mercoledì 23 marzo 2016

PROVINCIA. RIORDINO DELLE PARTECIPATE TARDIVO E CON GROSSE PERDITE


La Provincia è costretta da una serie di disposizioni legislative ad adottare entro fine mese,  un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, esponendo le modalità, i tempi di attuazione e il dettaglio dei risparmi da conseguire.   E, ovviamente, le fruttuose partecipate come  Sapir e  Romagna Acque con consistenti dividendi  annuali - (l’ultimo bilancio fa registrare entrate per la  Provincia di circa 800.000,00 euro), -  sono state artatamente  conferite nella società Ravenna Holding spa, pertanto l’atto di razionalizzazione dell’ente provinciale si limita a indicare  pollice verso, non certamente privo di perdite, o nei confronti di una serie di  società deficitarie in procedura fallimentare o in liquidazione. È il caso, ad esempio della società  Aeradria dell’aeroporto di Rimini  in  procedura fallimentare  in corso con una quota di  partecipazione al capitale da parte della Provincia di 25.855,00 pari allo 0,83%. Al riguardo  è stata fissata l’udienza per il 20 aprile  prossimo a seguito di un’inchiesta della Procura per reati contestati agli amministratori: vale a dire, associazione per delinquere finalizzata a falsare i bilanci, bancarotta e connessi reati fallimentari, truffa e abuso d’ufficio. Per non parlare, poi, di Stepra, società in liquidazione con una cospicua quota versata a suo tempo dell’amministrazione provinciale di ben 1.333.881,79 e quota di partecipazione del 48.51% e restante quota analoga alla locale  Camera  di commercio. Per la Provincia la partecipazione in questa società ha rappresentato una vera e propria emorragia continua e incontrollata di denaro. Un   vero  “Pozzo di san Patrizio  cui sono state buttate abbondanti somme di denaro in un contesto generale di mala gestio.


Le dismissioni previste riguardano poi il Centro Padano Interscambio merci Ce.P.I.M. con una partecipazione della Provincia di 4.251,72 e  ERVET con una quota al capitale sociale di 12.900,00. È prevista, inoltre la cessione delle quote di 1.522,50 mediante procedura ad evidenza pubblica di Banca Popolare Etica e, infine, anche  per la  Società d’Area Terre di Faenza per la quale l’ente  ha versato una quota pari a 10.320,00 e peraltro nell’ultimo esercizio 2014 ha registrato una perdita, è inserita nel citato piano delle dismissioni.
Si tratta, dunque, di una scelta tardiva e non certamente  spontanea per l’ente ravennate alla luce, tra l’altro,  dell’ultima comunicazione del 14 marzo scorso della Corte dei Conti. La Provincia, dunque, coglie l’occasione per eliminare, non certamente senza grosse perdite,  i rami secchi con andamento deficitario e che con molta probabilità, per lungo tempo hanno viziato i bilanci e gli stati patrimoniali della Provincia stessa. L’aspetto più singolare, tuttavia, consiste nel classificare queste società non più strategiche e non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, smentendo, di fatto, l’orientamento dello stesso ente quando solo pochi anni fa si è espressa diametralmente in modo opposto! Gianfranco Spadoni, Vincenzo Galassini

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