Marco Follini lascia (anche)
il Pd.
Non ha pace, l’uomo che da segretario dell’Udc minacciò di far crollare
l’allora governo Berlusconi se non si fosse fatta una legge elettorale
proporzionale (Porcellum), è stato anche vice presidente. Dopo aver cambiato
casacca ed essere passato dalla destra alla sinistra, ora torna indietro. Ma non del tutto, si
ferma al centro. Lo confessa lui stesso, a Repubblica. Citiamo testuale: “Follini dice addio e punta tutto su una
riscossa democristiana“. Basterebbe questo per tremare o essere colti da
qualche comprensibile conato di vomito, ma quel che segue è peggio. Potrebbe venirvi
un attacco di emicrania, ammesso che ci capiate qualcosa: “Il Pd oggi è
bloccato da un’incertezza strategica e
identitaria. Deve darsi un profilo
più netto che non potrà che essere quello del socialismo europeo. E’ un
profilo nobile, ma non è il mio”. D’accordo. Ma ora che si fa? ”La
pax lettiana richiede che ogni forza politica approfondisca la sua identità e riannodi un legame più stretto con
le proprie radici. In modo che la sinistra faccia la sinistra e il centro
faccia se stesso”. La soluzione, insomma, è rifondare per l’ennesima volta
qualcosa che assomigli al centro. Ma Follini va con i piedi di piombo: “Per
ora mi iscrivo alla fondazione ‘Nuovo Millennio’”, poi si vedrà. Ritirarsi,
a quanto pare, è escluso
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