Matteo Renzi va molto fiero della sua riforma scolastica, la
cosiddetta Buona Scuola,
ma per i suoi figli preferisce una scuola più che buona, ottima: la esclusiva scuola americana di Firenze.
Fatti suoi e di Agnese Landini?
Non proprio. La libertà scolastica è cosa buona e giusta ma in Italia,
purtroppo, funziona solo per chi
se la può permettere mentre per tutti gli altri c’ è la solita
minestra riscaldata della scuola statale. Dunque, le scelte scolastiche del
capo del governo che riforma la
scuola degli italiani ma iscrive i suoi figli alla scuola americana
riguardano tutti. Il presidente del Consiglio che preferisce iscrivere i figli
a una scuola privata sta di fatto dicendo di non fidarsi della qualità dell’ istruzione della scuola
statale.Ma il problema non finisce qui. Anzi, qui inizia.
Perché il premier in carica è quello stesso Rottamatore che ha avviato la sua attività di
governo proprio con la scuola dicendo che l’ Italia sarebbe ripartita solo se
fosse ripartire la scuola. Renzi è quel premier che, quando le professoresse e
i professori hanno preso a lamentarsi, si è messo davanti alla lavagna e con il
gessetto in mano ha fatto la lezioncina a tutti spiegando le meraviglie della Buona Scuola. E ora, dopo che sua
moglie grazie alla riforma è passata di ruolo lasciando il precariato storico,
si viene a sapere che la famiglia Renzi ha trasferito i ragazzi dalle scuole
statali di Pontassieve alla scuola americana di Firenze. Ai ragazzi auguriamo ogni
bene dentro e fuori dalla scuola, ma il babbo ha un problema grande quanto una
casa, anzi, una scuola.
A dare la notizia (non
smentita) del passaggio scolastico dei figli del premier è stato ieri il sito
Dagospia. A Firenze ci sono non pochi istituti internazionali dove è possibile
non solo apprendere la lingua inglese ma anche studiare le materie del corso
direttamente in inglese. Una delle scuole più importanti è la International School of Florence
ma c’ è anche l’ American High School dell’ Istituto del Sacro Cuore. Sono
ottime scuole che garantiscono un’ eccellente preparazione e forniscono servizi
di livello ed esperienze di studio e di approfondimento internazionali con
soggiorni e viaggi all’ estero.
Queste scuole a settembre
avranno l’ organico dei docenti già bello e pronto e potranno avviare corsi e
lezioni in tempo utile. Per i licei statali, invece, la musica è molto diversa.
Uno degli obiettivi della Buona Scuola era la fine del precariato e il
superamento delle supplenze. Nessuno dei due è stato raggiunto.
A settembre le scuole
statali saranno come sempre alle prese con il fenomeno delle cattedre scoperte.
Nonostante in Italia ci sia il sovrannumero dei docenti, permane il problema
delle cattedre senza insegnanti. La mobilità 2016 non solo non ha risolto il
problema ma lo ha addirittura peggiorato. Gli insegnanti di tre Regioni –
Campania, Sicilia, Puglia – sono in rivolta e contestano le graduatorie che
assegnano le cattedre a chi ha punteggi bassi e le tolgono a chi ha punteggi alti.
La Buona Scuola ha messo
mano con la grazia di un elefante imbizzarrito a un sistema che il legislatore
non conosce e il ministero non governa. Ma il premier, come facevano in passato
i leader della sinistra, ha risolto in un altro modo: iscrivendo i figli alla scuola privata.
Nessun commento:
Posta un commento