Per la terza edizione
consecutiva dei Giochi Olimpici,
Daigoro Timoncini sarà presente nella rassegna a cinque cerchi.
Il greco-romanista faentino della categoria 98 kg ha dovuto faticare fino
all’ultimo torneo per ottenere il pass per Rio 2016, ma alla fine è riuscito ad ottenere,
nell’arena di Istanbul, questo risultato storico per un lottatore azzurro.
Unico rappresentante italiano a Londra 2012, Timoncini terrà ancora alta la
bandiera della scuola nazionale, visto che per il resto i tre tornei di
qualificazione olimpica (TQO) hanno dimostrato ancora la posizione dell’Italia
nelle gerarchie internazionali, ovvero molto distante dai vertici, con un gran
numero di eliminazioni al primo incontro.
Da questo discorso
escludiamo volontariamente il fenomeno Frank
Chamizo, campione mondiale di lotta libera nella categoria 65
kg, e qualificato alle Olimpiadi già dalla sua vittoria iridata di Las Vegas
2015. L’atleta cubano ha portato in maniera prorompente l’Italia sui podi
internazionali grazie al suo talento, ma, come sottolineiamo sempre, si tratta
di una manna caduta dal cielo e non del frutto della scuola italiana.
Grandissimo dunque Chamizo, che ha tutte le possibilità per vincere una
medaglia – anche quella più pregiata – in Brasile, ma onore a Daigoro
Timoncini, certamente il miglior prodotto della lotta nazionale dopo l’epopea
di Andrea Minguzzi.
Dopo Rio 2016, dunque, l’Italia dovrà tornare a rimboccarsi le maniche: a
trent’anni, Timoncini difficilmente deciderà di affrontare altri quattro anni
in vista di Tokyo 2020, a meno che non decida di puntare alla quarta
qualificazione olimpica per eguagliare il record del suo maestro Vincenzo Maenza, mentre
Chamizo non può essere utilizzato come uno specchietto per allodole che
nasconda lo stato in cui versa la lotta azzurra. Ben vengano i successi
dell’italo-cubano, ma di fatto da Londra 2012 a Rio 2016 l’Italia
della lotta non ha fatto registrare miglioramenti, nonostante siano passati quattro
anni. Probabilmente è arrivato il momento di ripartire da zero in vista del
prossimo quadriennio, anche se non è detto che questo arco di tempo sia
sufficiente per risollevare uno sport che dopo Pechino 2008 ha registrato un
calo costante ed inesorabile. Se è vero che aver compagno al duol scema la
pena, bisogna comunque ricordare che c’è anche chi ha fatto peggio dell’Italia:
la Francia, in particolare, avrà a Rio 2016 solamente due atleti, nonostante
una squadra sulla carta ben più competitiva e titolata di quella azzurra.
Atleti medagliati a livello internazionale, come il campione mondiale 2014 di
greco-romana Mélonin Noumonvi
(85 kg), hanno fallito totalmente, e per la prima volta nella storia dei Giochi
nessun greco-romanista francese sarà alle Olimpiadi.
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