giovedì 28 aprile 2016

CERVELLI IN FUGA ONCOLOGO FAENTINO IN USA. “ IN ITALIA, SE VUOI FARE CARRIERA, DEVI SEGUIRE IL TUO PROF. QUI, INVECE, CREDI IN TE STESSO”


di Ludovica Liuni  Muller Fabbri, oncologo di 43 anni nato a Faenza e cresciuto a Forlì, insegna e fa ricerca al Children's Hospital di Los Angeles. Ha pubblicato su Science e degli Stati Uniti dice: "Questa realtà ti spinge ad essere creativo e a dare il massimo. E alla fine vince il merito"
A un certo punto ho pensato: non posso arrivare alla pensione senza aver dato il mio contributo alla lotta contro il cancro”. A parlare è Muller Fabbri, oncologo di 43 anni, nato a Faenza e cresciuto a Forlì (al centro nella foto, insieme ad alcuni colleghi). Dopo la laurea in medicina a Pisa, ha ottenuto un impiego in ospedale ma, nonostante l’amore per il suo lavoro, c’era qualcosa che non tornava: “Quando andavo ai meeting scientifici sui tumori sentivo dire che con la stessa zuppa di farmaci, combinati in maniera diversa, si era avuto un incremento della sopravvivenza di due settimane e tutti gridavano al miracolo”. Ma per lui, che fino a quel momento aveva vissuto la sua battaglia quotidiana a fianco dei pazienti, non era abbastanza. Voleva dire la sua sulla malattia. Così, nel luglio del 2003, ha preso i bagagli ed è volato negli Usa per fare ricerca: “Il mio primario mi chiese se volevo andare per un anno a Philadelphia, alla Thomas Jefferson University – ricorda -, ho accettato con grande entusiasmo, perché mi sembrava la risposta a tutti i miei dubbi”. stati facili: “Non mi vergogno a dire che il primo giorno non sapevo usare nemmeno una pipetta – ammette -, e spesso dopo una giornata passata a fare esperimenti mi chiedevo se tutto questo avesse un senso”. Ma l’ambiente e le motivazioni l’hanno spinto a dare il meglio: “Mi sono messo in gioco – ricorda – e ho avuto la fortuna di trovarmi nel laboratorio del professor Croce in anni di estrema eccitazione scientifica”. Trascorso un anno, era pronto per tornare in Italia: “Avevo imparato molto e mi mancavano i pazienti – spiega –, ma il professore mi ha chiesto di restare di più per portare avanti il mio lavoro e io ho accettato”. L’equipe si sposta da Philadelphia a Colombus, Ohio. Ed è qui che arriva la svolta nella sua carriera; nel 2009 vince il premio Kimmel Scholar Award come miglior ricercatore giovane Usa e nel frattempo porta avanti i suoi studi sul ruolo dei geni

PROVINCIA DI RAVENNA RENDICONTO 2015, CONSUNTIVO NEGATIVO DI 5 ANNI DI GOVERNO


Il consiglio provinciale di Ravenna ha approvato ieri il rendiconto di gestione del 2015 ma è anche l’ultimo. Il presidente Casadio e soci di sinistra in questi cinque anni non hanno lasciato un segno tangibile di quanto,  ancora peggio, della precedente giunta Giangrandi. Un segno negativo certo lo lasciano con l’aumento delle multe agli automobilisti, nel 2014 302mila euro corrispondente a un aumento del 185% al 2012, sino a arrivare al 2015 con un aumento, rispetto al 2014, dell’1.457 % con ben 4,700milioni euro, di cui 3.977.347 già incassati, come attestano i Revisori dei conti!!!!
Ancora più grave lo scandalo STEPRA, per nuove aree industriali con oltre 30milioni di debiti scaricati alle banche, (tolgono denaro alle imprese) insieme alla Camera di commercio ma nessuno è responsabile. La politica urbanistica ha portato all’aumento della cementificazione e mancanza d’infrastrutture. Realizzare (nel tempo) un nuovo Casello dell’A14 a Castelbolognese, con altri 100 ettari di  aree produttive, ma non ha risolto il nodo della circonvallazione portando nuovo traffico nel centro storico. Si doveva utilizzare un intervento minimo con modica spesa a monte di Castelbolognese utilizzando in parte la viabilità esistente. E' mancata la lotta per l’E55, il porto di Ravenna e la liberalizzazione del traffico di Bagnacavallo (passaggio livello), arrivando ora a uno svincolo sull’autostrada dopo l’inutile strada parallela dal costo proibitivo. Siamo la peggiore provincia dell’Emilia-Romagna per il numero gli incidenti stradali. (10,8 per 100mila 37 morti)
Nei settori di competenza come le scuole nell’ultimo periodo hanno risolto il problema dell’ascensore al liceo di Ravenna e dell’Istituto Ballardini carente nelle fondazioni e struttura del tetto! Per cinque anni gli interventi sono stati modestissimi. In compenso in passato sono stati sperperati fondi per l’acquisto del Palazzo Mazzolani (ISIA a Faenza),  il liceo scientifico di Ravenna (inutilizzato) per oltre 4milioni senza decidere nulla per recuperare gli euro spesi per altri lavori!
A conclusione, nonostante le “balle” di Renzi la Provincia rimane, l’unico risparmio, le spese per le elezioni democratiche dei consiglieri, sostituiti con nominati da consiglieri comunali (avverrà dopo le elezioni in comune a Ravenna). Nominati come i senatori con l’orrenda riforma costituzionale.
La riduzione notevole dei fondi (per scuole e strade) sono servite e servono a Renzi per pagare gli “80 euro” a una parte dei lavoratori privati.
            Renzi ha fatto  come il Duce (circolare 31 agosto 1939) impose alle Province il divieto assoluto di realizzare, per cinque anni, opere pubbliche straordinarie e di contrarre mutui per strade e scuole!!!!
 Forza Italia ha espresso un giudizio negativo sul consuntivo 2015 e di cinque anni di Giunta Casadio, con un auspicio di una vera modifica “costituzionale”  e eliminando le Regioni…….   Consigliere Gruppo Forza Italia Vincenzo Galassini




30 ANNI FA IL PAPA A BRISIGHELLA E IN ROMAGNA

Una foto inedita storica per Brisighella la visita del papa Giovanni Paolo II in piazza Carducci maggio 1986, a destra è possibile vedere il Papa, il sindaco Bartoli i futuri cardinali Monduzzi e Silvestrini





