giovedì 24 marzo 2016

BERLUSCONI: “SIAMO IN GUERRA, E’ ORA DI ESSERE UNITI E ESTIRPARE IL CANCRO DELL’ISIS”


La proposta del Cav. al Foglio: “Via gli egoismi nazionali. Serve una coalizione contro la fabbrica della morte”. Per vincere bisogna combattere. di Silvio Berlusconi  - Ancora una volta, dopo New York, dopo Londra, dopo Madrid, dopo Parigi, dopo la Turchia, dopo tante stragi in Africa e in Medio Oriente che non fanno quasi più notizia, davanti alle drammatiche immagini che ci giungono da Bruxelles proviamo la stessa sensazione di dolore impotente, di rabbia, di scoramento. Ci eravamo illusi di aver inferto qualche colpo al terrorismo islamico attraverso la cattura del responsabile dei fatti di Parigi, ed ecco che l’Isis ci dimostra di essere più crudelmente vitale di prima. Purtroppo davanti a ciascuna di queste tragedie sembra di assistere a un film già visto: una grande emozione collettiva, un lutto doveroso delle istituzioni di ogni paese, qualche gesto nobile ma soltanto simbolico – come la sfilata dei leader mondiali a Parigi dopo gli attentati del 13 novembre – e poi il nulla, ovvero il palleggio di responsabilità fra governi e l’eterno inutile dibattito fra la retorica dell’integrazione facile e quella della paura.
Tutto quello che l’Europa ha saputo mettere in campo per sconfiggere il terrorismo islamico è qualche raid aereo in Libia, più che altro dimostrativo, che non porta alcun risultato se non quello di colpire la popolazione civile, rinfocolando l’odio anti-occidentale e fornendo quindi nuova materia prima ai reclutatori della Jihad. Così non vinceremo mai questa guerra. Per vincere una guerra bisogna prima di tutto avere il coraggio di combatterla, poi sapere con chiarezza chi sono gli amici e chi i nemici, infine essere uniti, mettendo da parte le distinzioni anche legittime e gli interessi particolari.  Questa crisi per l’occidente potrebbe essere più grave anche della guerra fredda, che se non altro rispondeva a delle regole e a delle logiche prevedibili e in qualche modo controllabili. Potrebbe essere la crisi più grave dopo la seconda guerra mondiale, quando per vincere i paesi dell’Occidente non esitarono ad allearsi con la Russia di Stalin, nonostante l’abisso che li separava. E solo in quel momento vinsero. Non esistono soluzioni alternative, quando si è chiamati in guerra bisogna combattere e vincere. I muri, i fili spinati, i posti di blocco messi in atto sino ad ora, sono misure inutili e risibili. Ma forse, la carenza di leadership europea, che ci penalizza da tempo, produrrà ancora l’assenza di ogni decisione.
il buonismo non si vincono le guerre e noi siamo in guerra. Luca Bartolini

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