Ora che i senatori a vita stanno morendo uno dopo
l’altro e i posti teoricamente liberi sono quattro (ma chissà poi perché sia
obbligatorio riempirli), Repubblica presenta la lista dei papabili a Giorgio
Napolitano. Gli dà pure una scadenza di massima, “dopo l’estate”. La novità
maggiore, oltre ai soliti Abbado e Muti, sta nella possibilità che nonostante
quanto si era detto mesi fa, anche qualche politico potrebbe giocare la sua
partita con chance di successo. Ma ecco che qui casca l’asino: Repubblica
sostiene, tronfia e sicura, che Berlusconi è assolutamente escluso. Niente da fare per il
puzzone di Arcore, i niet dal Quirinale sarebbero arrivati in tono perentorio
che neanche Stalin a Mosca. E anche l’ultimo mesto pellegrinaggio di Angelino
Alfano da Napolitano sarebbe finito in un buco nell’acqua. Da quell’orecchio
non ci sente, l’anziano presidente. “Troppo divisivo” sarebbe infatti il leader
del PdL. Eppure, scrivono sempre i soloni di Ezio Mauro, chi ha veramente
possibilità di essere nominato senatore a vita è Romano Prodi. Sì, lo statista del
centrosinistra. Lui sì che non è divisivo, che è stato amato da tutti, che non
si è mai gettato in mezzo alla mischia cavalcando la parte contrapposta a
Berlusconi. Prodi, un padre della Patria, insomma. Non sappiamo se la lista di
Repubblica sarà fatta propria in toto dal capo del Quirinale, ma intanto gli
eredi di Scalfari gliel’hanno buttata lì. Della serie, tieni conto del promemoria. (C) DAW-BLOG/DAW-NEWS RIPRODUZIONE RISERVATA
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