Tanto tuonò che piovve: la parte forlivese à(
Balzani, Lucchi, Bugli) dei soci di Start Romagna ha battuto il Ravennati e
Riminesi riuscendo ad imporre in assemblea dei soci la propria linea che
probabilmente riesce ad essere ancora peggio del progetto iniziale, Infatti, è
stato approvato l’aumento di capitale per l’ingresso di TPER Valmarecchia, con
tanto di accollamento dei costi dell’esosissimo dirigente di quel ramo di
azienda prima detenuto dalla Regione Emilia Romagna per un tratto di trasporto
urbano già gravemente in perdita. Il tutto, già di per sé grave, senza tuttavia
prevedere l’unico lato dell’operazione iniziale che potesse essere minimamente
positivo ovvero l’aumento di capitale necessario alla previsione dell’ingresso
di un socio privato. Forlì insomma ha
vinto la sua partita a danno di Ravenna riuscendo a rendere gli ex proprietari
di ATM (cioè noi!) cornuti e mazziati. Da un lato infatti entrando in Start
Romagna l’azienda dei trasporti di Forlì, la più dissestata di tutte, è
riuscita a diluire il proprio deficit che di fatto è stato pagato dalle altre
aziende fuse, economicamente più floride; poi, una volta riusciti in questo
intento i forlivesi si sono sganciati dall’operazione nel momento in cui poteva
essere più utile anche per gli altri soci. A rendere ulteriormente grave la
scelta iniziale di aderire a Start Romagna da parte dei ravennati vi è anche un
sospetto che alla luce di quest’ultima assemblea è ancora più lampante.
L’enorme deficit dell’aeroporto di Forlì finirà con l’essere di fatto pagato
surrettiziamente anche da noi, visto che i finanziamenti che la parte forlivese
poteva mettere in Start Romagna rischiano di finire nell’idolatrato, benché
pieno di incognite, progetto di rilancio dell’aeroporto di Forlì. Insomma,
ravennati buggerati dai forlivesi, peggio che nelle barzellette.
Paolo
Savelli Cervia Alberto Ancarani
Ravenna Raffaella
Ridolfi Faenza
Nessun commento:
Posta un commento