L'Inps:
"Dov'è finito il comma che stabiliva che la pensione non poteva superare
l'80% dell'ultimo stipendio? Più che di un romanzo giallo, bisognerebbe parlare
di un romanzo d'oro, o di un affare d'oro. D'oro come le pensioni di cui parla
questa storia, un affare come quei pochi che ne beneficiano.
All'origine della vicenda
c'è un comma della legge 214 del 2011 con cui l'allora ministro del Lavoro Elsa Fornero stabiliva che
anche i nuovi contributi dei dipendenti che avevano costruito la propria
pensione tutta col sistema retributivo dovevano essere calcolati con il sistema
contributivo. Quel comma, in particolare, poneva un limite a chi decideva di
continuare a lavorare oltre i quarant'anni di contributi: la pensione, naturalmente,
sarebbe stata incrementata, ma fino a un massimo possibile dell'80% dell'ultimo
stipendio. Un tetto, un argine, che però ora è sparito. Poche righe cancellate,
non si sa da chi, su un totale di oltre 18mila parole. Grazie a questa
omissione, circa 160mila fortunati - perlopiù alti burocrati di Stato, magistrati,
funzionari... - avranno la possibilità di incrementare sempre più, anno dopo
anno, la propria pensione. A colpi di 2% all'anno, alcuni contribuenti
potrebbero arrivare a percepire pensioni pari addirittura al 110% o al 115%
dell'ultimo stipendio.
Grazie a questa
"dimenticanza", lo Stato rischia di perdere due miliardi e mezzo di
euro in due anni. Secondo una tabella fornita al governo dall'Inps e pubblicata dal Corriere
della Sera a margine della ricostruzione di Gian Antonio
Stella, i costi di questa operazione sono destinati a crescere esponenzialmente
e in modo preoccupante: i bilanci dello Stato ne avrebbero una perdita, tra
gestioni della previdenza
dei dipendenti pubblici e privati, oltre che dei lavoratori autonomi, di due
milioni di euro per il 2014, 11 per il 2015, 44 fra due anni e così via. Fino
ad arrivare a una spesa di 493 milioni di euro nel 2024.
In totale, calcola Stella,
si parlerebbe di ben 2.500.000.000 euro: una cifra dieci volte superiore a
quella con cui si potrebbe assicurare la sicurezza idrogeologica di Genova una
volta per sempre. Adesso tocca al governo accogliere l'appello dell'Inps e
reinserire quelle righe tolte in fretta e furia, forse nella speranza che
nessuno se ne accorgesse.
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