Il
deputato Parrini, segretario regionale dei democratici: "L'accorpamento
doveva essere già fatto". Il presidente toscano dell'Uncem:
"Associazione da mantenere in vita per tutelare la specificità dei
territori montani". Il primo cittadino ribelle Perdrini, ex parlamentare
dell'Ulivo: "Impostazione fascista, roba da Ventennio"
I Comuni
montani in rivolta contro il Pd. Succede in Toscana,
ma potrebbe essere un episodio che fa da apripista a uno scontro che può
allargarsi al resto d’Italia. L’ipotesi su cui ragiona ilPartito
democratico infatti è l’inserimento della Uncem, l’Unione
nazionale Comuni, comunità e enti montani, dentro all’Anci,
l’associazione dei Comuni. Obiettivo: razionalizzare costi e rendere meno
frammentata la rappresentanza istituzionale. Il primo a dirlo è stato il
deputato renziano e segretario regionale toscano democratico Dario
Parrini: “Non è possibile che ci siano ancora Legautonomie e Uncem come
centri autonomi di costo e di decisione – ha detto a Repubblica –
L’accorpamento con Anci non può restare un impegno continuamente preso e mai
realizzato: doveva essere già fatto”. Parole in linea con la direzione
indicata da tempo dagli stessi vertici nazionali di Anci e Uncem: nelle varie
Regioni la rappresentanza istituzionale dei Comuni montani passerebbe
totalmente ad Anci mentre l’Uncem diventerebbe una sorta di centro studi a
sostegno e tutela delle aree montane.
Ma l’Unione dei Comuni
montani solo inToscana rappresenta180 realtà montaneestese
sul 60 per centodel territorio regionale per un totale di 550mila
abitanti. E tra questi ci sono quelli che invitano a frenare, per usare un
eufemismo, e quelli che sono andati su tutte le furie, come il sindaco “ribelle” di Zeri, in Lunigiana, Egidio
Pedrini, già noto per la sua battaglia per mantenere l’acquedotto che la
Regione vorrebbe far confluire nell’autorità d’ambito territoriale togliendolo
al Comune. Ex parlamentare dell’Ulivo e ex democristiano di sinistra
se la prende con i renziani: “Che cavolo c’entra Parrini con l’Uncem?”. Il
segretario regionale democratico secondo Pedrini dimostra una “arroganza
politica inaudita, impostazione fascista, roba da Ventennio“. Il Pd
si è dimenticato, aggiunge, “di ciò in cui credeva davvero il Pci:
la difesa della democrazia e della povera gente“.
Più misurato ma
ugualmente deciso Oreste Giurlani, sindaco diPescia (Pistoia)
e presidente dell’Uncem della Toscana oltre che vicepresidente
nazionale. Giurlani ricorda a Parrini che nell’ultimo congresso dell’ente
(2015) è stato ribadita la volontà di mantenere in vita l’associazione “per la
capacità della stessa dirappresentare e tutelare la specificità dei
territori montani”. Ma precisa che “alla fine saranno comunque i sindaci Uncem
a assumere la decisione finale”. Anche perché l’eventualescioglimento dell’associazione senza
il consenso dell’assemblea – è la tesi di Uncem Toscana supportata
anche da una consulenza legale – sarebbe da ritenersi illegittimo.
Parrini per dire il
vero ha poi corretto il tiro: “Decidono i Comuni soci cosa
fare di un’associazione, ci mancherebbe altro – ha precisato all’agenzia Impress –
Li invito però a porsi il problema di cosa l’opinione pubblica pensa di questo
spezzatino di rappresentanza istituzionale: sono certo che ne pensa molto
male”. Secondo Parrini servirebbe perciò “meno corporativismo e più realismo”.
Il gruppo consiliare Pd dovrebbe intanto portare la questione all’attenzione
del prossimo consiglio regionale: per approfondire la questione c’è stato un
primo incontro, secondo quanto appreso dal fatto.it, al quale hanno
partecipato i vertici regionali dell’Uncem, dell’Anci, esponenti del Pd e Ledo
Gori, capo di gabinetto del presidente della Regione Enrico Rossi.
Ma ora la battaglia
rischia di diventare a tutto campo perchél’Uncem finisce in una
polemica che riguarda anche l’esito del referendum sull’acqua, settore
sul quale il governo è pronto a intervenire. E anche qui
c’entra il Pd, perché un deputato, Enrico Borghi, è anche
presidente nazionale dell’Uncem (guida il Comune di Vogogna, in Piemonte)
sarebbe pronto a intervenire emendando la legge sul servizio idrico in
discussione alla Camera. In particolare Borghi ha firmato le proposte di
modifica per cancellare l’articolo 6 che prevede l’affidamento delle risorse
idriche solo a enti di diritto pubblico, ricevendo peraltro il parere
favorevole del governo per bocca del sottosegretario all’Ambiente Silvia
Velo (Pd, un’altra toscana, di Campiglia Marittima). Per questo il
sindaco lunigiano Pedrini chiede anche le sue dimissioni: “E’ incompatibile con
l’Uncem”.
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