mercoledì 11 marzo 2015

IL CALENDARIO DEL RENZISMO GALOPPANTE. COSA SUCCEDERA’ D’ORA IN POI. PER PARTE NOSTRA, LO FAREMO INCIAMPARE


Approvato dall’Aula di Montecitorio, il disegno di legge di riforma costituzionale torna all’esame del Senato. L’Assemblea di Palazzo Madama dovrà decidere se apportare ulteriori modifiche al testo (limitatamente alle sole parti modificate dalla Camera), oppure se approvare il provvedimento senza apportare alcun cambiamento. Ricordiamo che, in ogni caso, i disegni di legge di revisione costituzionale necessitano, a norma dell’articolo 138 della Costituzione, sono adottati da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Ciò significa che, anche se il Senato non apporterà alcuna modifica al testo Camera, il disegno di legge dovrà comunque tornare all’esame di Montecitorio non prima di tre mesi per una seconda deliberazione. Allo stesso tempo, la proposta di riforma della legge elettorale, approvata prima dalla Camera e poi modificata dal Senato per volere del Premier e tra mille difficoltà e dissidi interni alla maggioranza, giace in Commissione Affari costituzionali alla Camera in attesa di essere esaminata.
La partita è doppia perché alcune modifiche apportate dal Senato che non piacciono ad una parte del Partito democratico potrebbe costituire un ostacolo per l’approvazione da parte dell’Aula di Palazzo Madama del disegno di legge di riforma costituzionale. Sono stati diversi infatti i deputati del PD intervenuti oggi in Aula alla Camera durante le dichiarazioni di voto sulla riforma costituzionale, per stigmatizzare la chiusura del Premier alle modifiche richieste alla legge elettorale.
Diversi deputati che rappresentano precise correnti del PD che al Senato pesano come macigni.
Renzi è consapevole di avere i numeri alla Camera, dove manca il passaggio finale per portare a casa la riforma del sistema elettorale, ma è altrettanto consapevole delle ripercussioni che una forzatura sulla legge elettorale potrebbe avere nel percorso di riforma costituzionale, senza poter contare sull’appoggio di Forza Italia, che al Senato si era rivelato fondamentale.
La corsa di Renzi potrebbe quindi subire grosse battute d’arresto: vittima dei ricatti della sua maggioranza e senza Forza Italia, riuscirà a destreggiarsi tra le tappe del calendario che lo aspetta?




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