“Sulla base delle ultime previsioni pubblicate da Ocse, Fondo Monetario Internazionale , Commissione europea, Banca d’Italia, Corte dei Conti, Istat e
Standard & Poor’s sull’andamento del Pil e dell’inflazione in Italia, nel
2016 avremo una crescita nominale (data da crescita reale piu’ inflazione) nel
nostro paese pari, se va bene, all’1,3% (1%-1,1% di crescita reale piu’ 0,2% di
inflazione). Esattamente la meta’ del 2,6% (1,6% di crescita reale piu’ 1% di
inflazione) previsto dal governo nei suoi ultimi documenti di finanza pubblica
(Nota di aggiornamento al Def)”. Lo dice Renato
Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera. Ma, continua, “noi temiamo
possa andare ancora peggio, perche’ le stime ad oggi disponibili non
scontano ancora gli effetti dell’aggravata deflazione, degli ultimi attacchi
terroristici e dell’incertezza delle aspettative di consumatori e imprese che
ne deriva. I numeri, quindi, possono soltanto peggiorare. A questo punto, come
fanno a tenere i conti Renzi e Padoan? Irresponsabili. Da quando sono al
governo hanno sbagliato tutta la politica economica e imbrogliato i cittadini e
l’Europa con il gioco delle tre carte”.”Da qui a ottobre sara’ un crescendo
tragico per Renzi. Fino a quando, in un mese solo, si concentreranno, da un
lato, il referendum sulla riforma costituzionale e, dall’altro, la recessione
economica – che fara’ manifestare in tutto il suo fulgore il flop del Jobs act,
con relativo aumento della disoccupazione e crollo dei consumi – e la manovra
da fare necessariamente nella Legge di stabilita’ per correggere i conti: 21,8
miliardi per riportare il deficit dal 2,4% del 2016 all’1,1% del 2017 pattuito
con l’Europa; 17 miliardi per evitare le clausole di salvaguardia gia’ previste
per il 2017; e altri 5-8 miliardi per colmare i buchi delle mancate
privatizzazioni e della mancata Spending review. Totale: 40-50 miliardi. Caro Renzi- conclude Brunetta- e’ noto: i
governi cadono in autunno”.
giovedì 31 marzo 2016
mercoledì 30 marzo 2016
DIECI CLASS ACTION CONTRO RENZI
Dai mutui all'immigrazione irregolare: l'offensiva del forzista Brunetta
Contro l’odiato canone in bolletta della Rai («imposta espropriativa») e l’inasprimento delle norme sui mutui immobiliari passando per la denuncia delle «maglie troppo larghe sull’immigrazione irregolare». Sono solo alcune delle dieci class action – azioni legali collettive - contro il governo Renzi con le quali si sta organizzando una forma inedita di opposizione che intende togliere l’esclusiva al rivendicazionismo del MoVimento 5 Stelle: il «situazionismo moderato». È questa infatti «l’armatura nuova» con cui Renato Brunetta intende lavorare ai fianchi il governo Renzi sul modello Erin Brockovich, l’avvocato statunitense reso celebre dall’interpretazione del premio Oscar Julia Roberts che sfidò e vinse la battaglia dei cittadini contro una multinazionale che aveva inquinato le falde acquifere.
In Italia l’obiettivo del capogruppo alla Camera di Forza Italia non è un colosso del capitalismo ma fornire uno strumento agile di democrazia diretta («un’intuizione del professor Luca Antonini, avvocato di valore, ordinario costituzionalista all’università di Padova», ci tiene a precisare) per «spezzare l’incantesimo maligno di tre presidenti del Consiglio non eletti e di un Parlamento illegittimo, ma che non suscita scandalo». L’iniziativa di Brunetta, già annunciata nelle scorse settimane, è on-line sulla piattaforma Change.org dove è possibile firmare una a una le dieci petizioni che riguardano, rispettivamente, il canone Rai in bolletta elettrica; la tassa sull’ascensore; la mancata tutela delle concessioni balneari italiane; il mancato rinnovo incentivi per energia pulita; l’inasprimento delle norme sui mutui immobiliari; i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche; l’abolizione delle limitazioni della responsabilità degli amministratori delle banche; le maglie troppo larghe con l'immigrazione irregolare; le maxi bollette e le multe con l’autovelox.
Tutte tematiche - questo è il nodo sociale della proposta - che riguardano settori dove la burocrazia, le «caste» e l’autoreferenzialità di poteri che rispondono solo a loro stessi drenano energie e risorse alla società: tra le più politiche delle azioni proposte – dopo il caso di Banca Etruria - vi è quella che vuole eliminare ad esempio «i limiti alla possibilità degli azionisti e obbligazionisti danneggiati di rivalersi sui patrimoni delle banche». Un insieme di punzecchiature, queste proposte dalla piattaforma, che secondo l’ex ministro può «atterrare il pachiderma», ossia l’esecutivo dell’ex rottamatore, «come capita in natura per l’assalto concentrico di sciami d’api».
Quella inaugurata da Brunetta insomma – da sempre laborioso anche in termini di novità – vorrebbe affermarsi come «una strategia nuova per la politica» che individua, come obiettivo finale, ciò che lo stesso premier Renzi ha posto come estremo spartiacque: il referendum di ottobre sulle riforme istituzionali. Questo lavoro ai fianchi è pensato proprio sulla falsariga di ciò che la piazza del Family Day, che ha già posto la sfida al referendum come atto di affermazione popolare contro Renzi, sta mettendo in circolo contro la «democrazia negata». Ma c’è più. Per Brunetta dall’elaborazione di queste class action può anche emergere un risultato endogeno: una vera e propria classe dirigente per il centrodestra, sempre «se Forza Italia intende indossare questa armatura». Come? «Intorno a ciascuna di queste battaglie emergerebbe un leader vero – ha scritto - non nominato, capace di coagulare e di dare voce a settori precisi e con interessi chiari e determinati». Dieci «situazionisti» che potrebbero essere rivelarsi utili al Cav alla perenne ricerca di volti nuovi per il suo pallino di sempre: un partito senza politici. Antonio Rapisarda
E IO PAGO: L’AIR FORCE RENZI NON PUO’ VOLARE. MA COSTA 40MILA EURO AL GIORNO.
L’Air Force Renzi non si è mai alzato in volo. Ha un’infinità di problemi lunga quanto la lista di una spesa. I lavori sono in stallo, ma come può documentare il Fatto Quotidiano lo Stato italiano continua a sborsare 40mila euro al giorno per un aereo che difficilmente potrà essere usato nei prossimi mesi. Di sicuro Matteo Renzi non potrà servirsene per volare in America nei prossimi giorni.
L’Air Force Renzi rischia di essere un aereo sfigato. È nato male e continua ad andare male. I problemi sono davvero tanto. Il primo è la registrazione del velivolo che inizialmente sembrava a tutti una pura formalità. Così non è. Sta infatti diventando un ostacolo insormontabile. A causa dei tempi lunghi, scaduto “il certificato al’esportazione e quindi anche la registrazione si è impantanata: le autorità italiane e gli arabi non si trovano d’accordo su come registrare l’Aìirbus”. Eithad, la compagnia araba che controlla Alitalia, non vuole infatti che l’A340/500 venga catalogato come aereo militare. Una regiostrazione di questo tipo farebbe perdere valore al velivolo.
