Il Cavaliere dopo
la sconfitta di Fi: "Non ho potuto fare campagna elettorale ma appena
potrò tornare vedremo un altro film". Oggi l'ufficio di Presidenza
Un
risultato così non se l'aspettava proprio. È vero che Berlusconi non pensava di
vincere, soprattutto perché il centrodestra, in Emilia Romagna e in Calabria,
s'è presentato frantumato.
Ma una tale
débâcle era impensabile alla vigilia. L'umore è tendente al nero, quindi;
peggiorato da quella nota di Fitto che il Cavaliere ritiene ingiusta ma
soprattutto intempestiva. «Ma come? Proprio poche ore dopo un risultato così mi
attacca in questa maniera?». La delusione e l'irritazione nei confronti dell'ex
ministro è tanta: «Usa parole di miele ma i suoi atteggiamenti sono di fiele.
Proprio quando occorre stare tutti uniti...». A rispondere per le rime all'ex
governatore della Puglia lascia che siano Giovanni Toti e Alessandro Cattaneo
ma il pensiero dell'ex premier è il seguente: «Quando si vince gli onori sono
di tutti e quando si perde gli oneri sono addossabili solo al sottoscritto?».
Domanda retorica la cui risposta potrebbe sortire uno scontro aperto. Forse già
oggi all'ufficio di presidenza di Fi, che si preannuncia teso, convocato per le
15. A colpire Berlusconi sono i numeri di chi è rimasto a casa: «Un'astensione
così non me l'aspettavo proprio - dice a chi lo sente - Ormai c'è un sentimento
diffuso di paura del futuro e il dramma è che la politica non sembra capace di
dare più risposte». Neppure Renzi, l'uomo forte che pareva avesse il vento in
poppa: «Nemmeno lui è riuscito a fare da traino».
Berlusconi non nasconde la testa sotto la sabbia e analizza pure
il flop di Forza Italia. Le cause di un risultato così floscio dove, in Emilia
Romagna, la Lega ha addirittura doppiato gli azzurri? «Salvini è bravo ma ha
avuto la possibilità di battere palmo a palmo la Regione. Ha fatto campagna
elettorale pancia a terra. Io invece...». Il Cavaliere è convinto che se avesse
avuto piena libertà il risultato sarebbe stata diverso: «Io posso andare
soltanto a Roma e Milano. Non ho potuto andare né in Emilia né in Calabria; a
me le piazze sono precluse. Ma appena sarà fatta giustizia e avrò piena
mobilità politica vedremo un altro film». Insomma, Forza Italia ha giocato una
partita con il leader costretto in tribuna.
Un lunedì nero per l'ex premier, insomma, infastidito pure
dall'uveite che continua a fare male. Visita di prima mattina all'occhio
sinistro e poi summit all'unione conciatori italiani: una delle tante categorie
che, fiore all'occhiello del Paese, ora ha l'acqua alla gola per la crisi. La
visita agli imprenditori è segno che il Cavaliere non molla e non intende
mollare. «È in palla più che mai - giurano nel suo entourage - e convinto che
il centrodestra debba tornare unito». Già, l'unione del centrodestra. Questa
settimana dovrebbe essere fondamentale per il capitolo alleanze ma l'esito del
voto in Emilia e Calabria costituisce un freno in più.
La tornata elettorale, infatti, è servita a radiografare i
rapporti di forza tra gli aspiranti alleati. Risultato: la Lega mostra i
muscoli e, forte d'aver quadruplicato i voti in undici mesi, archivia
preventivamente qualsiasi possibilità di liaison con Alfano. «Andare con
Angelino? Non mi sfiora neanche l'idea», taglia corto Salvini. E l'Ncd? Al di
là dello scambio di carinerie con Cicchitto («Salvini? Mi fa schifo sul piano
politico», ndr ) gli alfaniani aprono a un percorso di riavvicinamento con gli
azzurri: «Se qualcuno pensa di costruire l'alternativa a Renzi con veti,
presunzione di verità e continue e ingiustificate aggressioni personali, non
andiamo sicuramente lontano», mette in guardia Nunzia De Girolamo, riferita al
Carroccio. Insomma, per Berlusconi un'altra grana: mettere insieme cani e
gatti.
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