mercoledì 14 settembre 2011

L’ORDINE PUBBLICO: RAVENNA NON E’ MAI STATA UN ISOLA FELICE Rodolfo Ridolfi*


In merito alla situazione dell’ordine pubblico a Ravenna sul quale Matteucci afferma “. Gli episodi di violenza di queste settimane ci dicono che ci troviamo di fronte ad un fenomeno abbastanza inedito per la nostra comunità. Un fenomeno che va stroncato sul nascere. Parallelamente dobbiamo continuare e migliorare gli interventi per combattere il degrado che abbiamo messo in campo già da qualche anno. Le proposte emerse dal Consiglio comunale e dal Comitato per l'ordine pubblico prevedono una serie di azioni locali e di richieste al Governo che riassumo. Azioni locali: rafforzare il controllo delle zone più critiche della città e del forese; svolgere azioni e indagini di polizia che consentano di allontanare le persone che hanno ottenuto a Lampedusa il permesso di soggiorno umanitario per sei mesi e hanno approfittato di quell'emergenza per venire nel nostro Paese a svolgere attività illegali; adeguare e migliorare il sistema di videosorveglianza; una nuova ordinanza antidegrado per l'area della stazione che avrà valore a partire dall'avvio dell'anno scolastico; un maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti delle istituzioni, della società civile e quindi anche le rappresentanze dei cittadini immigrati in un progetto per promuovere la legalità e l'integrazione. Al Governo chiediamo invece due cose: un aumento straordinario e temporaneo delle forze dell'ordine sul nostro territorio e di non rinnovare, in maniera generalizzata i permessi per protezione temporanea semestrali prossimi alla scadenza". Poiché la situazione non è affatto inedita ma di inedita c’è soltanto la presa d’atto degli amministratori di sinistra ripropongo pari pari le riflessioni esplicitata il 15 gennaio 2003 che dopo otto anni sembrano

divenute ricevibili anche dagli ex comunisti. “Il crimine e l'illegalità sono la prima emergenza per Ravenna e la sua provincia, ma Regione e amministrazioni locali minimizzano e continuano a non aggredire questo fenomeno: è quanto sostiene Rodolfo Ridolfi "le indagini e classifiche stilate da autorevoli giornali nazionali bocciano Ravenna sul piano della criminalità, collocandola sempre più in basso". I ricorrenti omicidi colposi, tentati omicidi, attentati intimidatori, rapine, furti, reati connessi alla prostituzione e al traffico di stupefacenti, legati tra l'altro all'intreccio tra criminalità interna ed extracomunitaria, testimoniano la gravità della situazione. La criminalità si diffonde nelle realtà disagiate e dove è più stridente il contrasto tra opulenza e sacche di emarginazione; il malessere sociale è comune a molte città dell'Emilia-Romagna,. Soltanto con adeguate iniziative di prevenzione e repressione, ed un costante presidio del territorio da parte di forze dell'ordine e polizia municipale è possibile contrastare l'illegalità. L'esponente azzurro invita quindi la Giunta ("sempre così sensibile alle classifiche") ad "abbandonare la superficiale sottovalutazione del fenomeno" e ad attivare - di concerto con le amministrazioni locali e le prefetture, coinvolgendo famiglie e scuole - tutte le iniziative di prevenzione e repressione necessarie, attraverso un adeguato dispiegamento di progetti e risorse.” *Del Coordinamento Provinciale e Regionale PDL

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