I problemi non si fermano alla registrazione. A Fiumicino i tecnici avevano cancellato la marca sulla fiancata A6-EHA, quella degli Emirati Arabi Uniti (Eau), per sostituirla con la scritta I-TALY. La compagnia araba li ha obbligati a ripristinare la vecchia targa. Stesso discorso per le scritte interne. I tecnici avevano sostituito le scritte in arabo e inglese con le scritte in italiano e inglese. Anche in questo caso sono stati obbligati a tornare sui loro passi. Ci sono poi lavoro da fare in futuro. “L’A340 renziano presenta la configurazione classica: first, business e economy ma è chiaro che questo allestimento dovrà essere cambiato sulla falsariga degli interni degli altri jet della flotta di Stato, attezzati con sale riunioni, docce, aree riservate alle scorte”. Tutto questo costerà dei gran soldoni
TERRORISMO, E’ RAVENNA LA CITTA’ PIU’ ATTENZIONATA IN ROMAGNA: NON SI ESCLUDONO RINFORZI ESTIVI
In vista della stagione estiva, ha affermato il questore di Forlì-Cesena Sanna, si programma l'attività di controllo da mesi, in sinergia con i sindaci interessati
E' Ravenna la città in Romagna che più preoccupa le forze di Polizia in ottica terrorismo. Anche se non c'è al momento alcun allarme particolare. Come ha spiegato infatti il questore di Forlì-Cesena, Salvatore Sanna, a margine di un convegno sulla criminalità a Cesena, "le misure sono scattate da alcuni mesi, subito dopo gli attentati di Parigi, in base alle nuove direttive su indicazione del ministero dell''Interno" avendo come obiettivo il controllo del territorio e una maggiore attenzione. In particolare per quelle città classificate con un livello di rischio più elevato.
In Romagna appunto Ravenna, che dalla moschea, al porto, passando per i monumenti Unesco ha tutta una serie di luoghi ''sensibili''. In vista della stagione estiva, ha proseguito Sanna, si programma l'attività di controllo da mesi, in sinergia con i sindaci interessati. "Non credo mancheranno dei rinforzi per avere il giusto occhio sul mare e sull''interno senza depauperare nessuna zona". Che non ci siano particolari allerte terrorismo lo ha confermato anche il procuratore capo di Forli'-Cesena, Sergio Sottani, ma c'è "doverosa attenzione anche a fatti di poco conto". Di certo a Ravenna, aggiunge, al di là della moschea, c'è una presenza "significativa" di extracomunitari islamici, molti dei quali comunque "perfettamente integrati", per cui c'è "un''attenzione particolare". Ma, ha ribadito, per ora nessun motivo di allarme. (fonte Dire)
martedì 29 marzo 2016
AAA…. VENDESI: L’ITALIA DIVENTA PROVINCIA D’ARABIA
I capitali degli sceicchi stanno acquisendo i centri del potere finanziario e industriale Banche, fashion, immobili, turismo, energia e quartieri storici delle grandi città
Si sono affacciati con curiosità poi siccome l’appetito vien mangiando hanno cominciato ad accaparrarsi dei gioielli più appetitosi e strategici del made in Italy. Quella dei ricchissimi arabi è diventata una sorta di bulimia: moda, immobili, hotel, banche e grande imprese strategiche dall’energia alla difesa fino a quel simbolo italiano che è l’Alitalia. Un’attenzione che viene da lontano. Guadagnò grandi titoli sui giornali nel 1976 la mossa della Lafico, la holding finanziaria di Muhammar Gheddafi, entrata in Fiat con i petrodollari rilevando quasi il 10%. «I libici? Si comportano come banchieri svizzeri» aveva detto Giovanni Agnelli. La quota è poi stata progressivamente ridotta fino in pratica ad azzerarsi.
Negli ultimi dieci anni è stata una corsa ad accaparrarsi i pezzi migliori dell’Italia. Tanti avamposti economici che preludono ad una colonizzazione culturale anche se, da abili strateghi, gli arabi procedono con circospezione. Una volta messe le mani sul bottino lasciano ai piani alti la dirigenza italiana ma le decisioni vengono prese ad Abu Dhabi o a Dubai. Non è difficile pensare che i legami finanziari possano avere un risvolto politico. Così inseguendo la rete dei finanziamenti dell’Isis da mesi le attenzioni sono concentrate su Kuwait, Qatar e Arabia Saudita. Non che siano questi paesi a foraggiare direttamente l’organizzazione, ma gruppi al loro interno che comunque impongono di mantenere una certa attenzione sull’area. E da tempo l’Italia ha stretti affari con il mondo arabo. Insomma il mondo islamico non è poi così lontano da noi e non è solo quello dei poveri immigrati a caccia di lavoro ma dei grandi capitali. Approfittando della crisi economica e quindi della maggiore disponibilità del governo ad aprire le frontiere ai capitali esteri, gli emiri si sono gettati a capofitto nel business che può offrire il nostro Paese e a prezzi stracciati. Il loro è uno shopping sistematico e tentacolare che nell’arco di una decina d’anni ha superato i cinque miliardi di euro. Ma la potenza di fuoco finanziaria degli sceicchi è tale che si fa fatica anche a descriverla. Solo i fondi sovrani dei Paesi del Golfo, gli organismi statali che hanno
AAA….VENDESI: LE PICCOLE AZIENDE IN MANO AGLI IMMIGRATI
In cinque anni aperte centomila nuove imprese Il settore preferito è quello dell’artigianato
È cresciuto anche negli anni della crisi il numero di immigrati che hanno aperto un'impresa in Italia: nei dodici mesi dello scorso anno, le imprese individuali aperte da cittadini nati fuori dell'Ue sono aumentate di quasi 23mila unità, portando il totale di queste realtà a superare quota 350mila, il 10,9% di tutte le imprese individuali operanti nel nostro Paese. Cinque anni fa, a fine 2010, erano 100.000 in meno. Il dato assume ancora maggior significato considerando che il saldo complessivo delle imprese individuali lo scorso anno è stato pari a -0,1%. Lo rileva Unioncamere-InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio italiane. La presenza di piccoli imprenditori extra-Ue si rivela particolarmente significativa nelle attività artigiane: oggi sono oltre 120mila, un terzo di tutte le micro-aziende di immigrati, con forti specializzazioni in settori economici quali i servizi alle imprese (dove il 23% è extra-Ue), il commercio (16,4%) e le costruzioni (15,2%). La mappa della loro presenza sul territorio vede ai primi posti Toscana, Lombardia, Liguria e Lazio (tutte con una rappresentanza di micro-imprese di immigrati superiore al 15% del totale delle imprese individuali regionali), con Prato che, dall'alto del 40,9% di imprese individuali con passaporto extra-Ue, si conferma la capitale virtuale dell'imprenditoria immigrata in Italia. «Per gli stranieri giunti in Italia aprire un'impresa è certamente un modo per integrarsi nel nostro sistema economico e sociale», commenta il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. «Gli imponenti flussi migratori con i quali ci confrontiamo richiedono
venerdì 25 marzo 2016
ACQUA NON E’ PIU’ UN BENE PUBBLICO. IL BLITZ DEL PD DI RENZI
L’acqua non è più un bene pubblico.
Un’altra novità del governo Renzi, che è diventata ufficiale con
l’approvazione, da parte della commissione Ambiente della Camera e con il
parere favorevole di relatore e governo, dell’emendamento del Pd, che apre alla gestione
dell’acqua da parte dei privati.
