Il pensiero di Raffaella Ridolfi, candidata
al Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna, è intervenuta a Ravenna alla
Manifestazione di Forza Italia
Alla presenza dell’on Massimo Palmizio Presidente Regionale di Forza
Italia e Alessandro Cattaneo della Presidenza Nazionale del partito, la Ridolfi
ha detto fra l’altro: “Il 23 novembre andiamo a votare per responsabilità tutte
del Pd, travolto dallo scandalo della Coop Terremerse dal quale è scaturita la
condanna in primo grado per Vasco Errani e suo fratello Giovanni Presidente
all’epoca dei fatti della Coop in questione che ha beneficiato di un contributo
regionale di un milione di euro".
"La condanna e le dimissioni di Errani nascono dall’aver questo
presentato in merito alla vicenda una memoria: “redatta con contenuto
volutamente omissivo e fuorviante" in modo da fornire una falsa
rappresentazione della regolarità delle procedure seguite per attribuire il
contributo alla cooperativa al fine di natura politica di non alienare consensi
nell'operato dell'amministrazione regionale e del suo presidente". In
questa vicenda non ci sono degli eroi o uomini di partito degni di andare al
Governo dell’Italia, in questa vicenda finalmente si fa finalmente luce su quel
sistema di intreccio politico ed economico che vizia la democrazia di questa
Regione e crea disuguaglianza ed iniquità per tanti cittadini. Il PD ripropone
un candidato allevato nel pollaio di partito di Modena, in cerca da diverso
tempo di una nuova poltrona da occupare essendosi reso disponibile nella
primavera scorsa a presentarsi anche come Sindaco della sua città. Un candidato
che non ha certo brillato e si è distinto nella sua opera politica nei banchi
della Regione Emilia-Romagna nella scorsa legislatura. Non un uomo nuovo ma la
pura espressione dell’arrogante apparato
Pd, come dimostrato dal clamoroso flop delle primarie. Gli elettori hanno
il potere e l’occasione di rottamare dopo quarantaquattro
anni di ininterrotta egemonia questo regime, che con Bonaccini continuerebbe
a produrre la solita politica che i giudici hanno definito: “di attenzione per
non alienare consensi nell'operato dell'amministrazione regionale e del suo
presidente" penalizzando i cittadini, le famiglie e le imprese che vivono
fuori dal “magico cerchio rosso”.
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