Matteo Renzi ha preso un
aereo privato da Sulmona e ritorno, per andare a un funerale, senza sospendere
la sua campagna per le primarie. Massimo D’Alema ha denunciato il “misfatto”.
Le pagine dei giornali si sono state imbrattate di narrazioni sulla vicenda con
argomenti da serva. Povera Italia, dove un ridicolo federalismo ha scatenato
l’ingordigia di migliaia imbroglioni e di faccendieri che si sono divertiti a
giocare ai parlamentari (regionali) e ai governatori dilapidando centinaia di
miliardi. Ora i responsabili di questa tragedia, Massimo D’Alema compreso,
accusano Matteo Renzi di far uso dell’aereo invece che dei sandali e del saio
del pellegrino. Basterebbe questo per dare la misura della stupidità e della
pochezza degli argomenti di questi sciagurati che il popolo italiano ha eletto
con i propri voti di preferenza. Si perché le elezioni regionali non sono
regolate dal “porcellum” e i candidati vengono votati uno per uno! Allora è
vero che la classe politica rappresenta esattamente il Paese, e non c’è legge
elettorale che possa modificare le cose. L’unico strumento per modificare le
cose è una ventata nuova, una carica di entusiasmo che travolga i piccoli
interessi di bottega che, spesso, degenerano in enormi imbrogli. Tutti i giorni
visito il sito matteorenzi.it
per verificare la progressione della donazione on-line, oggi per le
primarie, domani, in caso di successo, per la corsa alle politiche. Pur non
essendo, almeno per ora, un elettore del PD, ho donato cinque euro per testare
la veridicità del meccanismo. Ebbene i cinque euro sono stati ricossi al volo
dalla carta di credito, senza il minimo intoppo, e il mio nome e cognome è
comparso nella lista, sempre più lunga, dei donatori. Le cifre donate non sono
elevate. I cinquanta o cento euro sono rari. Sono molto più frequenti i cinque,
i dieci. In fondo alla lista compare questo avviso: “Matteo Renzi non accetta,
né direttamente né tramite il Comitato o la
Fondazione
Big Bang, o per altra via, contributi anonimi alla sua campagna per le
primarie. Ringrazia di cuore coloro che li inviano, ma non ritiene di poterli
accettare ed utilizzare. Qualora non fosse possibile contattare l'offerente per
la restituzione di tali contributi, data l'assenza di qualunque utile
indicazione, essi verranno dati in beneficenza alla Fondazione Meyer di
Firenze.” Mentre scrivo verifico il totale raccolto, in un paio di settimane,
che di 70.685 euro. Ieri era 66.000. La progressione dell’incremento è
costante! Eccola la ventata! Altri pagano per avere i voti. Pagano il crimine
organizzato per pacchetti consistenti. Fanno trovare una banconota sotto il
piatto di una cena gentilmente offerta. Oppure si limitano a offrire una cena
quando la banconota sembra superflua o controproducente. Mi è piaciuta anche la
condotta di Renzi con Marchionne. Perché quando Marchionne ha proposto il suo
programma innovativo per la Fiat, Renzi l’ha sostenuto senza esitazioni. Quando
Marchionne ha mancato i suoi impegni, Renzi l’ha criticato senza esitazioni.
Quando Marchionne, per denigrare Renzi, ha insultato la città di Firenze, e con
Firenze l’Italia, gli è stato risposto di sciacquarsi la bocca senza
esitazioni. Ha dimostrato di essere un vero leader che potrebbe anche diventare
un vero statista! Prodi potrebbe fare altrettanto? Bersani? Silvio Berlusconi,
di cui ho la massima considerazione perchè ha salvato il Paese da una banda di
sciagurati nel 94, nei momenti critici se la cavava con una battuta! Matteo Renzi
mi ricorda invece Bettino Craxi giovane, quando io ero poco più che un ragazzo,
che fronteggiò i democristiani di Moro, orfani di De Gasperi, i comunisti di
Berlinguer orfani di Togliatti e i socialisti di un vecchio Nenni che aveva
perso lucidità. Fu un lavoro immane!
Enrico Mattei e Giorgio La Pira
|
Renzi come Craxi ha colto il nuovo che avanza in
Italia. Si mette a disposizione degli innovatori per percorrere un tratto di
strada che può trasformarsi in un salto quantico. Matteo Renzi, per Firenze, è
un Giorgio La Pira del ventunesimo secolo. Nel solco di Alcide De Gasperi e
Amintore Fanfani, è approdato al Partito Democratico motivato da un equilibrio
fra libertà giustizia sociale che non significa equilibrismo moroteo. Al
contrario, istinto e schiettezza ne fanno un toscanaccio focoso, antipatico ai
politici di professione, ma tanto simpatico ai vecchi socialisti di Craxi come
me, anche se, a Bettino, gli ha negato una via a Firenze. E’ un uomo molto
amato e odiato in modo trasversale, come tutti i grandi uomini. Senz’altro
odiato dai mediocri. Ecco perchè ho la sensazione che proprio lui farà fare un
nuovo tratto di strada alla nostra Italia, come fecero Togliatti, De Gasperi,
Craxi e, buon ultimo, Silvio Berlusconi.121011 Daniele Leoni
Nessun commento:
Posta un commento