mercoledì 27 aprile 2016

CERICOLA: RITORNO


Sono stato lontano da voi perché preso da vari impegni, di lavoro e personali. Il 12/4, su mia richiesta, finalmente abbiamo tenuto la riunione della Commissione 2 sui Salesiani, dove il Presidente di Faventia Sales spa (Andrea Fabbri) ha illustrato sia il progetto di recupero del fabbricato che i dati finanziari complessivi. Il recupero andrà avanti a stralci, basandosi sulla vendita a Ravenna Holding, sugli affitti pagati dal Comune, su una ipotesi di affitto della zona palestra e fitness, lasciando inagibili la Chiesa ed il teatro, per i quali nessuno (al momento) pare interessato. Il 90% del progetto si basa sugli affitti che paga e pagherà il Comune di Faenza e questo lascia spazio alle mie (solite) contestazioni, ormai note: se paghiamo noi come cittadini, perché ne devono trarre beneficio i privati che detengono il 54% del capitale di Faventia Sales spa e che non fanno assolutamente NULLA per partecipare a questo progetto di recupero (non tirano fuori i soldi e non propongono alcuna idea) ? Inoltre la spa ha dei costi di gestione non piccoli (il Presidente ed il vice presidente prendono € 18.000= cadauno), che sono eccessivi per il semplice disbrigo dell'ordinaria gestione del complesso, non è tenuta agli obblighi di trasparenza tipici dei soggetti pubblici (per cui da gli incarichi e gli appalti in modo privatistico). Malpezzi ha detto che penserà a chiudere la spa nel 2020, quanto tutto il cantiere sarà finito: bel modo per regalare il 54% degli immobili ai soci privati, dopo averli ristrutturati a spese dei cittadini.
Anche il progetto in sé ha delle pecche: si riempiono i locali con uffici comunali, senza pensare di concentrare lì le aule di lezione del corso di Chimica Ceramica (ora al Polo di via Granarolo) e del corso di Agraria (ora a Tebano), oggettivamente scomode per chi si sposta con i mezzi pubblici. Si trasferisce lì la scuola di musica Sarti senza restaurare il teatro che sarebbe il luogo ottimale per le loro prove ed i loro concerti. Si pensa di eliminare il parcheggio dal primo cortile interno, senza dare indicazioni su soluzioni alternative. SI cerca ancora il gestore per il famoso ristorante nel secondo cortile (quello chiuso dal colonnato). Insomma un insieme eterogeneo di uffici pubblici e servizi vari senza un nesso logico. Il 90% del tutto da fare a spese dei cittadini, quando il Comune è azionista solo al 46% della spa: ditemi voi se sentite qualcosa di stonato oppure no. Ovviamente Faventia Sales non ha trovato uno straccio di bando cui partecipare con progetti di recupero o riconversione di alto profilo: l'importante è che questa sia "cosa loro" (del PD), mentre a noi (i cittadini) presentano solo i conti da pagare.



INFILTRAZIONI NEL PD, DA NAPOLI A BRESCELLO


Chissà perché non leggo tanti post di profonda indignazione "democratica" per lo scioglimento e commissariamento del Comune di Brescello per infiltrazioni della 'ndrangheta. Non sarà mica perché a Brescello comandava il PD, no? Indignazione strabica?



BOERI E’ UNO DEL PD


Messo all’Inps per fregare le nostre pensioni, perché non taglia i permessi d soggiorno e le pensioni degli immigrati che non hanno mai lavorato e contribuito!!”




IVA, LA PROTESTA DEL CODACONS: “ NON AD AUMENTI”


Netta bocciatura da parte del Codacons alla proposta avanzata oggi dalla Corte dei Conti di spostare parte della base imponibile con Iva agevolata al 10% verso l’aliquota ordinaria al 22%, per portare nelle casse dello Stato 5 miliardi di euro. “Con tale misura ancora una volta sarebbero solo i consumatori a pagare, attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio – denuncia il Presidente Carlo Rienzi – Una idea assolutamente ingiusta quella di aumentare l’Iva su alcuni beni, considerando che negli ultimi anni i ritocchi dell’imposta sul valore aggiunto hanno arrecato danno alle famiglie, ridotto i consumi e diminuito il gettito erariale”. “Nel nostro paese l’Iva ha già subito di recente in Italia due incrementi, con effetti disastrosi per le tasche delle famiglie e per i consumi: dal 20 al 21% nel settembre 2011 con un aggravio medio di spesa pari a 290 euro anni a famiglia; dal 21 al 22% nel 2013 con maggiore spesa pari a 209 euro a famiglia su base annua, per una stangata media da +499 euro annui a famiglia – prosegue Rienzi – Il gettito per le casse dello Stato è risultato tuttavia inferiore alle aspettative, perchè i consumatori hanno reagito al rincaro dei prezzi riducendo la spesa. Per tale motivo ci opporremmo a qualsiasi intervento al rialzo sull’Iva, e bocciamo senza appello la proposta della Corte dei Conti”.



martedì 26 aprile 2016

COMUNE DI FAENZA CONSIDERAZIONE DI CERICOLA DOPO UN ANNO DI AMMINISTRAZIONE


Dopo un anno passato in consiglio comunale posso fare alcune considerazioni.
La prima è che in Comune non si parla di politica in alcun modo: non c'è luogo o momento in cui vi sia un discorso "alto" sulle scelte politiche strategiche, sugli indirizzi da dare a questa nostra bella ma sfortunata città. Direte voi: ci pensano Malpezzi e il PD e non voi, poveri untorelli dell'opposizione. Può darsi, ma sta di fatto che anche quelli del PD brancolano nel buio e non hanno capito nemmeno loro quali siano gli indirizzi di Malpezzi. Alcuni di loro si stanno attrezzando con una loro corrente per pesare di più nel 2017, quando dovranno eleggere il nuovo segretario del PD locale; altri svernano alzando la mano in Consiglio. L'altra considerazione è che le cosiddette "forze sociali" (sindacati, associazioni di categoria, ecc.) non hanno capacità propositiva su nulla, favorendo anzi il mantenimento dello status quo e cercando solo piccole posizioni di rendita o di potere.  L'ultima (per ora) considerazione è che i mezzi di informazione locali generalmente non vogliono disturbare i manovratori per cui non fanno giornalismo d'inchiesta, ma nemmeno danno "fuoco alle polveri" sui problemi sollevati dalle opposizioni. Possibile che nessuno voglia scrivere la VERITA' sullo scandalo della CTF e dello SCALO MERCI ? o sulle PERLE ? o sulla CRISI ECONOMICA a Faenza ? su quanti giovani post università sono andati all'ESTERO e non tornano più ? sulla prossima FINE della CERAMICA a Faenza ? sulla riduzione del nostro OSPEDALE ?
Il risultato di tutto questo è il generale disinteresse dei cittadini per la nostra vita sociale e di comunità, salvo l'accendersi di proteste su singoli casi eclatanti (vedi PEDIATRIA) che non contano nulla. E' vero che il potere logora chi non ce l'ha, ma è altrettanto vero che il menefreghismo dilagante lascia tutto il potere a ristrette cerchie di politici (e loro comitati d'affari) e poi porta a conseguenze negative nella tasca di ognuno di noi, con tasse e tariffe elevate, servizi che non reggono,
ecc.. Spero che qualcuno possa o voglia confutare queste mie sensazioni: attendo con fiducia. Tiziano Cericola consigliere comunale Rinnovare Faenza



MEMORIA ALL’ ITALIANA: ECCO TUTTI I SOLDI AI NUOVI PARTIGIANI


Gli esborsi alle 179 associazioni di reduci, rifinanziati dal Governo Fondi anche ai «garibaldini» che combatterono dal ’43 al ’45 in Jugoglavia