Tale emendamento, relativo
alla proposta di legge che ha recepito l’esito del referendum sull’acqua pubblica di cinque
anni fa, ha proposto – e ottenuto – la soppressione
dell’articolo 6 del testo, secondo cui il servizio idrico integrato quale
servizio pubblico locale è privo di rilevanza economica. Di conseguenza, la
proposta di legge stabiliva l’affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico
e vietava l’acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio
idrico integrato.
E invece ora i privati, grazie
all’approvazione dell’emendamento del Pd e con il consenso del governo,
potranno gestire i servizi idrici. A dispetto di quei 26 milioni di ‘Sì’ del referendum del 12 e
del 13 giugno del 2011, quando il 54% degli elettori bocciò qualsiasi
forma di privatizzazione dell’acqua.
“Il Pd ha affossato la
legge popolare sull’acqua pubblica
e calpesta la volontà di 27 milioni di italiani. La maggioranza ha votato a
favore dell’emendamento del deputato piddino Borghi che cancella l’articolo che
prevede che l’acqua sia pubblica, che la gestione dell’acqua sia pubblica e che
le infrastrutture dei servizi idrici siano pubbliche”.
E' DECEDUTO IL GEOM. GIUSEPPE BENTINI UNO DEGLI ARTEFICI DELLA FAENZA DEL BOOM ECONOMICO.
uì
tanti immobili nella Faenza devastata dal passaggio del fronte bellico, tra cui
molti legati alla curia, guidata allora dal Vescovo mons. Battaglia, come ad
esempio tutto il complesso del seminario di viale Stradone, la Chiesa dei
Cappuccini e tanti altri. L'impresa sfruttò al meglio gli anni del boom
economico ingrandendosi enormemente. La Bentini iniziò la sua espansione anche
all'estero dove costruì immensi stabilimenti ed impianti in diversi paesi del
mediterraneo, soprattutto in Algeria. Dagli anni '90 però il geom. Bentini si ritirò
a vita privata nel suo buon ritiro di San Martino in Gattara, lasciando
totalmente l'impresa alla gestione dei due figli (che poi si divisero). La
Memoria Stororica di Brisighella partecipa al
dolore
della moglie Rosa, dei figli e dei parenti tutti per la scomparsa del Geom. Cav. GIUSEPPE BENTINI Socio
Fondatore e benefattore dei nostri sodalizi culturali, premio “Brisighella
Dionisio Naldi” 2013. Lo ricordiamo con nostalgia e gratitudine per avere
costruito nel 1962 il nuovo Stabilimento Termale e per avere favorito per anni
lo sviluppo turistico di Brisighella.
L’AMICO VITTORIO SGARBI SI RICORDA DI BRISIGHELLA. UNA SERATA PER ORGANIZZARE UNA NUOVA MOSTRA A CASA BOSCHI.
Pietro Di Natale con il Maestro
Vittorio Sgarbi lavora per la mostra di
Salo', CASA BOSCHI E ALDA RAGGI,;
FOGNANO: ARRIVATE LE PRIME DONNE STRANIERE… NESSUNA INFORMAZIONE AI CITTADINI DA PARTE DEL SINDACO MISSIROLI…..
A Fognano le prime dieci donne e un bambino piccolo sono
ospite da una settimana circa , tutte di colore, nessuna parla italiano ma
francese sono state sistemate
nell'immobile in zona Valletta, di proprietà di una onlus di Faenza. Oltre ai pasti e alle utenze, viene fornito
loro, unorso di apprendimento della lingua italiana e accompagnate al
supermercato per acquisti di generi alimentari, fatturati.
In base alla “partecipazione e trasparenza”, sarebbe
opportuno che il Comune di Brisighella, anche solo con un comunicato,
informasse la cittadinanza dei programmi attuali e futuri, del tipo di
immigrato, clandestini, paese in guerra o altro e in funzione della cessione di
un locale in “comodato gratuito”
alla Charitas nell’ locale dell’ex asilo nido e comunità Montana trasferita a
Faenza.
La trasparenza, era
una “parole d’ordine” della sinistra, purtroppo manca……
giovedì 24 marzo 2016
BERLUSCONI: “SIAMO IN GUERRA, E’ ORA DI ESSERE UNITI E ESTIRPARE IL CANCRO DELL’ISIS”
La proposta del Cav. al
Foglio: “Via gli egoismi nazionali. Serve una coalizione contro la fabbrica
della morte”. Per vincere bisogna combattere. di Silvio
Berlusconi - Ancora una volta, dopo
New York, dopo Londra, dopo Madrid, dopo Parigi, dopo la Turchia, dopo tante
stragi in Africa e in Medio Oriente che non fanno quasi più notizia, davanti
alle drammatiche immagini che ci giungono da Bruxelles proviamo la stessa
sensazione di dolore impotente, di rabbia, di scoramento. Ci eravamo illusi di aver
inferto qualche colpo al terrorismo islamico attraverso la cattura del
responsabile dei fatti di Parigi, ed ecco che l’Isis ci dimostra di essere più
crudelmente vitale di prima. Purtroppo davanti a ciascuna di queste tragedie
sembra di assistere a un film già visto: una grande emozione collettiva, un
lutto doveroso delle istituzioni di ogni paese, qualche gesto nobile ma
soltanto simbolico – come la sfilata dei leader mondiali a Parigi dopo gli
attentati del 13 novembre – e poi il nulla, ovvero il palleggio di
responsabilità fra governi e l’eterno inutile dibattito fra la retorica
dell’integrazione facile e quella della paura.
Tutto quello che l’Europa
ha saputo mettere in campo per sconfiggere il terrorismo islamico è qualche
raid aereo in Libia, più che altro dimostrativo, che non porta alcun risultato
se non quello di colpire la popolazione civile, rinfocolando l’odio
anti-occidentale e fornendo quindi nuova materia prima ai reclutatori della
Jihad. Così non vinceremo mai questa guerra. Per vincere una guerra bisogna
prima di tutto avere il coraggio di combatterla, poi sapere con chiarezza chi
sono gli amici e chi i nemici, infine essere uniti, mettendo da parte le
distinzioni anche legittime e gli interessi particolari. Questa crisi per
l’occidente potrebbe essere più grave anche della guerra fredda, che se non
altro rispondeva a delle regole e a delle logiche prevedibili e in qualche modo
controllabili. Potrebbe essere la crisi più grave dopo la seconda guerra
mondiale, quando per vincere i paesi dell’Occidente non esitarono ad allearsi
con la Russia di Stalin, nonostante l’abisso che li separava. E solo in quel
momento vinsero. Non esistono soluzioni alternative, quando si è chiamati in
guerra bisogna combattere e vincere. I muri, i fili spinati, i posti di blocco
messi in atto sino ad ora, sono misure inutili e risibili. Ma forse, la carenza
di leadership europea, che ci penalizza da tempo, produrrà ancora l’assenza di
ogni decisione.
