La delibera di Giunta n. 329 presente sull’albo
pretorio online dimostra per chi ancora non l’avesse capito che il piano sosta
è nato per far cassa, e che cassa! Infatti si legge che a fronte di 949.850 euro di investimento il Comune
pagherà solo 5.000 euro per indire
la gara, perché il costi per installare le nuove macchinette, la segnaletica,
orizzontale, la segnaletica verticale e 48 biciclette nuove verranno introitati
da chi si aggiudicherà la gara di gestione del servizio rivalendosi su una
percentuale massimo del 30% sugli incassi derivanti dalla sosta a pagamento.
Quindi se la matematica non è un’opinione dal piano sosta ci sarà un gettito
minimo di 2 milioni e 800.000 euro. Considerando che tra i lavori
affidati vi sono anche lavori per i quali il Comune di Faenza dovrebbe già
avere in casa la mano d’opera e le competenze per realizzarli, quantomeno per
la segnaletica orizzontale per un costo pari a 40.000 euro, qui si rischia di
trovarci come il Comune di Parma dove si rischia di dover fare per forza un
inceneritore perché i lavori sono già stati affidati nonostante la popolazione
con le elezioni abbia detto un chiaro no all’inceneritore stesso. Non vorrei
che anche qualcuno a Faenza in presenza di un referendum contrario al Piano sosta
dicesse che deve essere fatto lo stesso altrimenti il Comune che ha affidato il
servizio ci rimette troppo. Considerando che la Giunta comunale entro il 15
novembre come richiesto dai capigruppo si è impegnata a presentare una bozza di
regolamento di referendum è tempo di costituire il comitato per il no al Piano
sosta e redigere un quesito sul quale raccogliere le firme. Naturalmente è una battaglia che deve vedere
in prima linea la gente, la società civile, i partiti ed i gruppi consiliari
devono e possono avere secondo me al massimo un ruolo di sostegno e di aiuto,
non vogliamo che le etichette scoraggino chiunque dall’aderire ed esprimersi
liberamente. Raffaella Ridolfi PDL
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