Centosettantanove sfumature di partigiano. E il Governo le finanzia tutte: dai reduci garibaldini agli antifascisti. Ecco le associazioni che lo Stato foraggia e di cui si sente parlare solo il 25 Aprile. Anpi, Anvrg, Aicvas, Anvcg, Aned, Anppia, solo per citarne alcune. Con molta probabilità solo gli iscritti, vedendo queste sigle, sapranno riconoscere le associazioni di cui stiamo parlando: "Associazione Nazionale Partigiani Italiani", "Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti", "Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra", "Associazione Nazionale Ex Deportati", "Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti". C’è chi strabuzzerà gli occhi quando leggerà che il primo acronimo sta per "Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini". Ovviamente non si tratta di un’associazione di mummie del 1861, bensì dei reduci della divisione italiana in trincea dal ’43 al ’45 con i partigiani in Jugoslavia. I suddetti acronimi appartengono all’immensa galassia delle associazioni combattentistiche che godono di stanziamenti pubblici annuali predisposti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dai ministeri della Difesa, dell’Interno e dell’Economia. La crisi non tocca le tante associazioni rosse che possono dormire sonni tranquilli. A mettere in cassaforte il tesoretto ci ha pensato lo Stato inserendole nella legge di stabilità del 2014: «Per il sostegno delle attività di promozione sociale e di tutela degli associati svolte dalle Associazioni combattentistiche - si legge nel testo - è autorizzata la spesa di euro 1.000.000 annui per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016». E stiamo parlando solo di quelle sottoposte alla vigilanza della Difesa. Al milione di euro stanziato da questo ministero, infatti, se ne aggiungono altri due disposti dal Viminale di concerto con il ministero dell’Economia. Totale: tre milioni di euro circa per sostenere associazioni combattentistiche e d’arma. Nella maggior parte dei casi non si tratta di cifre stellari.

18 APRILE 1948


GRANDE SUCCESSO PER L’APERTURA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI FORZA ITALIA A RAVENNA


Un centinaio tra militanti azzurri, candidati al consiglio comunale, semplici cittadini e rappresentanze degli alleati, i partecipanti alla cena di apertura della campagna elettorale avvenuta venerdì sera al Ristorante Radicchio Rosso di Ravenna per sostenere la candidatura a sindaco di Massimiliano Alberghini (sostenuto anche da Lista per Ravenna, Lega Nord, Fratelli d'Italia). A fare da king-maker due pezzi da novanta delle Istituzioni e di Forza Italia. Da un lato Simone Baldelli, vicepresidente della Camera, grande esperto di regolamenti parlamentari, ma anche scrittore e showman appassionato di satira, dall'altro la Sen. Anna Maria Bernini, già Ministro delle politiche europee, amica di Ravenna e fra i più importanti dirigenti azzurri. La serata, organizzata dal responsabile provinciale di Forza Italia Bruno Fantinelli, e condotta dal capolista azzurro Alberto Ancarani è terminata ben oltre la mezzanotte dopo la presentazione del libro "Stai sereno mica tanto" scritto proprio da Simone Baldelli. Nei prossimi giorni intanto verrà resa nota per intero la lista azzurra per palazzo Merlato.



ENERGIA ELETTRICA DALLA CINA


Ormai la notizia non è più un segreto e, dalla Cina all'Australia (ultima fonte) è palese: la Cina si prepara ad esportare energia elettrica verso l'Europa. Contravvenendo agli ipocriti accordi presi con il COP21 continuano a costruire centrali a carbone e saranno nella condizione di godere di un eccesso di generazione a breve. Contestualmente, in Germania 6.9 milioni di persone vivono in una condizione di povertà energetica e sono costrette a spendere oltre il 10% del proprio reddito per pagare l'energia a causa delle sovvenzioni per le energie rinnovabili. Lo scorso anno 350 mila famiglie sono state scollegate dalla rete e 800 mila soffrono gravi difficoltà per pagare la bolletta, mentre industrie come la BASF, la BMW ed SGL Carbon hanno trasferito le proprie attività negli Stati Uniti ove l'ampia disponibilità di gas naturale (permessa dal fracking) e del nucleare (entrambi ancora per poco) permettono di accedere all'energia elettrica a costi irrisori. La Cina afferma che l'energia eolica è una sciocchezza inutilmente costosa e preferisce investire nella generazione di energia nucleare (in costruzione da 8 a 10 centrali l'anno da qui al 2030), gas (in costruzione almeno 10 centrali al mese) e carbone (in costruzione 2 centrali al giorno). https://stopthesethings.com/…/china-wont-waste-its-time-on…/
Così la Cina è pronta ad approfittare del danno auto-inflitto dalle potenze occidentali e sponsorizzato dall'ONU per fornire loro ciò che oggi loro non hanno o lo hanno a costi eccessivi. Contestualmente l'Australia, dopo le elezioni e la perdita del premier Abbott è tornata ad investire (e bruciare) ingenti capitali con le energie rinnovabili, adesso anche attraverso l'accumulo di energia. Appena 100 famiglie per un progetto pilota, saranno sovvenzionate dallo Stato a spese della comunità intera per "ridurre gli impatti" dell'inquinamento ambientale, in misura del tutto effimera (l'Australia ha autorizzato nuove miniere a carbone) e del tutto marginale rispetto al resto del mondo, il 2%.


ECCO DOVE VA FORZA ITALIA: BERLUSCONI


In questi giorni trovo su gran parte della stampa italiana una serie di rappresentazioni caricaturali della condizione di Forza Italia. Mi ero imposto di non replicare: è dal 1994 che sento profetizzare la fine del movimento che ho fondato e del mio ruolo nella politica italiana. Queste profezie ci hanno sempre portato fortuna: ogni volta che sono state formulate, le nostre vittorie le hanno smentite. In realtà queste discussioni appartengono a quel «teatrino della politica» che io non ho mai amato e del quale gli italiani dimostrano ogni giorno di essere nauseati (basta guardare i dati sull'astensionismo): agli elettori interessa sapere cosa intendiamo fare per le nostre città e per l'Italia, e se siamo credibili nelle cose che promettiamo. Per questo penso che gli italiani abbiano il diritto di sapere come stanno le cose: altrimenti una rappresentazione distorta della realtà, a furia di essere ripetuta, può diventare credibile. Abbiamo voluto la candidatura di Guido Bertolaso a Sindaco di Roma per una ragione molto semplice: siamo convinti che Guido sia un uomo del fare e possa essere il migliore sindaco per Roma. A noi interessa offrire ai romani, come ai cittadini di ogni città in cui si vota, il miglior sindaco possibile in grado di risolvere i problemi delle singole città, e quelli di Roma sono così gravi da far tremare chiunque. Tutto il resto, gli equilibri del centro-destra, la corsa a una leadership che non è affatto all'ordine del giorno, l'obiettivo di battere Renzi, vengono dopo, molto dopo. Tuttavia, poiché il «futuro del centro-destra» è un tema che appassiona molti commentatori più dei reali problemi delle nostre città, non mi sottraggo a parlare anche di questo. Anzitutto una questione semantica: noi non siamo «la destra». Per quel che valgono queste categorie, Forza Italia è un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato con la destra, come lo sono le forze politiche del Ppe più o meno in tutt'Europa. Un

