lunedì 4 aprile 2016

BERLUSCONI CON GRINTA….

Berlusconi interviene solo telefonicamente nel catino della fiera di Arezzo gremita (circa 800 supporter, ndr) per una giornata all'insegna dell'orgoglio azzurro. Giornata organizzata da Deborah Bergamini, definita «forza della natura» dal Cavaliere, che ha visto sfilare molti big del partito. Due i messaggi forti lanciati da Berlusconi: la volontà di riscossa contro Renzi, da far partire proprio dalla Toscana, «cuore rosso del centro di potere renziano che proprio qui rivela gli aspetti più deteriori»; e, secondo, la rivendicazione di essere moderati e non lepenisti e demagoghi. Non cita mai Salvini, Berlusconi, ma il messaggio è rivolto principalmente a lui.Nell'esordio del suo discorso il Cavaliere parla di banche: «Il decreto salva banche ha mandato sul lastrico migliaia di famiglie. Banca Etruria è solo un aspetto ma non è l'unico del sistema di potere del Pd. Già abbiamo vinto ad Arezzo e a Pietrasanta e sono sicuro che vinceremo anche a Grosseto».Lontanissimo il clima del Nazareno, sbeffeggiato pure da uno striscione in bella vista: «Firenze azzurra, no verdina». E infatti Berlusconi va a testa bassa contro il premier: «Hanno scelto di votare il 5 giugno perché hanno paura di perdere. E vogliono votare a ridosso delle vacanze sperando che il popolo dei moderati diserti le urne».E ancora: «Il governo è debole, inconsistente e inutile nei comportamenti. È ridotto a festeggiare una crescita dello 0,6% mentre il Jobs act, sorta di droga, ha già fatto finire i suoi effetti benefici. Renzi ha paura del voto perché è fallito».Quindi sciorina il suo programma fatto «riforma della magistratura, meno Stato, meno tasse, chiusura di Equitalia, pensioni alle mamme, norma anti-ribaltone, niente Imu su prima casa, niente imposte di successione».Giura il Cavaliere: «Ho presentato il programma a cento persone e 78 mi hanno detto che lo voterebbero». Ma prima delle politiche ci sono le amministrative e poi il decisivo referendum sulle riforme costituzionali.Berlusconi non parla di casi specifici né, tanto meno, del caso Roma dove il centrodestra è ancora sfilacciato. Ma il messaggio è chiaro: noi siamo i moderati. Certo, l'alleanza con la destra è necessaria e ci permetterà di vincere ma noi siamo un'altra cosa. «Dobbiamo ripetere quanto fatto nel '94». E all'epoca si fece addirittura un patto di desistenza con Lega e Msi.Un concetto ribadito dalla Bergamini: «Agli amici di Lega e Fratelli d'Italia dico: salvaguardiamo la coalizione nel rispetto delle nostre diversità».Più esplicito Matteoli: «Ogni tanto Fi ha dato impressione di rincorrere il pensiero di Salvini e Meloni... E se lo dico io che vengo da destra...». Idem Lara Comi: «Chi non ha mai lavorato non capisce cosa vuol dire rispettare la parola data. Chi ha fatto l'imprenditore lo sa...».Ma in fondo tutti gli interventi, da Brunetta a Santanchè passando per Marin, Ceroni, Baldelli, Centemero e Gibiino sono all'insegna dell'orgoglio azzurro.Che non viene scalfito dagli ultimi sondaggi pubblicati dal Corsera secondo cui Bertolaso sarebbe al 12% mentre Meloni al 20% e, soprattutto, se la giocherebbe in un eventuale ballottaggio. Ma la risposta dalle parti di Arcore, se non in chiaro, è la seguente: «Adesso i sondaggi non hanno senso. Bertolaso, di fatto, non ha ancora iniziato la sua campagna elettorale». Sottotraccia resta, tuttavia, un pressing interno affinché sia mister Emergenze a mettersi ai box di sua sponte.

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