LA LEGA COOP HA UN GIRO D’AFFARI DI ALMENO 50 MILIARDI (ALTRO CHE MEDIASET) CON IN PIU’ UN CONFLITTO D’INTERESSI DA PAURA
Già piangono: non sopportano di vedere leggermente più in difficoltà i finanziatori di tante campagna elettorali. Eppure per le Coop può essere veramente se non la fine, almeno un inizio di una fase con meno privilegi. Premettiamo che siamo contro a qualsiasi aumento delle tasse ma il sistema di favori di cui godono le Coop è veramente senza senso, considerato che spessissimo sono veri e propri giganti sul mercato. Contano su un trattamento normativo e fiscale che le pone in situazione di vantaggio e gli stretti rapporti con gli enti locali governati dalla sinistra spiegano molto della loro crescita. Riporto inoltre un trafiletto di Facci sulla questione Nacquero per aiutare i contadini a comprarsi il trattore, sono diventate una multinazionale che ha un giro d’affari spaventoso (8 per cento del Pil) e che razzola nella grande finanza e si immischia in banche e finanziarie: in sostanza la cosa più capitalista che esista, ma fondata su un principio anti-capitalistico che alcune imprese siano più legittimate di altre a stare sul mercato. Le coop sono dei colossi con le agevolazioni riservate ai piccoli: non pagano le tasse sul 70 per cento dell’utile purché sia reinvestito, ma riescono ad aggirare il problema distribuendo benefit o stipendi stellari ai soci amministratori. Solo la Legacoop ha un giro d’affari da almeno 50 miliardi (altro che Mediaset) con in più un conflitto d’interessi da paura, perché oltre a fare i prezzi che vogliono – muovendosi in monopolio nelle regioni rosse, e facendo fuori tutti gli altri, vedi caso Esselunga – le coop finanziano regolarmente il Pd che le ripaga rifinanziandole e intruppandole nei grandi appalti: capita che gli stessi uomini siano dirigenti nei Ds e nelle coop, le quali in pratica godono delle agevolazioni riservate ai piccoli ma hanno imbastito un capitalismo di Stato e di Regione, un capital-comunismo che introita ricavi e paga meno tasse rispetto a noi poveri deficienti. «La Coop sei tu» un accidente: sono loro.
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