domenica 24 aprile 2016

LIBERAZIONE: MERITO DEGLI ALLEATI


Ennesima celebrazione del 25 aprile. Peccato che il mito della liberazione dell'Italia da parte  dei partigiani rossi, altro non sia che una delle tante leggende  metropolitane mantenute vive  dai camaleonti nipotini di Marx per ottenere consensi, plausi, voti e gloria. Se l'Italia è rimasta un paese libero, lo si deve in primis all'intervento degli alleati, in infima parte ai partigiani, ma soprattutto alle "circostanze fortuite" della storia. Se la spartizione del bottino di guerra di Yalta avesse deciso diversamente, anche  l’ Italia avrebbe subito la  medesima infausta sorte dell'Europa dell'est. I partigiani  rossi, non è un mistero, avrebbero preferito che l'Italia  cadesse sotto le grinfie dell'URSS. Dovettero  accontentarsi dell'annessione  dell'Istria e della Dalmazia da  parte dei colleghi partigiani rossi titini.  Per fortuna, il fato, o più probabilmente la mano di  Dio, decise altrimenti. Circa  l'operato dei "liberatori" a  guerra finita, basti leggere i libri di Gianpaolo Pansa per avere  una pallida idea di quali  efferatezze furono capaci. Non  solo ammazzarono per odio o  vendetta, centinaia di colleghi  di brigata "bianchi " o non filo a sovietici, ma anche migliaia di  inermi civili e sacerdoti. Se non  si vuole subire all'infinito i  revisionismi storici imposti dai nostalgici dell'Unione Sovietica, si abolisca una volta per tutte l'inutile farsa del 25 aprile. Gianni Toffali

BRESCELLO: SCOMPARSA LA PROFONDA INDIGNAZIONE



Chissà perché non leggiamo tanti post di profonda indignazione "democratica" per lo scioglimento e commissariamento del Comune di Brescello per infiltrazioni della 'ndrangheta. Non sarà mica perché a Brescello comandava il PD, no? Indignazione strabica?

APERTA LA CAMPAGNA ELETTORALE DI FORZA ITALIA PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI RAVENNA


BRAVO BERLUSCONI CONFERMA BERTOLASO!!!


L'annuncio dopo la riunione del partito: il 29 aprile pronta la lista. Salta la mediazione con Salvini e Meloni.

I DATI DELL’INVASIONE: 300.000 CLANDESTINI DAL 2014 3 MILIARDI E MEZZO DI SPESA/ANNO PER MANTENERLI, 300.000 IN ARRIVO.


Ormai oltre la meta’ della spesa che l’Italia sostiene per affrontare l'”emergenza profughi” riguarda le spese di “accoglienza” di migranti che tutto sono meno che profughi, spesa che nel 2015 ha raggiunto quota 51,2% del totale e nel 2016, secondo le stime pubblicate sul Def (approvato dieci giorni fa dal governo Renzi), arriveranno fino al 58,3% del totale della spesa che si prevede di sostenere nel 2016.
Spesa che sempre il governo Renzi ha stimato essere lo scorso ottobre di ben 3,3 miliardi di euro in contanti per il 2015 e che nel suddetto Def viene addirittura ritoccata al rialzo a quota 3 miliardi 427 milioni di euro per il 2016, senza scordare che la spesa del 2014 è comunque stata di oltre 3 miliardi di euro, sempre in contanti ovviamente.
Quindi, conti alla mano, il governo Renzi ha buttato nella spazzatura oltre un miliardo e mezzo di euro in contanti (il 51,2% dei 3 miliardi e 300 milioni di euro spesi nel 2015) per mantenere in Italia clandestini che invece doveva espellere, a norma delle leggi Ue e italiane.
E si appresta a gettare sempre nel cesso quasi 2 miliardi di euro allo stesso modo nel 2016.

giovedì 21 aprile 2016

PRANZO DI LAVORO BERLUSCONI-WEBER PRESIDENTE GRUPPO PPE SU IMMIGRAZIONE E MEDITERRANEO.


Se questa consultazione ha un senso è quello di aver fatto da starter alla campagna elettorale che accompagnerà gli italiani da qui alle Amministrative e dalle Amministrative al voto sulle riforme, quello che Renzi ha trasformato in ultimo livello del videogame e dove non potrà contare sull'astensione
Dentro quel 68 per cento di astensionismo in realtà c’è di tutto: quelli che hanno dato retta a Renzi, un po’ di berlusconiani, forse una quota di grillini, i bagnanti, i non residenti sfiduciati dalle previsioni (segreto di Pulcinella). Ma soprattutto c’è l’area del non voto, che tutti i sondaggi danno da mesi intorno al 40 per cento. L’effetto involontario di quella dichiarazione flash alla Obama è stato quello di un capo del governo che voleva abbandonare il ruolo di segretario del Pd per puntare alla poltrona di capo del primo partito, quello degli astensionisti. Sarà stato anche un “referendum pretestuoso”, “inutile”, ma intanto è stato organizzato a un mese e mezzo dalle amministrative.
Ma se il referendum appena fallito ha un senso è quello di aver fatto da starter alla campagna elettorale che accompagnerà gli italiani da qui alle Amministrative e dalle Amministrative al referendum costituzionale, quello che Renzi ha trasformato in ultimo livello del videogame, quello della battaglia finale col mostro. Né alle Comunali né alla consultazione sulle riforme istituzionali c’è il quorum: per la Santa Alleanza cadrà un alibi, ma il presidente-segretario non potrà contare sul non voto grazie al quale gli è piaciuto vincere facile. L’elettorato si rimescolerà: le riforme, nel Pd e anche a destra, piacciono a qualcuno in più, ma anche a qualcuno in meno. I sondaggi danno i sì alla legge Renzi-Boschi in ampio vantaggio, ma mancano 6 mesi al terzo round del Renzi contro tutti e le amministrative hanno fatto imparare al Pd – a suon di disfatte – qual è il funzionamento dell’effetto Parma, anche detto effetto Livorno. Così, in attesa della Festa dell’Unità, arriva la Festa dell’Imu, il 16 giugno, a tre giorni dai ballottaggi. Berlusconi sorpassato e stracciato.

