martedì 11 novembre 2014

“SPESE PAZZE” IN REGIONE, 42 AVVISI DI GARANZIA: INDAGATI ANCHE I CONSIGLIERI RAVENNATI.


 di Gilberto Dondi  - La Guardia di Finanza sta notificando da questa mattina 42 avvisi di garanzia per la maxi inchiesta sulle spese pazze in Regione. Le accuse sono di peculato e truffa a seconda degli episodi contestati. Nel mirino consiglieri regionali di tutte le forze politiche. Tra loro Matteo Richetti già presidente del consiglio regionale e ora parlamentare Pd e Marco Monari, già capogruppo democratico e dui cui erano noti i viaggi a Venezia e in Costiera Amalfitana. Il maggior numero di esponenti nel mirino dei magistrati appartiene al Partito Democratico, che è però anche il gruppo più numeroso. L'inchiesta è del procuratore Roberto Alfonso e de sostituti Morena Plazzi e Antonella Scandellari. Gli avvisi di garanzia valgono anche come avvisi di fine indagine: da mesi si sapeva che i capigruppo erano indagati. Soprattutto rimborsi chilometrici e pasti. Ma anche regali, feste di compleanni, cene di beneficenza. E persino un 'sex toy' messo a rimborso tra le spese di una consigliera regionale. Sono alcune delle voci contestate negli avvisi di fine indagine in notifica. Tra i rimborsi ritenuti illegittimi anche scontrini da meno di un euro per i wc pubblici o viaggi per convegni a Lampedusa. Non mancano poi le cosiddette interviste a pagamento, comparsate televisive pagate coi soldi pubblici. L'inchiesta 'spese pazze' era stata avviata oltre due anni fa. Da ottobre 2013 risultavano indagati i nove capigruppo che hanno ricevuto le notifiche. L'inchiesta riguarda il periodo giugno 2010-dicembre 2011. A fine settembre era stata stralciata e chiesta l'archiviazione per la posizione del candidato del centrosinistra alle Regionali, Stefano Bonaccini. Oltre al candidato governatore non è quindi nel gruppo degli indagati l'ex presidente della Regione Vasco Errani.
Ecco i nomi degli indagati e la cifra per ogni gruppo: Pd 18 indagati per 940mila euro:Marco Monari, Marco Barbieri, Marco Carini, Thomas Casadei, Gabriele Ferrari, Vladimiro Fiammenghi, Roberto Garbi, Paola Marani, Mario Mazzotti, Roberto Montanari, Rita Moriconi, Antonio Mumolo, Giuseppe Pagani, Anna Pariani, Roberto Piva, Luciano Vecchi, Damiano Zoffoli e Matteo Richetti. Pdl 11 indagati per 205mila euro: Luigi Villani, Enrico Aimi, Luca Bartolini, Gian Guido Bazzoni, Galeazzo Bignami, Fabio Filippi, Andrea Leoni, Marco Lombardi, Andrea Pollastri, Mauro Malaguti e Alberto Vecchi. Idv 2 indagati per423mila euro: Liana Barbati e Sandro Mandini. Movimento 5 Stelle 2 indagati per98mila euro: Andrea De Franceschi e Giovanni Favia, entrambi espulsi nel frattempo dal movimento. Lega Nord 3 indagati per135mila euro:Manes Bernardini, Stefano Cavalli e Stefano Corradi. Con loro c'era Mauro Manfredini, nel frattempo deceduto. Gruppo misto 1 indagato, 27mila euro: Matteo Riva (ex Idv). In


concorso con lui risponde l'impiegata del gruppo Rossella Bolino. Sel 2 indagati per 77mila euro: Gian Guido Naldi e Gabriella Meo. Udc 1 indagato per 31mila euro: Silvia Noè e Federazione della Sinistra: 1 indagato, 151mila euro: Roberto Sconciaforni. Sono dodici i 'ricandidati' alle prossime elezioni regionali tra i 42 consiglieri cui è stato indirizzato l'avviso di fine indagine per l'inchiesta sulle spese dei gruppi dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. Cinque sono nelle file di Forza Italia: Enrico Aimi, Luca Bartolini, Galeazzo Bignami, Marco Lombardi e Andrea Pollastri. Due nel Pd, Antonio Mumolo e l'assessore uscente alle Attività produttive, Luciano Vecchi. Stesso numero nella lista 'Centro per Bonaccini': Sandro Mandini e Matteo Riva. Un indagato ciascuno per Fratelli d'Italia (Mauro Malaguti), Emilia-Romagna Civica (la verde Gabriella Meo) e Ncd-Udc (Silvia Noé). Tra gli attuali 50 consiglieri regionali, cinque si ricandidano ma non sono indagati nell'inchiesta sulle spese dei gruppi. Quattro sono del Pd: la presidente uscente dell'Assemblea, Palma Costi, le consigliere Roberta Mori e Luciana Ferri (subentrata a Matteo Richetti quando optò per il Parlamento) e Giuseppe Paruolo, subentrato allo scomparso Maurizio Cevenini. Il quinto è lo storico leader del movimento gay Franco Grillini, consigliere regionale LibDem e capolista a Bologna per Emilia-Romagna Civica.
Secondo i consiglieri tutti i rimborsi da loro ricevuti sono stati strettamente legati all'esercizio del loro mandato nel rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore, così come peraltro certificato dai revisori dei conti che hanno sempre esaminato tutte le note spese . L'attinenza di questo genere di spese al mandato è stata sancita recentemente da una sentenza della Corte Costituzionale e dalla Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti.”

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