Affronto un
tema che pare burocratico e noioso, ma non lo è, per cui invito tutti i miei
lettori ad essere pazienti e ad arrivare fino in fondo. Le case popolari (ERP) nella
Provincia di Ravenna sono 4.730=, di cui 839=
(18%) sono di proprietà del Comune di Faenza, che diventano 1.168= (25%) se ragioniamo come Unione
dei Comuni della Romagna Faentina, come ormai è necessario fare. I canoni ERP
da riscuotere (dato previsionale 2016) sono pari in totale ad € 6.243.0000= di
cui € 1.050.000= per gli alloggi del
Comune di Faenza (17%), che diventano €
1.462.000= per l’intera Unione (23,4%). Attualmente le case ERP assegnate a
cittadini italiani rappresentano mediamente l’85/87% del totale, anche per il Comune di Faenza o per l’Unione. Le
norme in materia sono emanate dallo Stato (poche) e dalla Regione (molte), che
è la vera titolare della politica ERP, integrate da alcuni regolamenti
comunali.
La gestione
delle case popolari è effettuata in parte dal Comune di Faenza (strategie,
criteri di accesso, richiesta di fondi pubblici per manutenzioni, programma di
manutenzione straordinaria, ecc.) e dall’ACER (Azienda Casa Emilia Romagna)
della Provincia di Ravenna, sulla base di una concessione pluriennale
(2014/2002), effettuata senza una gara.
L’ACER è uno
strano ente pubblico economico che opera con criteri privatistici e svolge
prevalentemente attività d’ufficio
(redazione dei contratti, bollettazione, controllo requisiti assegnatari, ecc.)
e assegna ad una ditta esterna tutti i
lavori di manutenzione. E’ gestita da un Consiglio di Amministrazione,
ovviamente di nomina partitica del solo PD e alleati lautamente retribuiti, ed
ha 38 dipendenti, di cui 30
amministrativi e solo 8 tecnici veri e
propri. E' un ente che negli ultimi anni ha cercato di migliorare la sua
performance, dopo periodi opachi, con società partecipate che hanno lasciato buchi di bilancio risanati a spese dei
Comuni. L’ACER incassa i canoni degli alloggi ERP, paga le sue spese
burocratiche (spese generali circa €
441.000=, personale circa € 1.800.000=, imposte dirette per circa € 90.000=)
e quello che avanza lo destina in primo
luogo alla manutenzione ordinaria
(affidata a ditte esterne) e in secondo
luogo ai lavori di manutenzione straordinaria indicati dal Comune
proprietario degli alloggi. L’ACER non
apporta alcun tipo di risorsa finanziaria
aggiuntiva, in
quanto è il singolo Comune che deve partecipare ai bandi regionali o nazionali,
girando poi all’ACER la gestione operativa dei fondi eventualmente pervenuti.
Le spese
generali e di personale dell’ACER sopra dette (escluse quelle di manutenzione) incidono per € 500= circa annuali per ogni
alloggio gestito, per cui il Comune
di Faenza sopporta un carico di spesa burocratica totale di circa € 420.000=
che diventano € 584.000= come Unione.
Detto ciò, e
veniamo al punto, è evidente che, di fronte alla massa critica notevole degli
alloggi ERP del Comune di Faenza (839) e dell’Unione R.F. (1.168) e delle spese
burocratiche addebitate dall’ACER, sarebbe più
efficace ed efficiente pensare di riportare la totalità della gestione degli
alloggi ERP all’interno dell’Unione della Romagna Faentina.
Questo
spostamento ACER/UNIONE darebbe vantaggi notevoli:
a)Ci sarebbe
un notevole risparmio sui costi generali
e di personale, in quanto le mansioni svolte dall’ACER sono in larga parte fattibili anche dagli
uffici del Comune/Unione, specialmente adesso che sono stati allentati i vincoli per il turn over.
Questo risparmio potrebbe essere stimato pari ad almeno il 70% dei costi attualmente addebitati al Comune/Unione per circa € 300.000/400.000 per anno.
b)I risparmi
così realizzati possono essere utilizzati per aumentare i lavori di
manutenzione straordinaria sugli alloggi ERP esistenti o anche per acquistarne uno/due nuovi tutti gli
anni, accorciando quindi le lunghe liste
di attesa.
c)Si valorizza il personale interno del
Comune/Unione a fronte invece dell’attuale strategia di impoverimento tecnico e
progettuale, al solo scopo di ingrassare i politici messi a capo dell’ACER.
d)L’appalto
per la manutenzione degli alloggi potrebbe essere più facilmente aggiudicato ad
una pluralità/gruppo di ditte artigiane
attive a Faenza e nell’Unione, anche sfruttando meglio i limiti concessi
dalle norme vigenti entro i quali si possono attivare gare ristrette.
e)Si riporta
l’intera gestione degli alloggi ERP sotto il
controllo democratico del Consiglio del Comune/Unione (e scusate se è
poco).
Chiedo
quindi alle forze politiche, ai sindacati, alle organizzazioni di categoria, ai
singoli cittadini di dire la loro su questo tema. Si usa dire infatti che la
discussione è il cuore della democrazia; ma la domanda giusta forse è capire se a Faenza siamo
ancora in vera democrazia Buona Pasqua a tutti. Dott. Tiziano Cericola
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