SULLE TRIVELLE RENZI TRADITO DA 1 SU 5. A OTTOBRE RISCHIA


Che il referendum sulle trivelle sia stato perduto dai comitati per il Sì, è certo: non è passato. Ma per capire se Matteo Renzi ha davvero vinto politicamente, bisogna guardare i numeri. Che dicono invece il contrario: rispetto allo schieramento di partenza, il premier non è riuscito a convincere un elettore su cinque rispetto a quelli che avevano votato lui e la sua maggioranza  alle elezioni europee del 2014. D’altra parte quando si gioca sulla astensione, si parte sempre avvantaggiati: hai come base il partito più forte che ci sia in Italia. Vediamo quali erano allora le posizioni di partenza: da una parte c’era il partito della astensione, Renzi con il suo Pd, l’Ncd, Scelta civica e mezza Forza Italia (forse anche di più). Schierati per andare a votare c’erano invece Movimento 5 stelle, Lega Nord, Fratelli di Italia, verdi, Sel e l’altra metà di Forza Italia. Dal 2014 ad oggi molte cose sono cambiate, ma l’europee di allora sono state le ultime elezioni nazionali, e quindi bisogna confrontare voto/non voto del referendum con i numeri di allora.
Alle europee 2014 il 41,31% decise di astenersi. Il Pd toccò quasi il 40% dei voti, ma rispetto agli elettori italiani ottenne in realtà il 23,95%. con Forza Italia il 9,86% degli elettori, con M5s il 12,41%, con Sel il 3,61% e così via. Tenendo presenti queste cifre alla vigilia del referendum pro astensione era chi aveva ottenuto il 73,18% delle scelte 2014 (partito dell’astensione più partiti che si sono schierati per l’astensione). Chi rappresentava il 23,62% degli italiani allora ha invitato invece ad andare a votare. Non si è espresso invece chi nel 2014 rappresentava il 3,20% dei voti.
Quindi il fronte guidato da Renzi poteva contare sul 73,18% degli astensionisti in partenza, ma alle urne non si è recato il 67,8%. Quindi il fronte Renzi ha perso rispetto alla vigilia il 5,33% degli italiani rispetto al 2014. Vale a dire il 21% di chi aveva votato Pd allora. Probabile che abbiano pesato le divisioni interne a quel partito, visto che erano schierati per il voto referendario sia Michele Emiliano che Pierluigi Bersani, entrambi esponenti del Pd. Loro una piccola vittoria nella sconfitta generale possono effettivamente vantarla e dividerla con Beppe Grillo, Matteo Salvini, Renato Brunetta e Giorgia Meloni: partivano dal 23,62% degli italiani, li hanno seguiti il 32,15% (quelli che sono andati a votare). La differenza è nell’8,53% degli italiani. Rispetto al fronte di partenza, si tratta del 36,11% in più. Non è poco, e può pesare sul prossimo referendum autunnale che non avrà il quorum.
Perchè non potendo più giocare sul partito dell’astensione, sulla base dei risultati del referendum di ieri Renzi perderebbe. Il suo schieramento ha avuto infatti il 31,87% degli italiani, quello avversario il 32,15%. Ma Forza Italia era divisa ufficialmente in due. Sulla riforma costituzionale ad ottobre dirà no. E allora i numeri che emergono dalle urne di ieri cambiano: gli astensionisti saranno fuori gioco, e non contano nulla. Il fronte con Renzi sarebbe al 26,94% e quello contro Renzi al 37,08%. Numeri che rendono meno incomprensibile il grande nervosismo mostrato dal premier apparendo in tv a celebrare quei risultati referendari.


IL PD HA SOSTENUTO SPECULATORI E FINANZA A DISCAPITO DEI VERI IMPRENDITORI LO SOSTIENE EX PD

Giuseppe Roccafiorita

"Noi intendiamo mandare “fuori i mercanti dal Comune”, cioè gli speculatori e i “prenditori” che in queste operazioni poi fallite hanno prodotto la chiusura e fallimenti di tante aziende artigiane e di persone che hanno perso il lavoro"
La lista La Pigna spara nuove bordate sul quartier generale del PD e dell'Amministrazione a guida PD e stavolta lo fa con il capolista Giuseppe Roccafiorita, che proprio dalle file del PD è uscito non molto tempo fa. “Il sequestro dell’Hotel Mattei non è altro che l’ennesimo fallimento della speculazione iniziata con l’era del Sindaco Mercatali (2 mandati) e continuata poi con le due giunte Matteucci. - dichiara con una lunga nota Roccafiorita - Il Pd negli ultimi 15 anni ha abbandonato completamente i lavoratori, la sicurezza dei cittadini e la piccola e media impresa per costituire, attraverso un intricato intreccio tra politica ed affari, un complicato sistema di favori e di speculazioni che noi definiamo la “cupola ravennate”."  "In questo sistema convivono e si relazionano politici, finanza e un gruppo di “prenditori” che speculano e non assumono alcun rischio d’impresa, ma sono sempre beneficiari di laute commesse edilizie ed immobiliari, oltre che di altri favori quali cambi di destinazioni d’uso di terreni, commesse e autorizzazioni comunali. - continua Roccafiorita - Con Mercatali è stato potenziato il conflitto d’interessi in Sapir e sempre con Mercatali sono stati approvati i più grandi progetti di speculazione edilizia ed immobiliare, tra i quali i fallimentari “Marinara” e Porto Reno e lo stesso Hotel Mattei. Tutti interventi che non potevano essere realizzati senza il concorso e l’appoggio di amministratori e funzionari comunali e di dirigenti bancari. In questi casi chi l’ha fatta da padrone è stata la “Ecis” di Gianni Fabbri, che si è aggiudicata dalle società controllate dalla Cooperativa Cmr i lavori di impiantistica dei 2 porti turistici e dello stesso Hotel Holiday Inn (di cui è stato general contractor insieme a tutti gli Hotel di proprietà di Arca Hotels), scorporando i lavori edili alla Cmr di Filo di Argenta, dichiarata poi fallita al Tribunale di Ferrara. La Procura della città estense ha aperto un’inchiesta per bancarotta di cui diversi protagonisti di questa vicenda sono stati rinviati a giudizio. Non solo ma la “Ecis”, durante la Giunta Mercatali, si è aggiudicata i lavori di impiantistica e manutenzione del Cinemacity, dello stadio Benelli (per un importo complessivo di € 2.300.000 - dal sito Ecis), di impianti di potabilizzazione di acqua di Hera, società di cui Carimonte spa è socia, e di diverse strutture comunali."  "Nel caso dell’Hotel “Holiday Inn”, la cui prima pietra è stata posata dal Sindaco Matteucci, e di Marinara e Porto Reno, la cui inaugurazione ha visto presenti Matteucci, l’allora ministro Bersani, l’allora Presidente della Regione Vasco Errani e l’allora segretario del Pd Miro Fiammenghi, la banca finanziatrice di tutte le opere è stata la Unicredit, istituto che vede nel patto di Sindacato che

CANNES, NESSUN FILM ITALIANO ANDIDATO ALLA PALMA D’ORO. IL MARRADESE STEFANO MORDINI NELLA SESSIONE “UN CERTAIN REGARD”

Il regista Stefano Mordini

Questa volta è anche inutile sperare perché l’Italia è già fuori in partenza. Tra i 20 film selezionati per la corsa alla Palma d’oro neanche uno ha il passaporto italiano. Proprio mentre il nostro cinema moltiplica le prove di una ritrovata vitalità, come si potrà vedere forse in altre sezioni ancora da annunciare, il Festival di Cannes, in programma dall’11 al 22 maggio, guarda altrove. ”Tanta responsabilità certo ma fossero tutti quelli i carichi. Piuttosto che bello e che privilegio” dice a caldo all’ANSA Stefano Mordini, il regista di Pericle il Nero in gara a Un Certain Regard. A cartellone di Cannes 69 appena annunciato a Parigi con nessun film italiano in gara per la Palma d’oro, riflettori e speranze puntate sull’altro concorso con Mordini nella selezione. ”Un noir esistenziale” lo definisce il regista toscano al suo terzo film dopo Provincia Meccanica e Acciaio. Tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino, il film vede protagonista Riccardo Scamarcio nel ruolo del titolo e nel cast Marina Foïs, Gigio Morra, Valentina Acca, Maria Luisa Santella. Prodotto da Buena Onda (di Golino-Scamarcio-Prestieri) con l’apporto dei Dardenne e Rai Cinema sarà in sala con Bim Distribuzione.
Nella kermesse troverebbero posto anche altri italiani, tra cui La pazza gioia di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, incluso – salvo sorprese – nella Quinzaine des Realisateurs, ma per l’annuncio ufficiale bisognerà attendere il 19 aprile.