il
buonismo non si vincono le guerre e noi siamo in guerra. Luca Bartolini
CONSIGLIO COMUNALE RAVENNA; BALDINI (fi) ELETTO ALL’UNANIMITA’ VICE PRESIDENTE
Francesco Baldini
Alberto Donini (Lega Nord) ha
ritirato la candidatura permettendo la convergenza dei voti
Nella seduta di ieri il
consiglio comunale ha eletto all’unanimità vicepresidente il consigliere Francesco Baldini (Forza Italia) (carica resasi vacante dopo le dimissioni
di Paolo Guerra ndr). Prima che venisse proposta la candidatura di
Baldini il consigliere Alberto
Donini (Lega Nord) ha ritirato la sua candidatura,
precedentemente avanzata, sottolineando che essa era “frutto di un accordo tra
le forze di opposizione fatto all’inizio della legislatura, accordo che la Lega
ha coerentemente cercato di portare avanti, ma risultando ciò impossibile”
Donini ha dichiarato di “non voler andare oltre, non essendo interessato alla
carica di per sé. Se si avvererà l’auspicio che ci sia un candidato che
consenta all’opposizione di trovare l’unità, non avrò problemi a votarlo”. Alvaro Ancisi (Lista per
Ravenna) ha ringraziato Donini “per essersi fatto carico della soluzione di un
problema più politico che amministrativo, più simbolico che effettivo” e ha
proposto la candidatura di Francesco Baldini, “sulla quale mi pare di avere
inteso che ci sia un’ampia condivisione”. Per il gruppo Lista per Ravenna è
intervenuto anche Nicola Grandi,
ringraziando Donini ed esprimendo la sua stima nei confronti di Baldini. Alberto Ancarani (Forza
Italia) ha ringraziato Donini dicendo che “anche se manca poco al termine della
consiliatura è comunque doveroso, per rispetto delle istituzioni, completare il
quadro delle figure che assolvono alle diverse funzioni all’interno del
consiglio comunale. Per quanto ne so c’è ampia convergenza sulla candidatura
del consigliere Baldini, che condivido, ritenendo peraltro che essendo alla
seconda consiliatura abbia la giusta esperienza”.
UN NUOVO PROGETTO GUIDATO DA GIAN MATTEO BALDI*: IL GRUPPO CAMPARI NON E ‘IN CESSIONE MA CAMBIA ROTTA SUL VINO
Altro che cessione: il
Gruppo Campari cambia rotta sul vino, e, dopo le voci di vendita, rilancia
sulle sue tenute top, Sella & Mosca, in Sardegna, e Terruzzi & Puthod,
a San Gimignano, con un nuovo progetto guidato da Gian Matteo Baldi
Altro che
cessione: il Gruppo Campari cambia rotta sul vino, e dopo aver annunciato più
volte la cessione dei suoi marchi non “core business” (nel giugno 2015 era
arrivata la vendita del 100% della cantina piemontese Enrico Serafino alla
Krause Holdings Inc. per 6,1 milioni di euro), ora rilancia sulle sue tenute
più celebri di proprietà, con un nuovo progetto.
Archiviata l’esperienza della divisione “Campari
Wines”, sarà Gian Matteo Baldi la nuova guida di Sella & Mosca, una delle
aziende più prestigiose di Sardegna, con un corpo unico di 550 ettari vitati
(tra i più grandi d’Europa) ed una capacità di oltre 7,5 milioni di bottiglie
ogni anno, e di Teruzzi & Puthod, marchio storico di San Gimignano e della
Vernaccia, tenuta di 190 ettari complessivi, di cui oltre 90 vitati, per una
produzione di 1,2 milioni di bottiglie. Auguri Gian Matteo
*GIAN MATTEO
BALDI HA VISSUTO A BRISIGHELLA CON IL PADRE GIAN VITTORIO.
COINCIDENZE……… A OSIMO E’ SEPOLTO IL CARDINALE BRISIGHELLESE GALAMINI E MOSTRA DI SGARBI. LA MEMORIA STORICA DI BRISIGHELLA PUBBLICHERA’ UN LIBRO SULLA VITA DEL GALAMINI A CURA DI ALESSANDRO BAZZOCCHI.
Cardinale Agostino Galamini
UN’OCCASIONE PER UNA GIORNATA
DI VISITA (MOSTRA QUADRI DEL GUERCINO, TIZIANO) E LA TOMBA DEL CARDINALE MORTO
IL 6 SETTEMBRE NELLA BELLA CHIESA DI OSIMO.
Sergio Rivabene. GALAMINI (Galamina), Agostino (al secolo Simone). - Simone nacque a Brisighella, ,
nel 1552 (ma alcune fonti riportano Fognano, 1551), figlio di Mangolino e della
nobildonna Antonia Recuperati,
parente di Agostino Recuperati (morto nel 1540), che era stato generale
dell'Ordine dei predicatori. Il Galamini entrò nell'Ordine domenicano e assunse
il nome di Agostino, in onore del Recuperati; compì il noviziato a Faenza, poi
passò a Bologna, dove fu lettore; infine fu inviato nella provincia di Napoli.
Dopo essere stato nominato lettore maggiore di molti conventi della provincia
lombarda, fu inquisitore a Brescia (1592) e in seguito a Piacenza, Genova e poi
Milano. A questa esperienza seguì, nel 1604, l'affidamento della commissaria
del S. Uffizio da parte di Clemente VIII. Fu quindi nominato maestro del Sacro
Palazzo. Infine, nel 1607, fu eletto maestro generale dell'Ordine dei
predicatori nel capitolo generale tenutosi a Roma nel 1608. Iniziò subito
un'opera di riorganizzazione delle diverse province domenicane, partendo dal
Regno di Napoli, passando poi alla provincia d'Abruzzo, quindi alle Puglie,
infine giungendo alle Calabrie e alla Sicilia.
Era solito arrivare in
incognito, per meglio verificare la situazione dei vari conventi. I suoi
interventi furono sempre energici, tanto che lo stesso pontefice dovette
intervenire varie volte per invitarlo a maggiore prudenza: sostituiva
immediatamente i priori ritenuti inadatti, e nominava nuovi provinciali.
Nel giugno 1610 iniziò a
riorganizzare le province di Bologna, Milano e Piemonte; quindi, su invito
della reggente di Francia, Maria de' Medici, passò a visitare le province
francesi dell'Ordine.
A Parigi in particolare si
comportò con grande energia: proibì ai novizi di dire messa (avendo trovato
anche giovanetti di diciassette anni che esercitavano l'ufficio al posto dei
confratelli anziani); ripristinò quindi la pratica della mensa comune in
refettorio e quella dell'abito religioso e, per dare l'esempio, si mise
personalmente a restaurare gli edifici e le chiese dei conventi della regione.
Durante il soggiorno
parigino fu creato cardinale da Paolo V il 17 ag. 1611, col titolo di S. Maria
in Aracoeli. Nel 1613 fu nominato vescovo della diocesi di Recanati e Loreto,
che resse per sette anni. Nel 1620 fu
nominato vescovo di Osimo, nella Marca di Ancona, dove rimase per i
successivi diciannove anni, praticamente senza allontanarsi mai, se non per i
conclavi che portarono all'elezione di Gregorio XV e Urbano VIII. Morì il 6 sett. 1639 e fu sepolto nella
cappella del Rosario nella chiesa di S. Marco dei predicatori a Osimo, sotto
una semplice lapide che egli stesso aveva dettato.
mercoledì 23 marzo 2016
LE CASE POPOLARI: CAMBIARE PER MIGLIORARE IL COMUNE DI S.AGATA HA CONTINUATO A GESTIRE DA SOLO LE CASE POPOLARI…..
