Berlusconi è già in campo
per il 2018. "Ma per vincere questo vecchietto serve ancora"
Dopo settimane di tuoni e
fulmini, c’è una schiarita nel centrodestra. A rivelarla è stato Silvio
Berlusconi, ieri intervenuto a Milano per la presentazione ufficiale dei
candidati a sostegno di Stefano Parisi. «Con Forza Italia –ha spiegato l’ex
premier – abbiamo messo giù il programma per le nuove elezioni nazionali» che
conterrà, ha detto «tre meno, cioè meno tasse, meno Stato e meno Europa, e tre
più, vale a dire più welfare, più sicurezza e più garanzie per tutti, con la
riforma della giustizia». Non è mancato un accenno alle ipotesi di composizione
di un eventuale governo di centrodestra, una squadra che sarebbe «formata da
otto ministri, tre in quota Lega, tre per Forza Italia e due per Fdi, scelti
tra personalità già impegnate nella politica», oltre a questi, altri dodici
«saranno scelti valutando i profili di personalità provenienti dalla vita
vera». Il leader di Forza Italia poi ha tracciato un quadro di prospettiva:
«Facendo una media dei vari sondaggi, il Pd è sceso al 30,2% e Renzi, al 28%,
non avrà modo di passare i voti suoi al partito». M5S, ha argomentato
Berlusconi, «è salito al 28%, forte del disgusto degli italiani per questa
politica», mentre il centrodestra «è al 33% e supera tutti e due». Però «se al
ballottaggio andassero M5S e Pd, vincerebbero indubbiamente i primi. E sarebbe
una tragedia per gli italiani. Dunque «per dare un futuro e un governo di
democrazia al Paese c’è solo una strada: che il centrodestra superi al primo
turno il 40%». Però, per rendere questo possibile, è necessario che Forza
Italia passi «dal 13 al 20%. Questo - ha detto con una battuta - vorrebbe dire
che ho un problema. E cioè che il vecchietto deve restare in campo ancora». Non
è mancato un accenno alla situazione romana, con una piccola gaffe. Nella
Capitale, ha spiegato Berlusconi «solo Bertolaso era il candidato giusto contro
il degrado quotidiano. Gli altri sono solo bla bla bla». Poi però, gli arriva
un biglietto dallo staff, e lui ha corretto il tiro: «mi dicono che bisogna
chiarire che su Roma Marchini è la persona giusta». Il leader di Forza Italia
ha poi tracciato la rotta per i prossimi mesi: «Abbiamo
diverse tappe importanti davanti, le
amministrative, il referendum di ottobre e le nuove elezioni politiche che ci
saranno qualora il referendum dovesse fallire». Se, al contrario, «dovesse
venire malauguratamente approvata la riforma costituzionale del Senato, con il
combinato disposto della legge elettorale, ha continuato Berlusconi, potrebbe
davvero introdursi un sistema che non posso che chiamare altro che regime». Non
sono mancati poi, una stoccata al premier, accusato di avere «bulimia di
potere», e un riferimento all’aggressione giudiziaria nei suoi confronti:
«Qualcuno a Milano chiese alla Boccassini di parlare male di me e montare
calunnie, trasformando in festini a luci rosse le mie cene. Fui condannato in
primo grado e poi assolto completamente in appello e Cassazione, ma il governo
Berlusconi fu colpito dall’accusa e perse credibilità in Italia e oltre i
confini. Lo considero un colpo di Stato». Pietro De Leo
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