lunedì 14 settembre 2015

“PERCHE’ LE OSTRICHE DI FIORITO PORTANO IN CARCERE E QUELLE DI RENZI PORTANO ALL’ARCHIVIAZIONE”


Parla l'avvocato Taormina difensore del "grande accusatore" di Matteo Alessandro Maiorano

«Non si capisce perché le ostriche di Fiorito portano in carcere, mentre quelle di Renzi portano all’archiviazione». Per il professore Carlo Taormina sono stati adoperati metri diversi per due vicende sostanzialmente analoghe, ossia l’utilizzo di soldi pubblici per fini non istituzionali. Nel primo caso, infatti, l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, è stato condannato per peculato. Le accuse mosse nei confronti di Matteo Renzi, sugli sperperi di denaro nel periodo in cui era presidente della Provincia di Firenze, viaggiano invece verso l’archiviazione. L’avvocato Taormina sa bene di cosa parla visto che le indagini della procura fiorentina sono partite proprio da un corposo esposto presentato da Alessandro Maiorano, dipendente del Comune di Firenze, «grande accusatore» del premier, difeso, per l’appunto, dall’ex parlamentare di Forza Italia.
 Quindi, avvocato, i magistrati fiorentini stanno portando avanti la logica dei due pesi e due misure?
«I fatti che ha denunciato il mio cliente sono gli stessi che hanno portato in tutta Italia a contestazioni di peculato nei confronti dei pubblici amministratori: è successo con la Regione Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Invece, la Procura di Firenze non ha preso nemmeno in considerazione i 9 milioni 700 mila euro buttati al vento per la comunicazione di Renzi, tramite la società Florence Multimedia srl e il cosiddetto "Genio fiorentino"».
 Cosa non la convince delle indagini fatte?
«La Guardia di Finanza ha riprodotto le indagini, già fatte su ordine della Procura della Corte dei Conti




della Toscana, tali e quali alla Procura fiorentina. L’informativa consegnata ai pm penali il 7 maggio scorso, riporta in un elenco le voci di spesa che non sarebbero dovute gravare sul bilancio della Provincia, dall’abbonamento a Sky alle spese per i funerali, dalle cene al parcheggio per i consiglieri. Tuttavia la Procura non si è preoccupata di fare ulteriori indagini per approfondire l’ipotesi del peculato, nonostante la Finanza gliel’abbia porta su un piatto d’argento. L’altra anomalia investigativa è che è stato preso in considerazione solo il 2008, e una parte del 2009, tralasciando gli altri anni del mandato di Renzi in Provincia (2004, 2005, 2006, 2007 e 2009). Ci stanno 21 milioni di euro su cui non si è fatto nessuna indagine».
 Cosa ha intenzione di fare ora?
«Siccome il mio cliente non è parte lesa, non posso presentare opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura. In base all’articolo 409 del codice di procedura penale, oggi (ieri ndr ) ho depositato una richiesta al giudice delle indagini perliminari Moneti di fissare un’udienza in camera di consiglio per discutere della possibilità di fare un’imputazione coattiva.
 Come l’ha presa il suo cliente?
«È sconfortante per un cittadino che fa una denuncia, tra l’altro perfettamente circostanziata e documentata, vedere che tutto si risolva così. È sconcertante che in un sistema decomocratico la magistratura scoraggi qualisiasi atteggiamento di collaborazione del cittadino con lo Stato». V. D. C.



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