BERLUSCONI E STRAUSS-KAHN. GUARDA IL VIDEO DELL’ELEFANTINO A TV TALK
Com’è tristo, facile e disgustoso il pensiero unico. In una trasmissione tv cui ha partecipato anche il direttore di questo giornale, in onda alle 14 e 50 su Rai Tre oggi, è stato riproposto il paragone tra Strauss-Kahn e Berlusconi. Il testo e il sottotesto dicono questo: quello sì che è un uomo, un socialdemocratico elegante incappato in una vicenda giudiziaria dalla quale è uscito, ma capace di esprimere la sua contrizione in tv per la sua colpa morale, altro che il nostro presidente del Consiglio. Quando sentite queste cose – è il consiglio di questa ditta – fate così: sparate a pallettoni. Colpirete in fronte la cattiva coscienza di gente che ha venduto all’ammasso la merce della sua intelligenza, e anche del suo cuore. Dominique Strauss-Kahn è un beniamino della gauche che è stato accusato da una cameriera del Sofitel di New York di averle usato violenza. Violenza, è chiaro? Non di averla invitata a cena e di averla coperta di regali e gentilezze e altri ammennicoli di gioco e di piacere. No, violenza. Per la giustizia penale (pende ancora il giudizio civile) la teste d’accusa non poteva reggere un processo, in cui potenti avvocati avrebbero dimostrato che era una donna piena di contraddizioni, una persona di carattere e di vita debole e forse addirittura una mitomane. Strauss-Kahn è stato liberato dalle accuse del procuratore distrettuale, per una legittima e sana decisione garantista, è tornato in patria e in prime time ha detto di aver fatto un errore, di sentire su di sé una colpa morale, e si è scusato con sua moglie e con i francesi. Poi ha aggiunto, l’ineffabile, che forse dietro tutta questa roba c’è un complotto. Chissà. Strauss Kahn è un noto rapace. In Francia era stato accusato da un’altra donna di tentata violenza, e tutti speriamo che sia una calunnia. Una funzionaria del Fmi, di cui era presidente, ha scritto che il suo stalking sessuale, di cui la funzionaria era stata testimone diretta e vittima, non era compatibile con la sua funzione. Questo è DSK, il pupillo del pensiero unico, l’eroe filosofico delle mezze calze di sinistra, che ne hanno protetto la privacy francese anche quando era un segreto di Pulcinella che fosse un cacciatore molesto di femmine. Berlusconi è uno che ha fatto bisbocce e vanterie a casa sua, e al telefono. Che ha alimentato la propria passione per donne giovani e avvenenti, trattate con munifica gentilezza spesso dispensata in lungo e in largo anche ad altri, anzi con la tenerezza dimostrata nelle intercettazioni con la D’Addario. Questo giocoliere galante, cui nessuno ha mai imputato la rapacità e men che meno la minima forma di violenza, è sotto spionaggio, pedinamento e intercettazione da tre anni, da tre anni una giustizia sotto-borbonica cerca di incastrarlo per reati infamanti dopo avere devastato la sua privacy. Un uomo di destra è perseguitato perché si fa come crede gli affari suoi, il campione della sinistra europea che si piace è considerato il prototipo della dignità personale, e tra tante scuse ha anche dimenticato di scusarsi con la cameriera. Ma vaffanculo.
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