martedì 19 aprile 2016

ANALISI DEL REFERENDUM: COSTITUIRE IL COMITATO DEL NO (DI FORZA ITALIA) PER IL REFERENDUM DI AUTUNNO

Che il referendum sulle trivelle sia stato perduto dai comitati per il Sì, è certo: non è passato. Ma per capire se Matteo Renzi ha davvero vinto politicamente, bisogna guardare i numeri. Che dicono invece il contrario: rispetto allo schieramento di partenza, il premier non è riuscito a convincere un elettore su cinque rispetto a quelli che avevano votato lui e la sua maggioranza alle elezioni europee del 2014. D’altra parte quando si gioca sulla astensione, si parte sempre avvantaggiati: hai come base il partito più forte che ci sia in Italia. Vediamo quali erano allora le posizioni di partenza: da una parte c’era il partito della astensione, Renzi con il suo Pd, l’Ncd, Scelta civica e mezza Forza Italia (forse anche di più). Schierati per andare a votare c’erano invece Movimento 5 stelle, Lega Nord, Fratelli di Italia, verdi, Sel e l’altra metà di Forza Italia. Dal 2014 ad oggi molte cose sono cambiate, ma l’europee di allora sono state le ultime elezioni nazionali, e quindi bisogna confrontare voto/non voto del referendum con i numeri di allora.
Alle europee 2014 il 41,31% decise di astenersi. Il Pd toccò quasi il 40% dei voti, ma rispetto agli elettori italiani ottenne in realtà il 23,95%. con Forza Italia il 9,86% degli elettori, con M5s il 12,41%, con Sel il 3,61% e così via. Tenendo presenti queste cifre alla vigilia del referendum pro astensione era chi aveva ottenuto il 73,18% delle scelte 2014 (partito dell’astensione più partiti che si sono schierati per l’astensione). Chi rappresentava il 23,62% degli italiani allora ha invitato invece ad andare a votare. Non si è espresso invece chi nel 2014 rappresentava il 3,20% dei voti.
Quindi il fronte guidato da Renzi poteva contare sul 73,18% degli astensionisti in partenza, ma alle urne non si è recato il 67,8%. Quindi il fronte Renzi ha perso rispetto alla vigilia il 5,33% degli italiani rispetto al 2014. Vale a dire il 21% di chi aveva votato Pd allora. Probabile che abbiano pesato le divisioni interne a quel partito, visto che erano schierati per il voto referendario sia Michele Emiliano che Pierluigi Bersani, entrambi esponenti del Pd. Loro una piccola vittoria nella sconfitta generale possono effettivamente vantarla e dividerla con Beppe Grillo, Matteo Salvini, Renato Brunetta e Giorgia Meloni: partivano dal 23,62% degli italiani, li hanno seguiti il 32,15% (quelli che sono andati a votare). La differenza è nell’8,53% degli italiani. Rispetto al fronte di partenza, si tratta del 36,11% in più. Non è poco, e può pesare sul prossimo referendum autunnale che non avrà il quorum.
Perchè non potendo più giocare sul partito dell’astensione, sulla base dei risultati del referendum di ieri
Renzi perderebbe. Il suo schieramento ha avuto infatti il 31,87% degli italiani, quello avversario il 32,15%. Ma Forza Italia era divisa ufficialmente in due. Sulla riforma costituzionale ad ottobre dirà no. E allora i numeri che emergono dalle urne di ieri cambiano: gli astensionisti saranno fuori gioco, e non contano nulla. Il fronte con Renzi sarebbe al 26,94% e quello contro Renzi al 37,08%. Numeri che rendono meno incomprensibile il grande nervosismo mostrato dal premier apparendo in tv a celebrare quei risultati referendari. Franco BechisPrepariamoci costituendo i Comitati del NO di Forza Italia

L’INSEGNAMENTO DE L18 APRILE 1946 MAI COSI’ ATTUALE

di Rodolfo Ridolfi : -Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l'Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell'Est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l'Europa, il 18 aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l'Italia. Se il 25 aprile del '45 segnò la fine del nazifascismo per l'opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del '48 fu la data in cui, con il voto, l'Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista.
Come non sottolineare l'intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico? Sessantotto anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell'Italia repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi. Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogan e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l'enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente perverso».
Certamente, una delle cause della sconfitta del Fronte popolare è da ravvisare nella levatura politica e morale di uomini come De Gasperi, Saragat, Einaudi. Fu così che i moderati contribuirono a salvare la democrazia e la civiltà del nostro Paese; mentre presuntuosi intellettuali di sinistra, ciechi di fronte ai

PONTE E GALLERIA COLLEGA DANIMARCA E SVEZIA OPERA DI INGEGNERI ITALIANI, IN ITALIA IMPOSSIBILE

Questo ponte si trasforma in una galleria. Collega la Danimarca con la Svezia ed è frutto di aziende e ingegneri ITALIANI. Se fosse stato proposto in Italia sarebbero già insorti tutti! Ambientalisti, animalisti, clero, comunisti, lega del tartufo, sagra del muscolo ripieno, sindacato di base lavoratori dell'acquagym!
Gli italiani costruiscono, inventano tecnologie di punta, ricercano, esplorano. Lo fanno in giro per il mondo e si avventurano nella scoperta. Purtroppo, in Italia, i maker sono vittime di una minoranza ottusa ignorante e prepotente di wreker che spesso prende il sopravvento. Dobbiamo impedirlo con forza, tenacia e pazienza anche nel nostro Paese, perché l'Italia è la nostra casa e la vogliamo bella, confortevole e luminosa. Sono sicuro che ce la faremo!

lunedì 18 aprile 2016

REFERENDUM TRIVELLE, NIENTE QUORUM: L’ESITO DELLA CONSULTAZIONE NON E’ VALIDO, BUTTATI OLTRE 300 MILIONI




PERCENTUALE VOTANTI PER COMUNE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA





BANCAROTTA: CONSUMO ENERGIA ELETTRICA AI MINIMI DI SEMPRE. LA FANTASCIENZA DEL DEF


In quel simpatico compendio di fantascienza e fantasy chiamato Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, per gli amici: DEF, il governo ha ipotizzato un futuro in cui: 1-Il Pil Italiano cresce nel 2016 dell’1.2% e poi a salire anni a venire. L’Fmi ha già corretto le stime a 1% , ma tranquilli, come noto i Governi e l’FMI (se sei organico al sistema) sono organisti ottimisti by design. 2-Un PIL nominale in crescita frutto anche e soprattutto di una robusta inflazione. 3-Ora dal punto di vista della crescita del PIL reale, c’è un dato da cui non si può fuggire:
Al netto di minimi risparmi dovuti a nuovi standard di efficienza, non può esistere nessuna crescita del PIL senza un corposo aumento della domanda di energia elettrica.
Per come è strutturata l’economia moderna, l’utilizzo di strumenti produttivi e beni di consumo  che funzionano a energia elettrica è un indice fondamentale per capire se realmente esiste un aumento della ricchezza nazionale.
Ebbene Marzo 2016 ha fatto registrare i MINIMI DI TUTTI I TEMPI da quando esistono rilevazioni nazionali affidabili:


