martedì 31 marzo 2015

DALLA FRANCIA LEZIONE BIS


 Premiata la coalizione di centrodestra. Le Pen trionfante, ma a quota zero. In Italia si traduce in una conferma dell’esperienza berlusconiana dal ’94 ad oggi: alleanza di centrodestra con un ‘no’ secco alla sinistra e all'estremismo. La Lega scelga la vittoria o l'inconsistenza narcisistica
La lezione francese bis è ancora più chiara della prima, di quindici giorni fa. Ci sono ragioni evidenti per riconoscere una simmetria con la nostra situazione politica. Dunque è una ripetizione molto istruttiva. Ed è iniezione di coraggio per chi non si arrende al dominio incontrastato ed accettato fatalisticamente della sinistra. A essere sconfitta è la sinistra al governo, trionfatore Hollande nel 2012 alle presidenziali, è membro eminente del Partito socialista europeo, tale quale Renzi, di cui è alleatissimo. Ci sono voluti tre anni perché risultasse chiara agli elettori l’incompetenza della sinistra a risolvere i problemi economici e di sicurezza oltre che di prestigio internazionale della Francia. Il fenomeno della destra del Front National di , Marine Le Pen manti europeista e francamente incline all’estremismo solitario, ne esce confortato dal risultato percentuale, ma è nullo in termini pratici. Zero. Guardiamo a casa nostra. governa da poco più di un anno. Questa è la differenza Renzi non da poco che spiega la differenza di consenso tra Hollande e Renzi.
Quest’ultimo si regge ancora su una bolla mediatica  che finora gli ha vellicato le guance, ma che si sta sgonfiando. Si può battere anche ora, si può battere soprattutto nella prospettiva delle future elezioni politiche: ma occorre sapergli opporre un’alternativa credibile, che sul modello francese deve veder prevalere il modello criticamente europeista, decisamente alternativo alle politiche di forti tasse e spese a pioggia della sinistra.
Il nostro centrodestra, sviluppatosi con l’inizio della seconda Repubblica, ha come motore e catalizzatore Silvio Berlusconi e la sua Forza Italia (che al tempo includeva il centro di Casini), qualcosa di assolutamente nuovo ed insieme erede del bagaglio culturale liberale, cattolico e socialista. Berlusconi ha potuto federare in modo vincente e (poi ), grazie a una sintesi LegaMsiAn dove l’elemento dominante era la “rivoluzione liberale” e moderata.


 
Questa alleanza larga è non solo possibile, ma necessaria per vincere e niente affatto stridente quanto ai valori e al programma. Questo è ciò che (finora) ci ha distinto dal caso francese. Mentre infatti il nasce “verso il fascismo”, ha Front National la nostra destra lasciato alle spalle il fascismo; la Legaa sua volta non nasce estremista e neppure di destra, ma con connotati di identità comunitaria, essendo passata nel frattempo dal secessionismo al federalismo.
DUE POSSIBILITÀ si parano davanti a noi (e a tutto il centrodestra). Imitare pedissequamente lo schema francese. Con 1) la Lega e Fratelli d’Italia che corrono da soli, inseguendo l’onda blu Marine che si è fragorosamente frantumata sugli scogli. Forza Italia che raduna intorno a sé forze minori del centro (sempre che non si lascino lusingare dal ruolo di vassalli piumati di Renzi). In futuro non si sa, ma oggi questo scenario è totalmente disastroso, salvo che per Renzi. E dunque irresponsabile. La lezione francese va afferrata nel senso forte che è questo: oggi in Europa l’alternativa alla sinistra non è la destra ma il centrodestra!
Un’alleanza seria, strategica, in progress quanto ai contenuti, con e con e la Lega Area popolare Fratelli Matteo Salvini, cui non manca intelligenza e fiuto d’Italia. politico, comprende benissimo che il pennone di questo vascello per essere vincente deve stare al centro. La pretesa di essere il vessillifero lepenista del centrodestra in Italia condurrebbe a una sconfitta sicura.
 Non intendiamo prenotarci alla sconfitta da qui all’eternità, oltretutto sottomettendoci ad idee che non ci somigliano e non somigliano a quelli che dominano nel ceto medio. Che è arrabbiato, ma non è rabbioso, non ha quel dna che trasforma le parole in oggetti contundenti e l’Europa in un nemico.
(Esiste una . Ma sarebbe la più scialba e triste di terza possibilità tutte. Trasformarsi in stampella del renzismo sin da oggi. Magari proponendo alleanze per le regionali, ma piegandosi a votare le riforme del Partito democratico. Votandosi così all’inesistenza. Noi siamo moderati nei valori, ma intransigenti sui principi. Non si svende la fiducia che il nostro popolo ci ha dato; non si dà neanche un centimetro di spago a chi vuole comprimere la democrazia).




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