Affronto un
tema che pare burocratico e noioso, ma non lo è, per cui invito tutti i miei
lettori ad essere pazienti e ad arrivare fino in fondo. Le case popolari (ERP) nella
Provincia di Ravenna sono 4.730=, di cui 839=
(18%) sono di proprietà del Comune di Faenza, che diventano 1.168= (25%) se ragioniamo come Unione
dei Comuni della Romagna Faentina, come ormai è necessario fare. I canoni ERP
da riscuotere (dato previsionale 2016) sono pari in totale ad € 6.243.0000= di
cui € 1.050.000= per gli alloggi del
Comune di Faenza (17%), che diventano €
1.462.000= per l’intera Unione (23,4%). Attualmente le case ERP assegnate a
cittadini italiani rappresentano mediamente l’85/87% del totale, anche per il Comune di Faenza o per l’Unione. Le
norme in materia sono emanate dallo Stato (poche) e dalla Regione (molte), che
è la vera titolare della politica ERP, integrate da alcuni regolamenti
comunali.
La gestione
delle case popolari è effettuata in parte dal Comune di Faenza (strategie,
criteri di accesso, richiesta di fondi pubblici per manutenzioni, programma di
manutenzione straordinaria, ecc.) e dall’ACER (Azienda Casa Emilia Romagna)
della Provincia di Ravenna, sulla base di una concessione pluriennale
(2014/2002), effettuata senza una gara.
L’ACER è uno
strano ente pubblico economico che opera con criteri privatistici e svolge
prevalentemente attività d’ufficio
(redazione dei contratti, bollettazione, controllo requisiti assegnatari, ecc.)
e assegna ad una ditta esterna tutti i
lavori di manutenzione. E’ gestita da un Consiglio di Amministrazione,
ovviamente di nomina partitica del solo PD e alleati lautamente retribuiti, ed
ha 38 dipendenti, di cui 30
amministrativi e solo 8 tecnici veri e
propri. E' un ente che negli ultimi anni ha cercato di migliorare la sua
performance, dopo periodi opachi, con società partecipate che hanno lasciato buchi di bilancio risanati a spese dei
Comuni. L’ACER incassa i canoni degli alloggi ERP, paga le sue spese
burocratiche (spese generali circa €
441.000=, personale circa € 1.800.000=, imposte dirette per circa € 90.000=)
e quello che avanza lo destina in primo
luogo alla manutenzione ordinaria
(affidata a ditte esterne) e in secondo
luogo ai lavori di manutenzione straordinaria indicati dal Comune
proprietario degli alloggi. L’ACER non
apporta alcun tipo di risorsa finanziaria
CON IL BUONISMO NON SI VINCONO LE GUERRE E NOI SIAMO IN GUERRA.
Con il buonismo non si
vincono le guerre e noi siamo in guerra. L'ennesima strage.34 morti. 200
feriti.
E noi in Italia a dargli solo diritti e assistenzialismo senza imporgli dei doveri. Per due giorni vi saranno lacrime di coccodrillo, parole di circostanza, cerimonie, l'intervento della Boldrini, fiaccolate e inutili manifestazioni "pacifinte"con la bandiera della pace. Poi tutto riprenderà come prima con il solito buonismo fino alla prossima inevitabile strage. Quello che serve invece è una risposta dura a partire dal necessario blocco dall'indiscriminata accoglienza di questi milioni di clandestini che sono il brodo dentro cui fermenta l'intolleranza e l'estremismo. Solo con la difesa della nostra Identità almeno in casa nostra possiamo salvarci. I tanti vestaglioni che fanno la fila alle CARITAS delle nostre chiese non crediate sia tutti dispiaciuti per questi attentati. Se questi vengono individuati questi vanno #RIMPATRIATI!! Con il buonismo non si vincono le guerre e noi siamo in guerra. Luca Bartolini
E noi in Italia a dargli solo diritti e assistenzialismo senza imporgli dei doveri. Per due giorni vi saranno lacrime di coccodrillo, parole di circostanza, cerimonie, l'intervento della Boldrini, fiaccolate e inutili manifestazioni "pacifinte"con la bandiera della pace. Poi tutto riprenderà come prima con il solito buonismo fino alla prossima inevitabile strage. Quello che serve invece è una risposta dura a partire dal necessario blocco dall'indiscriminata accoglienza di questi milioni di clandestini che sono il brodo dentro cui fermenta l'intolleranza e l'estremismo. Solo con la difesa della nostra Identità almeno in casa nostra possiamo salvarci. I tanti vestaglioni che fanno la fila alle CARITAS delle nostre chiese non crediate sia tutti dispiaciuti per questi attentati. Se questi vengono individuati questi vanno #RIMPATRIATI!! Con il buonismo non si vincono le guerre e noi siamo in guerra. Luca Bartolini
TUTTE LE BALLE DI RENZI: ALTRO CHE 25 MILIARDI DI TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA
Matteo Renzi sostiene di avere utilizzato
al massimo possibile le forbici della Spending review, e di non
avere più spazi a disposizione, perché nel solo 2016 avrebbe già tagliato la
spesa pubblica di ben 25 miliardi. Come
sempre il premier legge a modo suo cifre che spesso la realtà gli ributta in
faccia, e lo fa sia per ragioni propagandistiche (Renzi è perennemente
in campagna elettorale) che per la necessità di utilizzare la presunta
buona pratica di fronte a quei cagnacci della commissione europea che non
vogliono concedergli la flessibilità di finanza pubblica che ha chiesto. Di
solito pochi fanno il controcanto alle sparate del premier italiano. La sorpresa
è arrivata ieri da Il Foglio. Perché a fare un puntuto
contraddittorio a Renzi è stata una economista che è anche un’amica di
famiglia, come Veronica De Romanis. Una economista di
primissimo piano che è anche la consorte di Lorenzo Bini Smaghi, il
banchiere che spesso viene annoverato in cima alla lista dei potenti renziani. La
De Romanis ha smentito il premier, ricordando come il taglio di spesa non sia
affatto di 25 miliardi di euro, ma addirittura inferiore ai 400 milioni. Per
farlo ha utilizzato un documento dello stesso governo Renzi sulla legge di
stabilità 2016, scritto dalla Ragioneria generale dello Stato. Ecco quanto
scrive la De Romanis: «I risparmi per 25 miliardi di euro realizzati nel 2016 –
grazie a iniziative intraprese tra il 2014 e il 2015 e alla legge di Stabilità
2016 – hanno consentito di finanziare alcune delle misure a sostegno della
crescita e dell’occupazione». «I dettagli di queste
misure non sono illustrati nella Nota, tuttavia una cosa è chiara: i tagli
effettivi non possono essere 25 miliardi di euro dal momento che sono stati
utilizzati per coprire incrementi di “altra” spesa pubblica». «Per sapere a quanto ammontano i tagli “netti” per
il 2016, anche in questo caso, bisogna andare sul sito del Mef. Nella
PROVINCIA. RIORDINO DELLE PARTECIPATE TARDIVO E CON GROSSE PERDITE
La Provincia è costretta da una
serie di disposizioni legislative ad adottare entro fine mese, un piano operativo di razionalizzazione delle
società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute,
esponendo le modalità, i tempi di attuazione e il dettaglio dei risparmi da
conseguire. E, ovviamente, le fruttuose partecipate come Sapir e
Romagna Acque con consistenti dividendi annuali - (l’ultimo bilancio fa registrare
entrate per la Provincia di circa
800.000,00 euro), - sono state
artatamente conferite nella società
Ravenna Holding spa, pertanto l’atto di razionalizzazione dell’ente provinciale
si limita a indicare pollice verso, non
certamente privo di perdite, o nei confronti di una serie di società deficitarie in procedura fallimentare
o in liquidazione. È il caso, ad esempio della società Aeradria dell’aeroporto di Rimini in
procedura fallimentare in corso
con una quota di partecipazione al
capitale da parte della Provincia di 25.855,00 pari allo 0,83%. Al
riguardo è stata fissata l’udienza per
il 20 aprile prossimo a seguito di
un’inchiesta della Procura per reati contestati agli amministratori: vale a
dire, associazione per delinquere finalizzata a falsare i bilanci, bancarotta e
connessi reati fallimentari, truffa e abuso d’ufficio. Per non parlare, poi, di
Stepra, società in liquidazione con una cospicua quota versata a suo tempo dell’amministrazione
provinciale di ben 1.333.881,79 e quota di partecipazione del 48.51% e restante
quota analoga alla locale Camera di commercio. Per la Provincia la
partecipazione in questa società ha rappresentato una vera e propria emorragia
continua e incontrollata di denaro. Un
vero “Pozzo di san Patrizio”
cui sono state buttate abbondanti somme di denaro in un contesto
generale di mala gestio.
