Pierluigi Dallapina. La nuova
Provincia di Piacenza e Parma non è ancora nata, ma già fa discutere. A partire
dal nome, con Piacenza davanti, stabilito lo scorso primo ottobre dal Consiglio
delle autonomie locali. Infatti c'è chi - come il consigliere regionale del
Pdl, Luigi Giuseppe Villani - ha già presentato degli emendamenti in Regione
per mettere Parma davanti a Piacenza, sia per una questione alfabetica che di
peso demografico e non solo, e per mettere Modena davanti a Reggio Emilia per
lo stesso motivo.
«Io la chiamerei Provincia Verdiana, in quanto serve una nuova identità, e chi
meglio di Giuseppe Verdi può rappresentare i nostri territori?», si chiede il
consigliere regionale del Pd, Gabriele Ferrari, che però vuole passare dalla
polemica alla politica. «Il Paese ha un profondissimo bisogno di riforme, ma
attuate in filiera - spiega -. Per prima cosa si dovrebbe passare ad una camera
con 500 deputati, e un’altra rappresentativa dei Comuni, delle Province e delle
Regioni, poi bisognerebbe rivedere il numero delle Regioni, in quanto ce ne
sono alcune meno popolose di certe province. Infine, i Comuni piccoli e
piccolissimi dovrebbero andare verso forme di aggregazione». Uno che non si appassiona alla battaglia sul
nome è il presidente della Provincia di Parma, Vincenzo Bernazzoli: «Il nome
non è certo la cosa più
importante, anche se credo che
dovremo cercare di trovare una soluzione condivisa. Ciò che più mi interessa
sono le funzioni attribuite alle future Province. Al momento, in Emilia Romagna
l’85 per cento delle nostre attività sono funzioni proprie della Regione,
quindi dovremo capire quali decisioni verranno prese. La discussione è appena
iniziata, anche se a livello nazionale siamo stati i primi a proporre un
modello di riordino delle Province». Per l’onorevole Carmen Motta (Pd), «non
bisogna fermarsi ad una questione nominalistica, però aveva senso mettere prima
Parma, in quanto ha dimostrato di avere i requisiti per non essere soppressa
come Provincia». Guardando al futuro,
l’onorevole è sulla linea di Ferrari, e chiede un ridisegno delle Regioni e dei
Comuni più piccoli. «Per quanto riguarda le Province - sostiene - l’importante
è che siano capaci di vera sinergia per garantire i servizi ai cittadini». Si
preoccupa dei possibili disagi per gli abitanti anche l’onorevole della Lega
Nord, Fabio Rainieri: «La nuova Provincia si doveva chiamare di Parma e
Piacenza, e non il contrario, anche perché è qui che sarà la sede. Ma quello
che mi preoccupa non è il nome, bensì il possibile peggioramento dei servizi
offerti all’utenza».
Mauro Libè, che siede alla Camera fra i banchi dell’Udc, pensa che «si potrebbe anche cambiare totalmente il nome», ma su una cosa non intende cedere: «La qualità dei servizi. Oltre alle Province, si andrà verso un accorpamento degli uffici distaccati dello Stato, come prefetture, questure, Agenzia dell’Entrate. Ecco, a me poco importa dove sarà la sede della questura, l’importante è che venga garantito il presidio del territorio».
Mauro Libè, che siede alla Camera fra i banchi dell’Udc, pensa che «si potrebbe anche cambiare totalmente il nome», ma su una cosa non intende cedere: «La qualità dei servizi. Oltre alle Province, si andrà verso un accorpamento degli uffici distaccati dello Stato, come prefetture, questure, Agenzia dell’Entrate. Ecco, a me poco importa dove sarà la sede della questura, l’importante è che venga garantito il presidio del territorio».
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