giovedì 9 ottobre 2014

CLUB FORZA SILVIO BRISIGHELLA: OTTO ANNI FA MORIVA ORIANA FALLACI. IL SUO INSEGNAMENTO E’ ANCORA VIVO

A lei darebbe fastidio tutto questo clamore. Eppure, otto anni dopo la morte, continuiamo a parlare di Oriana Fallaci, dei suoi libri-denuncia contro i rischi del fondamentalismo islamico e la colpevole inerzia dell'Occidente. Subito dopo la tragedia dell'11 Settembre partì all'attacco con "La Rabbia e l'Orgoglio", poi vennero "La Forza della Ragione", "Oriana Fallaci intervista se stessa" e "L'Apocalisse".
Riscosse successo ma anche critiche feroci. In Francia finì sotto processo con l'accusa di razzismo religioso e xenofobia. Non gli andò meglio in Svizzera, da dove partì una richiesta di estradizione al nostro ministro della Giustizia. E anche in Italia fu accusata di vilipendio all'Islam. Grazie al coraggio che non le era mai mancato (a 14 anni aveva fatto la vedetta per i partigiani, nella sua Firenze), proseguì la sua campagna volta a risvegliare "l'orgoglio" di un popolo, per evitare di abbassare la testa e soccombere di fronte all'ignoranza e alla cieca violenza degli integralisti. Per i suoi libri e le sue idee, scrisse con malcelato sdegno sparando a zero contro tutti, "la sinistra al caviale e la destra al fois gras ed anche il centro al prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me".  Non si stancò mai di denunciare il colpevole lassismo della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, come un pugile suonato è incapace di difendersi. Lei voleva che l'Occidente alzasse i pugni, montasse la guardia e si difendesse restituendo i colpi presi. La scrittrice fiorentina puntava il dito contro gli innumerevoli errori politici compiuti nel corso degli ultimi decenni, con una politica dell'accoglienza senza regole che, di fatto, ci poneva in una posizione supina verso chi avremmo dovuto accogliere. Era convinta di una cosa Oriana: stiamo assistendo al tentativo di islamizzazione dell'Occidente. E tutto ciò non avviene per caso ma è insito nel Corano stesso ed è testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani. Lo scontro di civiltà, volenti o nolenti, era (ed è) già in atto. 
Pur essendo atea condivideva profondamente la tesi di Benedetto Croce ("non possiamo non dirci cristiani") e, negli ultimi anni, dichiarò la sua ammirazione verso Benedetto XVI, che la ricevette in udienza privata nel 2005. Nessuno seppe mai di cosa parlarono.

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