L’acqua non è più un bene pubblico.
Un’altra novità del governo Renzi, che è diventata ufficiale con
l’approvazione, da parte della commissione Ambiente della Camera e con il
parere favorevole di relatore e governo, dell’emendamento del Pd, che apre alla gestione
dell’acqua da parte dei privati.
Tale emendamento, relativo
alla proposta di legge che ha recepito l’esito del referendum sull’acqua pubblica di cinque
anni fa, ha proposto – e ottenuto – la soppressione
dell’articolo 6 del testo, secondo cui il servizio idrico integrato quale
servizio pubblico locale è privo di rilevanza economica. Di conseguenza, la
proposta di legge stabiliva l’affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico
e vietava l’acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio
idrico integrato.
E invece ora i privati, grazie
all’approvazione dell’emendamento del Pd e con il consenso del governo,
potranno gestire i servizi idrici. A dispetto di quei 26 milioni di ‘Sì’ del referendum del 12 e
del 13 giugno del 2011, quando il 54% degli elettori bocciò qualsiasi
forma di privatizzazione dell’acqua.
“Il Pd ha affossato la
legge popolare sull’acqua pubblica
e calpesta la volontà di 27 milioni di italiani. La maggioranza ha votato a
favore dell’emendamento del deputato piddino Borghi che cancella l’articolo che
prevede che l’acqua sia pubblica, che la gestione dell’acqua sia pubblica e che
le infrastrutture dei servizi idrici siano pubbliche”.
Nessun commento:
Posta un commento