18 APRILE 1948 A BRISIGHELLA ELEZIONI POLITICHE


A Brisighella il 18 aprile del 1948 la DC raggiunse il 41,12% ed i social comunisti precipitarono al 35,12%. Le elezioni politiche italiane del 1948 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 18 aprile 1948. La Democrazia Cristiana si aggiudicò la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi, caso unico nella storia della Repubblica. Questo straordinario successo rese il partito guidato da Alcide De Gasperi il punto di riferimento per l'elettorato anticomunista e il principale partito italiano per quasi cinquant'anni fino al suo scioglimento nel 1994. Netta fu la sconfitta del Fronte Democratico Popolare, lista che comprendeva sia il Partito Comunista Italiano che il Partito Socialista Italiano. Con circa il 30% dei voti il fronte della sinistra fu fortemente ridimensionato rispetto alle precedenti elezioni. Su questo dato influì pesantemente la scissione socialdemocratica avvenuta un anno prima e guidata da Giuseppe Saragat. Sull'altro fronte la destra, ancora divisa tra liberali, monarchici e i neonati missini, ottenne risultati mediocri perdendo consensi rispetto alle precedenti elezioni.



domenica 17 aprile 2016

UN’ APPLAUSO ALL’AUSTRIA PER IL MURO AL BRENNERO, UNICO BALUARDO CONTRO IPOCRISIA E BUONISMO UE.


Cosa ci aspettiamo da un Paese che sperava di fregare i mercati, garantendo la stabilità del sistema bancario attraverso l’acquisto di inoptati e sofferenze da parte dell’Opera Don Gnocchi e dalla Cassa previdenziale dei Ragionieri? Non sto delirando, ci sono anche questi “soggetti privati” dentro il Fondo Atlante, l’ultima buffonata partorita dal governo Renzi per cercare di rimandare a dopo il voto referendario d’autunno il redde rationem con i prossimi, inevitabili bail-in bancari.
 Ipocrisia, madre di tutti i mali. E vale anche in ambito europeo, perché la nuova vergogna per cui strapparsi le vesti in favore di telecamera è il muro che l’Austria sta giustamente cominciando a costruire al confine con l’Italia, quel Brennero dove ora le porte sono aperte ma che da giugno potrebbe trasformarsi in un tappo per la massa di migranti che si riverserà nel nostro Paese dopo la chiusura della rotta balcanica e con la guerra in Libia alle porte. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, ha bocciato l’ipotesi, definendola “un grave errore che viola le regole europee”. Sarà ma penso che non ci sia un singolo cittadino austriaco contrario alla scelta del suo governo, il quale giova ricordare che aveva avvertito l’Italia non più tardi dell’8 aprile scorso, quando la ministra degli Interni austriaca, Johanna Mikl-Leitner, in visita a Roma aveva sì assicurato che il suo Paese avrebbe “fatto il possibile per evitare la chiusura del Brennero”, ipotesi ritenuta inevitabile però se l’Italia non avesse assicurato una rigida procedura di controllo dei migranti. Detto fatto, dopo aver preso atto del nostro grado di rigidità, Vienna ha deciso di seguire l’esempio ungherese. Il quale, come ci mostrano questi grafici



STRAORDINARIO PAPA BERGOGLIO!


Straordinario Papa Bergoglio, un papa socialista. Va a Lesbo e riparte con 12 migranti al seguito. Dove li porta? In Vaticano? Noooo. Li affida alla Comunità di Sant'Egidio. E chi pagherà i costi alla Comunità di Sant'Egidio? Il Vaticano? Noooo. La Repubblica italiana. Un Papa generosissimo, visto che usa i soldi nostri. Un vero socialista: quel che è mio è mio, quel che è tuo è mio.


"ANDATE A VOTARE PER MANDARE A CASA RENZI”


Brunetta: «Andare a votare per mandare a casa Renzi»
Molti sono nel frattempo gli inviti a recarsi alle urne che arrivano dal centrodestra. L’obiettivo, più o meno dichiarato esplicitamente, è inviare un primo invito di sfratto al governo Renzi. Parla senza peli sulla lingua Renato Brunetta. «Votate Sì, votate No, ma andate a votare per raggiungere quorum e mandare a casa Renzi»:
RIFORME, “A REFERENDUM NO PER RIPRISTINARE DEMOCRAZIA, RENZI GAME OVER”
“Sta per terminare una delle più brutte e buie settimane della storia della nostra Repubblica. Tra lunedì e martedì, infatti, in un’Aula semivuota alla Camera dei deputati, il governo Renzi ha approvato in via definitiva la sua riforma della Costituzione. La ‘schiforma’ come l’ho più volte definita in questi giorni”.
Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo telefonicamente alla XV^ Convention di “Azzurri ‘94” (associazione fondata da Rodolfo Ridolfi e Liborio Cataliotti), che si è tenuta ieri sera a Rimini.
“Il presidente del Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi, ha violentato la nostra Carta fondamentale, ha usato la Costituzione contro se stessa. Ha usato il voto di 130 deputati che a norma di sentenza della Corte costituzionale non dovrebbero sedere in Parlamento (compresa la ministra Boschi) per modificarla, a colpi di maggioranza, comprando politicamente a Palazzo Madama 60 senatori eletti con lo schieramento opposto a quello della sinistra”. “Le riforme dovevano essere portate avanti e approvate in modo condiviso, con un clima costruttivo: Renzi ha trasformato questo percorso in un atto eversivo. Per fortuna il popolo avrà diritto di dire ‘no’. L’articolo 138 della Costituzione che prevede il referendum confermativo è stato davvero una saggia uscita d’emergenza voluta dai padri costituenti”.
“Adesso dunque l’obiettivo deve essere quello di respingere a ottobre, con la consultazione popolare, questa sciagurata riforma. L’obiettivo deve essere quello di mandare a casa Renzi, Renzi game over, e di ripristinare la democrazia nel nostro Paese. Per fare questo c’è bisogno dell’impegno e del coinvolgimento di tutti. Non solo Forza Italia ma anche le altre opposizioni devono rimboccarsi le maniche, lavorare sin da subito ai Comitati per il ‘no’, e lanciare campagne informative in giro per l’Italia”, ha sottolineato Brunetta.


giovedì 14 aprile 2016

“ RENZI GAME OVER”


