Vincenzo Galassini Presidente provinciale del Comitato per il NO -Andrea Tarabusi Presidente Comunale-Rodolfo Ridolfi Coordinatore Nazionale
di Azzurri '94
Terremo a partire dal 18 giugno
prossimo iniziative pubbliche e organizzeremo banchetti a Faenza e nel faentino
come in tutti i Comuni della Provincia di Ravenna per raccogliere firme ed
illustrare le motivazioni della campagna referendaria per il NO alla Schiforma
Renzi-Boschi .
"Il nuovo Senato, sarà solo come
'una suocera che elargisce consigli non richiesti, una suocera inascoltata che
non avrà nessun potere reale nell'ordinario procedimento legislativo. Ma che avrà -
e questa è una delle grandi contraddizioni della riforma - un potere paritario
a quello della Camera nelle leggi costituzionali, nonostante i suoi membri
siano eletti in modo totalmente disomogeneo rispetto alla Camera. Per cui
rassegniamoci: se passa questa riforma sarà praticamente impossibile cambiarla.
Come si fa a dire, che la situazione 'non appare diversa da quella di
tutti gli Stati composti' Difficile
poi credere ai renziani quando affermano che: 'i poteri normativi del
Governo vengono riequilibrati' e che 'il sistema delle garanzie viene
significativamente potenziato. Al contrario nell'abbinata con l'Italicum la
riforma fa deragliare l'impianto istituzionale verso un Premierato
assoluto, perché la Camera dei deputati
non sarà altro che una caserma (in gran parte composta da nominati)
pronta ad obbedire, senza discutere, agli ordini del premier
NO
PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE La Costituzione
costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente
del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un
ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto
necessitava di riforme, ma questa riforma costituzionale destituisce il meglio
della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera
anziché cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra.
Questa riforma nasce già fallita.
NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO
E’ SOLO UN PASTICCIO Le funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo
di elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che
siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto
diverse.
NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE
IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA. La stessa
riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta, tornando ad
accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001, erano state assegnate
alle Regioni, matura l’eccesso opposto, ovvero un centralismo che non è
funzionale all’efficienza del sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella
regionale e locale, specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo
verso la destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non
basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con
scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente
Repubblica delle autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso
procedimento legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per
nulla il principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso
neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla
riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche. Sostenere
che il nuovo Senato delle autonomie costituirà un tassello essenziale di un
regionalismo collaborativo che garantirà la rappresentanza al centro delle
istituzioni locali è pura fantasia.
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