Appena 10
giorni prima di diventare assessore: così beneficiò dei soldi. Il Pdl locale chiede chiarezza sul
ruolo dell’amministrazione
Stefano
Filippi– Giornale - nostro inviato a
Ravenna «Una montatura mediatica
», dice il ministro Josefa Idem, «non sapevo niente, ero sempre in canoa».
Eppure sono molti gli aspetti non chiariti dello scandalo in cui è coinvolta
(mancato pagamento di Ici, abusi edilizi, palestra senza autorizzazioni) che l’olimpionica
«non poteva non sapere», come avrebbe detto Antonio Di Pietro. Non poteva
ignorare di aver fissato la residenza anagrafica in un luogo diverso dal domicilio,
a un indirizzo cui vengono recapitate tutte le notifiche e le comunicazioni
ufficiali, a partire da quelle del Comune di Ravenna di cui la signora è stata
assessore per vari anni. Non arrivava la posta in Carraia Bezzi 104, frazione
Santerno di Ravenna? Migliaia di coniugi italiani, come rileva il consigliere
ravennate Maurizio Bucci (Pdl) in una lettera aperta al ministro piena di
interrogativi, per anni hanno usato il trucco di dichiarare due residenze
diverse per beneficiare della doppia esenzione Ici per la prima casa. Ora la
legge ha posto fine a questa forma di elusione. Anche Sefi Idem si è adeguata
con un ravvedimento operoso alla vigilia del voto che l’avrebbe insediata al
Senato. Impossibile pensarci prima? C’è anche da chiedersi se il
ministro-canoista sia così fuori del mondo da non sapere che le opere edilizie
negli immobili di proprietà vanno comunicate agli uffici competenti. Le difformità
sono state verificate da un accertamento dell’Ufficio edilizia del comune di
Ravenna l’11 giugno scorso, una settimana dopo che un quotidiano locale (La
Voce) aveva fatto scoppiare il caso. Se quella è casa sua, come poteva il
ministro ignorare il flusso di sportivi che si recavano ad allenarsi in
palestra? Non sapeva che la trasformazione di un’abitazione in un’attività
commerciale dev’essere segnalata al Comune, e che la struttura va dotata dei
requisiti urbanistici, igienico sanitari e di sicurezza imposti da una pletora
di leggi? Davvero non conosce proprio nulla, il ministro Sefi Idem, della burocrazia
vessatoria che opprime milioni di italiani?
Ed eccoci, appunto, alla palestra abusiva, la Jajo Gym, gestita
dall’Associazione sportiva dilettantistica Canoa Kajak Standiana che conta 7
tessere: tre intestate al marito Guglielmo Guerrini (suo ex allenatore) che ne
è anche il presidente, una al cognato Gianni e un’altra a lei stessa, il
ministro. Un’associazione senza scopi di lucro tutta in famiglia, che gestiva
attività aperte al pubblico: anche questo
all’insaputa della Idem,
nonostante le foto del sito internet che la ritraggono tra gli attrezzi ginnici
con amici e medaglie? Ignorava perfino il patrocinio concesso dal Comune di cui
è stata assessore? Anche il Comune di Ravenna si è trincerato dietro il «poteva non sapere». Ha incluso la palestra
Jajo Gym nella guida degli impianti sportivi comunali senza verificare che la
struttura possedesse le autorizzazioni del caso. Ha fatto scattare i controlli
soltanto dopo la «montatura mediatica», in mancanza della quale sarebbe tutto
continuato sotto silenzio: la palestra abusiva, il mancato versamento delle
imposte sulla prima casa, le irregolarità urbanistiche e sanitarie. Ma c’è un nuovo giallo che la senatrice del
Pd dovrà chiarire, e riguarda sempre i suoi rapporti con l’amministrazione comunale
di Ravenna. Si tratta dei contributi previdenziali versati a suo favore dall’ente
locale nel secondo mandato da assessore: 8.642
euro dal giugno 2006 al maggio 2007. Sono soldi riconosciuti agli
amministratori dei comuni con più di 10mila abitanti che prendono aspettativa
dal lavoro. Secondo Alvaro Ancisi, capogruppo Udc, in quei 10 mesi Sefi Idem
figurava come prima e unica dipendente (istruttrice e
segretaria)dell’associazione Canoa Kajak Standiana, l’associazione presieduta
dal marito che ha sede in Carraia Bezzi.
I versamenti autonomi all’Inps sono scattati 10 giorni prima della
nomina ad assessore: Ancisi sospetta che l’assunzione della Idem sia stata
«fittizia e strumentale» all’incasso dei contributi. Nel primo periodo da assessore
(maggio 2001-febbraio 2006) Josefa Idem non aveva segnalato alcun rapporto di
lavoro dipendente. Scaduto il secondo mandato, non risultano altri versamenti
di oneri previdenziali all’Inps da parte dell’associazione Standiana per Josefa
Idem, e neppure ulteriori rapporti di lavoro a parte qualche giorno nel 2009.
Forse che il contratto come istruttrice di fitness è cessato quando il Comune
di Ravenna non poteva più coprire i contributi?
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