mercoledì 7 settembre 2011

UN’ALTRA BELLA LEZIONE DI NAPOLITANO ALLA SINISTRA CHE VORREBBE PRENDERE IL POTERE ATTRAVERSO LA PIAZZA


“Fino a che c’è un governo che gode della fiducia del Parlamento, non posso nemmeno sovrapporre, non dico il fatto, ma nemmeno l’idea di un governo diverso”. Più chiaro di così Giorgio Napolitano non poteva essere. Il Quirinale si dimostra una volta di più una sponda salda e responsabile per Palazzo Chigi. Napolitano ha ovviamente le sue idee, e spesso non le nasconde, ma sul piano istituzionale interpreta alla perfezione il proprio ruolo. Non rema contro, non propizia nuove maggioranze né ribaltoni, non ascolta le sirene della sinistra politica e giornalistica, non si fa tirare per la giacca. Ha accennato esplicitamente alla fine dell’anno scorso, quando “è sembrato che una crisi potesse accadere” con l’uscita dalla maggioranza dei finiani, “ma non accadde” perché il governo ottenne la fiducia. Ma allora non ci fu solo quello, ci fu anche una campagna politica e di stampa, sulle colonne di Repubblica, per forzare la mano al Quirinale ed indurlo a interpretare la Costituzione in maniera disinvolta, a uso e consumo della sinistra. Napolitano ha resistito allora, e ha detto che intende farlo adesso. D’altra parte, oltre alla Costituzione c’è anche il buon senso. Com’è possibile ipotizzare un governo di unità nazionale se da parte del Pd e della sinistra si pratica la disunità su tutto? La fuga da ogni responsabilità, specie in economia? E come si può pensare alla scorciatoia oligarchica del governo tecnico se le decisioni da prendere e i sacrifici da fare richiedono una chiara assunzione di responsabilità politica e una motivazione trasparente di fronte all’opinione pubblica? Guardiamoci intorno in Europa e nel mondo e vediamo dove sono i governi tecnici: da nessuna parte. Se possibile, esistono decisioni della maggioranza condivise dall’opposizione, come in Spagna. Ma è ciò che la sinistra non vuole e finge di non capire

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