Rimini-Venerdì  15 aprile ore 20,30
RISTORANTE PIZZERIA RIMINI KEY VIA BENEDETTO CROCE, 7 LUNGOMARE DAVANTI BAGNO 58 PIAZZALE PASCOLI
Con l'intervento telefonico dell'On. Renato Brunetta, Presidente dei deputati di Forza Italia alla Camera dei Deputati, si apre a Rimini la XV^ Convention di Azzurri '94: L'Associazione, fondata da Rodolfo Ridolfi e Liborio Cataliotti, nel novembre del 2012,  non ha mai rinunciato a sviluppare  iniziative politiche con il popolo di centro destra riformista e liberal democratico di area berlusconiana  occupandosi dei temi vicini alle esigenze della gente. A Rimini i molti dirigenti e militanti di Azzurri '94 si ritroveranno per decidere di come sviluppare le iniziative indicate proprio da Renato Brunetta: “Caro Renzi, Game over, il tuo gioco e' finito perche' il governo e' un governo vuoto, vuoto di contenuti. E' invece pieno di conflitti di interessi, di marchette, di imbrogli, imbrogli di politica. Renzi e' diventato presidente del Consiglio con un colpo di Palazzo, grazie alle primarie taroccate. Basti pensare a Napoli, a Genova, a Bologna a Palermo. L'imbroglio e' nel Dna del Pd". Azzurri '94 da Rimini lancia quindi una grande mobilitazione per le 10 class action: fra le quali la tutela delle concessioni balneari italiane (l'Ue ha aperto una procedura di infrazione contro la proroga al 2020 delle concessioni balneari esistenti, se vince l'Europa le spiagge italiane saranno colonizzate da investitori stranieri che le sfrutteranno per poi abbandonarle alla scadenza della concessione), contro le maglie troppo larghe con l'immigrazione irregolare (per ogni immigrato richiedente asilo in Italia cui questo viene negato, c'è la possibilità di fare ricorso in Tribunale. L'immigrato ha diritto al patrocinio gratuito a spese dello Stato. L'espulsione viene sospesa fino alle decisione del giudice. Così frotte di immigrati restano in Italia e lo Stato, con i soldi dei contribuenti, arricchisce avvocati che fanno ricorsi fotocopia;   l'abolizione del canone Rai in bolletta;  E ancora: contro le multe dell'autovelox (contro l'utilizzo improprio da parte dei Comuni dei proventi delle multe derivanti da dispositivi di rilevazione della velocità) per il rinnovo degli incentivi per l'energia pulita; contro l'inasprimento delle norme sui mutui immobiliari; per il rimborso dei risparmiatori truffati dalle banche; per abolire le limitazioni della responsabilità degli amministratori delle banche; contro le maxibollette (Oltre un quarto delle bollette ricevute da cittadini e/o micro e piccole imprese non rispecchia la reale situazione dei consumi tra stime e conguagli. Nei casi più gravi le 'bollette pazze' arrivano a compromettere la stessa attività delle imprese); contro la tassa sugli ascensori. E per il No al referendum sulle false Riforme di Renzi



SUPERIORI A TUTTI


Già il fatto di riferirsi alla  magistratura come a un  «potere» dello Stato denuncia  una torsione, una forzatura o, come si suole dire un'. “attentato alla Costituzione”. L'articolo 104 dice infatti che la  magistratura è «un ordine». non «un potere». Spacciandola  Per Potere la si allinea a governo  e parlamento, esibendo  quella legittimità che in democrazia ha solo chi viene chi viene eletto dal popolo. Ma è chiaro • il neo presidente dell'Anm, Piercamillo Davigo, si considera superiore a qualsiasi premier. Novello Robespierre, è mosso da impeto rivoluzionario. Sa che a parlar male dei politici l’applauso è sicuro, perciò non  si risparmia. Ha rinfacciato a Renzi l’affondo sulle ferie dei  magistrati, poi ha detto che «se i politici smettessero di rubare»  il conflitto con i giudici si  sanerebbe in radice. Ad oltre ventenni da Mani Pulite, oscilliamo ancora fra il «tutti lavativi» e il «tutti ladri». E mai che i capi dell'Anm sfruttino la  carica per denunciare che negli ultimi 50 anni sono stati incarcerati 4 milioni di innocenti che un quinto dei ^ processi finisce prescritto ^ che in magistratura si fa camera per meriti sindacali anziché professionali. Meglio buttarla in politica, l’applauso è garantito. Cangini



IMPORTANTE ANDARE A VOTARE E SOPRATTUTTO PERCHE’ E’ IMPORTANTE VOTARE NO


Come sapete domenica 17 aprile si voterà per il referendum sulle concessioni per l' estrazione di gas (e in minima parte di petrolio) nel mar Mediterraneo, ne abbiamo già scritto in questo articolo. Io dal giorno 15 al giorno 22 sarà a Chennai per lavoro, e non potendo dare il mio contributo con il voto, vorrei almeno provare a dare un contributo cercando di spiegare perchè é importante andare a votare, e sopratutto perchè é importante votare NO. A questi 3 motivi di carattere economico e tecnico, vorrei aggiungerne uno riassuntivo: é importante andare a votare, e votare NO, perchè chi vuole che votiate SI mente, spudoratamente, lo fa per manipolarvi, senza ritegno e senza vergogna. Dovete andare a votare, e votare NO, per far capire a queste persone, a questi bugiardi, che non possono prendervi per il culo così facilmente  Come ormai saprete il quesito chiederà se si vuole abolire un passaggio della attuale formulazione della legge che permette la possibilità di rinnovo delle concessioni estrattive oltre il loro limite, e fino all' esaurimento del pozzo su cui stanno già operando. Come ormai dovreste sapere il referendum non ha nulla a che vedere con nuove trivellazioni, con nuova ricerca, nè con l' indipendenza energetica, nè tanto meno con oleodotti e lavorazioni su terra. Ci tengo a specificare quest ultimo punto perchè in questi giorni una marea di propagandisti per il SI sta tempestando Internet con foto di 'disastri ambientali' per spingere l' opinione pubblica nella propria direzione; lo fanno però con articoli che con il referendum non hanno nulla a che fare, come nel caso di questa perdita di petrolio in Francia da un oleodotto terrestre.  Come potete vedere, nell' articolo, pur trattando di petrolio, c' é l' immancabile riferimento al nostro referendum. Puro terrorismo mediatico.
Allora perchè é importante andare a votare e votare per il NO?
Per vari motivi, che voglio qui riassumere:
- perchè la motivazione ambientalista e turistica del fronte del SI secondo la quale prolungare la vita di queste concessioni danneggerebbe il turismo é una bufala di prima categoria, e chiunque sostenga questa motivazione é un bugiardo se non un incompetente. Dati alla mano non esiste nessuna relazione tra la presenza di trivelle nella fascia delle 12 miglia marine e presenza turistica.... e se non volete credere alla ovvietà del fatto che queste trivelle spesso a occhio nudo nemmeno si vedono, e che ai turisti della presenza di trivelle non gliene frega niente (non vano certo a prenotare le vacanze con la mappa delle trivelle), forse potrete chiedere a chi ha studiato il fenomeno e ha prodotto uno studio apposito, con tanto di grafico. Eccolo qui. Vi prego di fare attenzione alla data dell' articolo: Giugno 2014.
- perchè se la quantità di gas estraibile dai pozzi in concessione a società italiane, anche ammettendo che venga tutto usato in Italia, non serve certo a coprire il fabbisogno italiano energetico, é un contributo di circa il 2-3% che aiuta a importare di meno, e sopratutto fa andare avanti per almeno un decennio la filiera di lavorazione già in esercizio. I sostenitori del SI vogliono farci credere che si potrebbe tranquillamente investire in rinnovabili che darebbero più lavoro di quanto ne dia l' attività estrattiva e lavorativa di questo gas, il problema di fondo però é che i posti di lavoro nel campo delle