L'Amministrazione
Comunale manfreda stima di poter avere nel 2013 difficoltà di cassa
per effettuare i pagamenti e si premunisce con una delibera di Giunta
disponendo che possano essere utilizzati 12.377.695,83 di euro provenienti da
entrate a specifica destinazione o provenienti da mutui con istituti di credito
per la spesa corrente. Con l'interrogazione in allegato si chiede perchè in
fase di assestamento di Bilancio approvato in data 26 settembre 2012 non si è
fatta presente tale difficoltà, si chiede inoltre se questo atto sia
ascrivibile alle competenze del Consiglio comunale e si chiede se non si
ritenga opportuno visti i timori espressi nella delibera 316 tagliare o
rimandare qualsiasi spesa che non sia vitale per l'ente. Il problema
evidentemente non riguarda i fornitori che già attendono lungamente prima di
veder pagate le loro prestazioni ma riguardano le spese vive e mensili del
Comune di Faenza. Raffaella Ridolfi
INTERROGAZIONE
premesso che:
nell’albo pretorio online del Comune di
faenza è presente la delibera di Giunta del 9 ottobre 2012 dal titolo
“Approvazione Anticipazione di tesoreria esercizio 2013 e utilizzo in termini
di cassa di entrate a specifica destinazione per il pagamento di spese correnti
da parte del Comune;
tale delibera non è ancora pervenuta ai
capigruppo;
nelle motivazioni del provvedimento vi
è scritto: - l’ente può ricorrere,
nel caso di momentanee difficoltà di cassa derivanti dallo sfasamento temporale
nella effettuazione dei pagamenti rispetto alla realizzazione dei flussi di
riscossione delle entrate che generino indisponibilità del conto di tesoreria,
a diverse modalità di utilizzo di ulteriori somme, modalità tutte disciplinate
dal D.Lgs. 18.08.2000 n.267 agli articoli citati in premessa;
Considerato che l’Ente può richiedere
al Tesoriere l’utilizzo in termini di cassa di entrate a specifica destinazione
per il pagamento di spese correnti, ancorché provenienti dall’assunzione di
mutui con istituti diversi dalla Cassa Depositi e Prestiti (art. 195 D.Lgs.
18.08.2000 n. 267) o, in alternativa, l’anticipazione di cassa (art.222 D.Lgs.
18.08.2000 n.267) in ogni caso comunque fino ad un importo pari ai 3/12 delle
entrate accertate nel penultimo anno precedente, afferenti ai primi tre titoli
di entrata di bilancio; Visto il Conto Consuntivo dell’anno 2011 del quale
risulta che l’accertamento dei primi tre titoli dell’entrata ammonta a euro
49.510.783,34; Considerato che i 3/12 della predetta somma ammontano a euro
12.377.695,83; Ritenuto altresì di utilizzare nel corso del 2013, ogni volta
che ciò si rendesse necessario ed in via prioritaria, secondo le indicazioni
del Settore Finanziario dell’Ente, in termini di cassa le entrate e specifica
destinazione per il pagamento di spese correnti entro il suddetto limite di
euro 12.377.695,83; approvare l’eventuale utilizzo dell’anticipazione di
Tesoreria a valere per l’esercizio 2013 fino alla decorrenza della somma di
euro 12.377.695,00.
Di utilizzare nel corso del 2013 , ogni volta che ciò si
rendesse necessario ed in via prioritaria, secondo le indicazioni del settore
Finanziario dell’Ente, in termini di cassa le entrate a specifica destinazione
per il pagamento di spese correnti entro il suddetto limite di 12.377.695,00
Considerato che
Il tenore della delibera fa presagire
difficoltà importanti non così palesi nell’ultimo assestamento di Bilancio di
fine settembre;
Interroga
Il Sindaco e la Giunta
Per conoscere:
se un atto del genere non sia
ascrivibile alla competenza del Consiglio Comunale;
quali sono le difficoltà stimate per il
2013 e nel caso 2014;
quali sono i flussi in entrata che si
stima saranno in ritardo;
se non ritenga che vi siano dei
capitoli sovrastimati che potrebbero generare le difficoltà riportate in
premessa;
quali fattori possono contribuire ad
ingenerare un timore così importante di non incamerare flussi sufficienti a
copertura delle spese;
per quale motivo non si è data alcuna
informazione al Consiglio comunale o ai Capigruppo o ai componenti della prima
commissione;
se non ritenga che a fronte di tale
delibera tutte le spese “non vitali” dell’ente siano assolutamente da rimandare
o tagliare.
Raffaella
Ridolfi
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