venerdì 18 marzo 2016
Comuni montani, il Pd: “Sciogliere l’unione nell’Anci”. I sindaci toscani in rivolta: “Decidiamo noi, non loro”
Il
deputato Parrini, segretario regionale dei democratici: "L'accorpamento
doveva essere già fatto". Il presidente toscano dell'Uncem:
"Associazione da mantenere in vita per tutelare la specificità dei
territori montani". Il primo cittadino ribelle Perdrini, ex parlamentare
dell'Ulivo: "Impostazione fascista, roba da Ventennio"
I Comuni
montani in rivolta contro il Pd. Succede in Toscana,
ma potrebbe essere un episodio che fa da apripista a uno scontro che può
allargarsi al resto d’Italia. L’ipotesi su cui ragiona ilPartito
democratico infatti è l’inserimento della Uncem, l’Unione
nazionale Comuni, comunità e enti montani, dentro all’Anci,
l’associazione dei Comuni. Obiettivo: razionalizzare costi e rendere meno
frammentata la rappresentanza istituzionale. Il primo a dirlo è stato il
deputato renziano e segretario regionale toscano democratico Dario
Parrini: “Non è possibile che ci siano ancora Legautonomie e Uncem come
centri autonomi di costo e di decisione – ha detto a Repubblica –
L’accorpamento con Anci non può restare un impegno continuamente preso e mai
realizzato: doveva essere già fatto”. Parole in linea con la direzione
indicata da tempo dagli stessi vertici nazionali di Anci e Uncem: nelle varie
Regioni la rappresentanza istituzionale dei Comuni montani passerebbe
totalmente ad Anci mentre l’Uncem diventerebbe una sorta di centro studi a
sostegno e tutela delle aree montane.
Ma l’Unione dei Comuni
montani solo inToscana rappresenta180 realtà montaneestese
sul 60 per centodel territorio regionale per un totale di 550mila
abitanti. E tra questi ci sono quelli che invitano a frenare, per usare un
eufemismo, e quelli che sono andati su tutte le furie, come il sindaco “ribelle” di Zeri, in Lunigiana, Egidio
Pedrini, già noto per la sua battaglia per mantenere l’acquedotto che la
Regione vorrebbe far confluire nell’autorità d’ambito territoriale togliendolo
al Comune. Ex parlamentare dell’Ulivo e ex democristiano di sinistra
se la prende con i renziani: “Che cavolo c’entra Parrini con l’Uncem?”. Il
segretario regionale democratico secondo Pedrini dimostra una “arroganza
politica inaudita, impostazione fascista, roba da Ventennio“. Il Pd
si è dimenticato, aggiunge, “di ciò in cui credeva davvero il Pci:
la difesa della democrazia e della povera gente“.
Più misurato ma
ugualmente deciso Oreste Giurlani, sindaco diPescia (Pistoia)
e presidente dell’Uncem della Toscana oltre che vicepresidente
nazionale. Giurlani ricorda a Parrini che nell’ultimo congresso dell’ente
(2015) è stato ribadita la volontà di mantenere in vita l’associazione “per la
capacità della stessa dirappresentare e tutelare la specificità dei
territori montani”. Ma precisa che “alla fine saranno comunque i sindaci Uncem
a assumere la decisione finale”. Anche perché l’eventualescioglimento dell’associazione senza
il consenso dell’assemblea – è la tesi di Uncem Toscana supportata
anche da una consulenza legale – sarebbe da ritenersi illegittimo.
Parrini per dire il
vero ha poi corretto il tiro: “Decidono i Comuni soci cosa
fare di un’associazione, ci mancherebbe altro – ha precisato all’agenzia Impress –
Li invito però a porsi il problema di cosa l’opinione pubblica pensa di questo
spezzatino di rappresentanza istituzionale: sono certo che ne pensa molto
male”. Secondo Parrini servirebbe perciò “meno corporativismo e più realismo”.
Il gruppo consiliare Pd dovrebbe intanto portare la questione all’attenzione
del prossimo consiglio regionale: per approfondire la questione c’è stato un
primo incontro, secondo quanto appreso dal fatto.it, al quale hanno
partecipato i vertici regionali dell’Uncem, dell’Anci, esponenti del Pd e Ledo
Gori, capo di gabinetto del presidente della Regione Enrico Rossi.
Ma ora la battaglia
rischia di diventare a tutto campo perchél’Uncem finisce in una
polemica che riguarda anche l’esito del referendum sull’acqua, settore
sul quale il governo è pronto a intervenire. E anche qui
c’entra il Pd, perché un deputato, Enrico Borghi, è anche
presidente nazionale dell’Uncem (guida il Comune di Vogogna, in Piemonte)
sarebbe pronto a intervenire emendando la legge sul servizio idrico in
discussione alla Camera. In particolare Borghi ha firmato le proposte di
modifica per cancellare l’articolo 6 che prevede l’affidamento delle risorse
idriche solo a enti di diritto pubblico, ricevendo peraltro il parere
favorevole del governo per bocca del sottosegretario all’Ambiente Silvia
Velo (Pd, un’altra toscana, di Campiglia Marittima). Per questo il
sindaco lunigiano Pedrini chiede anche le sue dimissioni: “E’ incompatibile con
l’Uncem”.
giovedì 17 marzo 2016
Berlusconi affonda la Meloni: "Leghisti ed ex fascisti? Solo liti"
"I leghisti a Roma sono tutti ex fascisti e hanno liti tra di loro che sbocciano tutti i giorni"
"Non arretro sulla candidatura di Guido Bertolaso a Roma". Silvio Berlusconi, intervistato aLa telefonata di Maurizio Belpietro a Mattino Cinque ha le idee chiare.
"Bertolaso vincerà con una sua lista civica, ne sono certo". Il Cavaliera poi parla della Lega e del peso elettorale che il Carroccio ha a Roma: "I leghisti a Roma sono tutti ex fascisti e hanno liti tra di loro che sbocciano tutti i giorni". A questo punto, il leader di Forza Italia parla della probabile candidatura di Giorgia Meloni: "Non ha nessuna possibilità
di diventare sindaco di Roma".
