martedì 10 maggio 2016

IL CAV. RILANCIA: ALLE POLITICHE CENTRO DESTRA UNITO


Berlusconi è già in campo per il 2018. "Ma per vincere questo vecchietto serve ancora"

Dopo settimane di tuoni e fulmini, c’è una schiarita nel centrodestra. A rivelarla è stato Silvio Berlusconi, ieri intervenuto a Milano per la presentazione ufficiale dei candidati a sostegno di Stefano Parisi. «Con Forza Italia –ha spiegato l’ex premier – abbiamo messo giù il programma per le nuove elezioni nazionali» che conterrà, ha detto «tre meno, cioè meno tasse, meno Stato e meno Europa, e tre più, vale a dire più welfare, più sicurezza e più garanzie per tutti, con la riforma della giustizia». Non è mancato un accenno alle ipotesi di composizione di un eventuale governo di centrodestra, una squadra che sarebbe «formata da otto ministri, tre in quota Lega, tre per Forza Italia e due per Fdi, scelti tra personalità già impegnate nella politica», oltre a questi, altri dodici «saranno scelti valutando i profili di personalità provenienti dalla vita vera». Il leader di Forza Italia poi ha tracciato un quadro di prospettiva: «Facendo una media dei vari sondaggi, il Pd è sceso al 30,2% e Renzi, al 28%, non avrà modo di passare i voti suoi al partito». M5S, ha argomentato Berlusconi, «è salito al 28%, forte del disgusto degli italiani per questa politica», mentre il centrodestra «è al 33% e supera tutti e due». Però «se al ballottaggio andassero M5S e Pd, vincerebbero indubbiamente i primi. E sarebbe una tragedia per gli italiani. Dunque «per dare un futuro e un governo di democrazia al Paese c’è solo una strada: che il centrodestra superi al primo turno il 40%». Però, per rendere questo possibile, è necessario che Forza Italia passi «dal 13 al 20%. Questo - ha detto con una battuta - vorrebbe dire che ho un problema. E cioè che il vecchietto deve restare in campo ancora». Non è mancato un accenno alla situazione romana, con una piccola gaffe. Nella Capitale, ha spiegato Berlusconi «solo Bertolaso era il candidato giusto contro il degrado quotidiano. Gli altri sono solo bla bla bla». Poi però, gli arriva un biglietto dallo staff, e lui ha corretto il tiro: «mi dicono che bisogna chiarire che su Roma Marchini è la persona giusta». Il leader di Forza Italia ha poi tracciato la rotta per i prossimi mesi: «Abbiamo




 diverse tappe importanti davanti, le amministrative, il referendum di ottobre e le nuove elezioni politiche che ci saranno qualora il referendum dovesse fallire». Se, al contrario, «dovesse venire malauguratamente approvata la riforma costituzionale del Senato, con il combinato disposto della legge elettorale, ha continuato Berlusconi, potrebbe davvero introdursi un sistema che non posso che chiamare altro che regime». Non sono mancati poi, una stoccata al premier, accusato di avere «bulimia di potere», e un riferimento all’aggressione giudiziaria nei suoi confronti: «Qualcuno a Milano chiese alla Boccassini di parlare male di me e montare calunnie, trasformando in festini a luci rosse le mie cene. Fui condannato in primo grado e poi assolto completamente in appello e Cassazione, ma il governo Berlusconi fu colpito dall’accusa e perse credibilità in Italia e oltre i confini. Lo considero un colpo di Stato». Pietro De Leo

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