Costituzione,
così come riscritta, tornando ad accentrare materie che, nel riordino
effettuato nel 2001, erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso
opposto, ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del sistema.
Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale, specie per il
personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la destituzione del pluralismo
istituzionale e della sussidiarietà. Non basta l’argomento del taglio dei
costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta
l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle
autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento
legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il
principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso
neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla
riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche.
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