Il Cavaliere incontrerà la Meloni per discutere della sua candidatura e afferma: "Non ho speranza di convincerla", perchè "le donne, qualsiasi cosa gli dici, fanno quello che vogliono loro". Liquida poi come "meschina strumentalizzazione! la polemica sulla gravidanza di Giogia Meloni come controindicazione alla corsa al Campidoglio e , da Mattino Cinque, Silvio Berlusconi ribadisce che "la signora Melni sa benissimo che non ha nessuna possibilità di diventare sindaco mentre quella sul suo futuro ruolo di madre è una stupidaggine del teatrino della politica. Che disastro questa politica".
domenica 13 marzo 2016
PUTIN: “ITALIA ESCI DALL’EURO E TORNA ALLA LIRA. COSI VINCERAI LA CRISI E TORNERAI GRANDE
Durante una conferenza
stampa tenuta al Cremlino, il presidente
russo Vladimir Putin, non ha risparmiato critiche all’Europa:
“Non ho ancora ben capito che ruolo svolga oggi l’Europa. Sembra un’organizzazione
che manca di una struttura coesa e compatta, non c’è insomma una spina dorsale.
Vedo che l’Inghilterra terrà un referendum per uscirne. Beh, mi sembra il
minimo: quale Stato vorrebbe mai appartenere a un’organizzazione così fragile?”
Poi continua “Furba è stata l’Inghilterra a mantenere la
sterlina, la sovranità monetaria e bancaria è importante. Ma
questo non è accaduto negli altri Paesi membri che, convinti che una moneta
nazionale sarebbe stata troppo debole, si son lasciati abbindolare da un
presunto progetto di forte moneta
unica. Ma guardatevi ora? Stavate meglio prima o adesso? Rispondete
da soli a questa domanda, interrogate le vostre coscienze e capirete” poi
rivolgendosi all’Italia, al centro della scottante situazione immigrazione vista
la sua posizione geografica sullo scacchiere geopolitico, ha detto: “Italia, allora cosa aspetti a uscire
dall’euro e tornare alla lira? Non stavi forse meglio prima. Governanti agite
bene, agite ora”. Parole forti quelle del leader russo che
hanno fatto, in breve tempo il giro del mondo e del Bel Paese, riaprendo il
dibattito sulla sovranità monetaria.
Secondo il giornalista
Andrea Screzi: “L’Europa, così com’è, è un fallimento e andrebbe rivista la sua
posizione per quanto riguarda la politica e l’economia. Putin lancia un
messaggio forte pur dalle mille contraddizioni”.
“L’UNIONE FA LA FORZA” I GIOVANI DI BRISIGHELLA E SOLAROLO INSIEME PER EVENTI DEDICATI AI COETANI
Webradio
Il 15 marzo a Solarolo e
il 18 marzo a Brisighella verranno organizzati due eventi collegati al progetto
‘L’Unione Fa la Forza’, il percorso partecipativo pensato dall’Unione della
Romagna Faentina rivolto ai giovani residenti nei sei Comuni del suo
territorio.
In arrivo a Solarolo e
Brisighella due nuovi eventi organizzati dai giovani partecipanti a ‘L’Unione
Fa la Forza’, il progetto che si propone di coinvolgere ragazze e ragazzi fra i
16 e i 35 anni residenti nel territorio della Romagna Faentina
nell’ideazione/organizzazione di momenti partecipativi per favorire la
partecipazione e l’inclusione sociale, culturale e lavorativa dei loro
coetanei.
Martedì 15 marzo, alle ore
20.30, presso l’Oratorio dell’Annunziata di Solarolo , Venerdì 18 marzo invece, alle ore 19.30,
presso la Sala multimediale della biblioteca, in via Pascoli a Brisighella, si
terrà il World Café ‘Sveglia! E’ tempo di sognare…’, un momento di confronto
per consentire ai giovani di proporre le loro idee/sogni da mettere in cantiere
per il territorio in cui vivono.
L’aspetto innovativo di
entrambe le iniziative è che saranno condotte attraverso moderne tecniche di
partecipazione: a Solarolo l’incontro sarà infatti gestito con un ‘Open Space
Technology’, che permette di creare gruppi di lavoro ispirati e
produttivi proposti dai partecipanti, creando una situazione piacevole con un
buffet permanente e consentendo di produrre un documento riassuntivo di tutte
le proposte/progetti elaborati dai gruppi sul tema proposto. A Brisighella invece si svolgerà un
‘World Café’, una metodologia studiata per invitare i partecipanti a una
discussione libera e appassionata, lasciando che le discussioni siano
autogestite dai partecipanti all’interno di un quadro comune e sotto la guida
di alcune domande di riferimento. In entrambi gli eventi le ragazze e i ragazzi
saranno supportati da operatori della cooperativa sociale faentina
RicercAzione. L’obiettivo delle due iniziative è la raccolta di proposte per lo
sviluppo delle politiche giovanili nel territorio dell’Unione. Per ulteriori
informazioni sul progetto: unionefaforza.wordpress.com.
giovedì 10 marzo 2016
ALLE ELEZIONI COSA SUCCEDE: DOCET BERLUSCONI.
Paolo Savelli Sul PD la domanda che
tanti si fanno (ma non lo dicono apertamente) è: ma se fanno pastette alle loro
primarie, alle elezioni in cui votiamo tutti che combinano?
#domandissimainsidiosissima. Una battaglia continua del presidente Berlusconi per avere scrutatori e rappresentanti di lista, pensate abbiamo perso du elezinoi politiche le prime per 30mila voti e 130mila alle ultime……….
#domandissimainsidiosissima. Una battaglia continua del presidente Berlusconi per avere scrutatori e rappresentanti di lista, pensate abbiamo perso du elezinoi politiche le prime per 30mila voti e 130mila alle ultime……….
NOTEVOLE SUCCESSO DELL’INIZIATIVA SENIORES A BOLOGNA
come
potete vedere dalla foto che vi alleghiamo abbiamo fatto un pienone….
Alcuni
ci chiedono il modulo per avviare l’Istanza di esecuzione della
sentenza della Corte Costituzionale n°70/2015, bene, lo alleghiamo e vi
invitamo a provvedere in tempi brevi anche se, teoricamente, il termine ultimo
sarebbe il 31/12/2016.
mercoledì 9 marzo 2016
GALASSINI (FI): “IL CONSORZIO CTF FAENZA HA RISPETTATO GLI OBBLIGHI DI CONCESSIONE?”
Un'interpellanza del
consigliere provinciale di Forza Italia presentata in Provincia in merito al
Centro Servizi Merci di Faenza
Sulla vicenda del
Consorzio faentino CTF, finito in liquidazione, il capogruppo in consiglio
provinciale di Forza Italia, ha scritto un'interpellanza per chiarire alcuni
punti. Questo, di seguito, il testo
dell'interpellanza. Premesso
che; La Società CSM
- Centro Servizi Merci srl, ora in liquidazione, ha per
"socio unico" il Comune di Faenza dal 2012 da allora è strumento
organizzativo del Comune medesimo. Nel 2007 CSM ha emesso un bando per
"Assegnazione aree in concessione per la progettazione esecutiva,
realizzazione e gestione del nuovo scalo merci di Faenza". A quanto
risulta dalla certificazione del Capo Settore Sviluppo Economico del Comune di
Faenza in data 6 marzo 2006 e risultato assegnatario il Consorzio Trasporti
Faenza soc. coop. p.a. - CTF. Con atto notaio Bonfanti autenticato nelle firme
del 25 luglio 2007 rep. 52938 racc. 8641 è stata di conseguenza stipulata la
"Concessione del diritto di superficie per la realizzazione di scalo
merci". A termini di concessione la
concessionaria CTF era obbligata, tra le altre cose, "a completare lo
stralcio funzionale e funzionante dello scalo entro 12 mesi" dal 25 luglio
2007 "salvo proroga per giusta causa da concordarsi tra le parti almeno 3
mesi prima del termine di scadenza": non risulta al sottoscritto che siano
mai stati portati a conoscenza del Consiglio comunale e pertanto essere stati
deliberati questi atti di proroga.
In tutti questi anni e per motivi non esattamente chiariti il Consorzio CTF non ha adempiuto agli obblighi di concessione, senza che ne il Comune ne il suo strumento organizzativo CSM adottassero alcun provvedimento al riguardo ma semplicemente lasciando decorrere il tempo con totale inerzia omissiva. Dal novembre 2015 il Consorzio CTF è in stato di liquidazione coatta amministrativa e pertanto certamente non più in grado di adempiere agli obblighi di concessione. Per principio generale di diritto in materia di concessioni - e ancor prima per principio di logicità - lo stato di insolvenza comporta la revoca/decadenza dalla concessione La Provincia di Ravenna è interessate come Tipologia PPP (Società di Trasformazione Urbana). Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere INTERPELLA Il presidente della Provincia di Ravenna in accordo con il Sindaco del comune di Faenza chiariscano e documentino le ragioni dell'inerzia omissiva dell'Amministrazione comunale e degli Organi di Centro Servizio Merci, in quanto strumento organizzativo del Comune, nel far rispettare, dal Consorzio CTF gli obblighi di concessione; nel pronunciare la revoca/decadenza della concessione.
In tutti questi anni e per motivi non esattamente chiariti il Consorzio CTF non ha adempiuto agli obblighi di concessione, senza che ne il Comune ne il suo strumento organizzativo CSM adottassero alcun provvedimento al riguardo ma semplicemente lasciando decorrere il tempo con totale inerzia omissiva. Dal novembre 2015 il Consorzio CTF è in stato di liquidazione coatta amministrativa e pertanto certamente non più in grado di adempiere agli obblighi di concessione. Per principio generale di diritto in materia di concessioni - e ancor prima per principio di logicità - lo stato di insolvenza comporta la revoca/decadenza dalla concessione La Provincia di Ravenna è interessate come Tipologia PPP (Società di Trasformazione Urbana). Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere INTERPELLA Il presidente della Provincia di Ravenna in accordo con il Sindaco del comune di Faenza chiariscano e documentino le ragioni dell'inerzia omissiva dell'Amministrazione comunale e degli Organi di Centro Servizio Merci, in quanto strumento organizzativo del Comune, nel far rispettare, dal Consorzio CTF gli obblighi di concessione; nel pronunciare la revoca/decadenza della concessione.
UN SUCCESSO LA PRESENTAZIONE DEL ROMANZO “PIANO B” DI GIANNA BOTTI E RAFFAELLA RIDOLFI ALL’OFFICINA CREATIVA L’INFINITO DI BRISIGHELLA.
Raffaella Ridolfi e Gianna
Botti continuano con successo le presentazioni del romanzo “Piano B”. Dopo Ravenna, Marradi, dove risiedono, Rimini, Faenza, Firenze
e Novara è stata Brisighella la tappa della presentazione del romanzo delle due
autrici marradesi attese nelle prossime settimane ad Arezzo, Montecatini,
Cesena e ancora a Ravenna per altrettante presentazioni del loro libro molto
seguito dal pubblico e dai media. L'attualità delle drammatiche vicende
libiche, le dichiarazioni di Papa Francesco e la conferma che gli USA spiavano
il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, rilanciano le belle e quasi
preveggenti pagine del romanzo edito dal Girasole con in copertina “La mela di
Jessica” opera del pittore Stefano Mercatali. A Brisighella, nella stupenda
cornice della sala dell'Infinito venerdì scorso nel corso del convivio con le
autrici organizzato da L'Infinito-Officina Creativa, il direttore artistico
Pape Gurioli ed il giornalista Francesco Donati hanno confermato come Piano B,
Giallo Mediterraneo sia un riuscito romanzo contemporaneo connotato
dall’intreccio dei ritmi social, tutto giocato sul filo invisibile delle trame
digitali di email e sms, scritto col linguaggio diretto che a queste modalità
relazionali appartiene. In Piano B – dove B, sta per Berlusconi – hanno
aggiunto, Raffaella Ridolfi e Gianna Botti, abbiamo scritto, la storia del 33 e
dell’agente segreto Alfonso, protagonisti che non si conoscono tra loro ma che
elaborano, sulle vicende dell’attualità, un libro-rivelazione immateriale
destinato ad essere poi rubato dalla terza immancabile spia che non ci pensa un
attimo a stamparlo su carta, provocando clamore mediatico e anche il ‘crimine’
che interrompe sia il racconto che il complotto. Lusinghieri, significativi e
ricchi di curiosità gli interventi dei presenti intervenuti che hanno
festeggiato le autrici che non hanno mancato di apporre le dediche e gli
autografi di rito sulle copie del libro.
DISCARICA TRE MONTI: L’AMPLIAMENTO SPACCA LA MAGGIORANZA NELL’ASSEMBLEA DELLA ROMAGNA FAENTINA.
L'AMPLIAMENTO della discarica di rifiuti Tre Monti nel
territorio di Riolo Tenne scuote la maggioranza di centrosinistra al governo
nell'Unione dei comuni della Romagna Faentina. Sul durissimo ordine del giorno
incentrato sull'argomento presentato in Consiglio da Edward Jan Necky de
L'Altra Faenza, il vice sindaco e assessore all'Ambiente di Solarolo Stefano
Briccolani, il capogruppo e dirigente
manfredo da Insieme per Cambiare Paolo Cavina e la consigliera di Uniti per
Riolo Tarme Nicoletta Cembali si sono astenuti,
assieme al consigliere di Rinnovare Faenza Tiziano Cericola, dimostrano di
condividere almeno in parte le tesi sostenute nel documento. Tra le quali, a
sostegno di un deciso «no» alla maggiorazione dei rifiuti già conferiti nel
sito, spiccano le considerazioni sulla possibile pericolosità dell'impianto e
gli allarmi in tal senso lanciati dalle organizzazioni ambientaliste, senza
tralasciare le allusioni all eventuale conflitto di interessi riguardante la
società Hera. Il testo de L'Altra Faenza era critico sull'impianto imolese che
coinvolge anche Riolo Terme l'Odg è stato respinto per 11 voti contrari,
espressi dal Gruppo del Partito democratico-Indipendenti, a fronte di 3 alzate
di mano favorevoli del proponente Necki, di Andrea Palli del Movimento 5 Stelle
e di Guido Catani della lista civica di centrodestra Alternativa per Riolo, ma
l'esito del dibattito ha comunque messo in luce le diffuse perplessità che il
progetto di Hera e ConAmi suscita nei rappresentanti delle Amministrazioni
coinvolte. A DIMOSTRARLO è del resto anche la motivazione della bocciatura
fornita dalla capogruppo e segretaria del Pd del comprensorio faentino Federica
Degli Esposti, basata semplicemente sul fatto che «non si è voluto condividere
il tema della salute pubblica e fermarsi un attimo per concordare un diverso
testo». Se si fosse trattato di una generica assicurazione di attenzione verso gli
sviluppi dell’operazione, accompagnata da un vibrante invito alle agenzie di
monitoraggio ad effermare severi controlli, probabilmente il consenso sarebbe
stato unanime. Nicola Tanesini
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