CASOLA VALSENIO. PATRIZIA
CUPO Solo
sette ore prima, i ragazzini delle giovanili erano lì ad allenarsi. Se la
natura avesse presentato il conto allora, sarebbe stata una tragedia. Invece,
fortunatamente, il campo da calcio di Casola Valsenio è stato inghiottito dalla
frana da solo, senza portare nessuno con sé. Ma rimangono i danni e la certezza
che sarà difficile riaprire un giorno quell’impianto, metà del quale si è
“sciolto” come zucchero. Per questo, alla ricerca di eventuali responsabilità, la magistratura ha deciso di aprire
un’indagine sul crollo della struttura sportiva: gli accertamenti, al momento,
sono solo conoscitivi. E i carabinieri stanno sentendo i vari testi, per
capire se avvisaglie ce n’erano state. Nei prossimi giorni, sarà un geologo a
spiegare agli investigatori cosa è accaduto nei dettagli. L’indagine. Dunque,
per il momento, data l’informativa trasmessa dai carabinieri di Faenza (guidati
dal capitano Cristiano Marella) all’autorità giudiziaria, la Procura di Ravenna ha aperto un’indagine
conoscitiva sui fatti di mercoledì mattina. Significa che gli accertamenti
sono appena iniziati e che ad oggi non ci sono né indagati né ipotesi di reato,
ma nel caso si profilassero delle responsabilità, potrebbe farsi largo la tesi
del disastro colposo. La prima informativa degli investigatori è ora nelle mani
del sostituto procuratore Daniele Barberini.
La frana. Ma cosa è
accaduto nel dettaglio all’alba di mercoledì? Erano da poco passate le 4 quando
un boato si è portato via un terzo del campo sportivo “Nannini”, impianto
storico per Casola Valsenio, da 20 anni luogo di incontro per i ragazzi e
centro d’eccellenza per il territorio, oggetto appena pochi mesi prima di un
“restyling” con tanto di illuminazione appena rifatta. Che cosa abbia provocato
la frana e perché il campo si sia letteralmente spezzato a metà, finendo in
parte nel fiume Senio tanto da coprirlo e creare una diga (poi, fortunatamente,
sbloccatasi da sola), solo un tecnico potrà spiegarlo ai carabinieri che nei
prossimi giorni provvederanno a sentire sul fatto anche un geologo.
Sfilano i testi. Per il
momento, le persone che verranno convocate dagli investigatori sono gli addetti
alla manutenzione dell’impianto, ma anche i frequentatori del campo, dunque
allenatori e dirigenti dei gruppo sportivi per capire se avvisaglie del crollo
ci fossero state e, nel caso, se la zona fosse stata tenuta debitamente sotto
controllo. La struttura era comunque regolarmente frequentata: lo è stata fino
alla sera prima della frana quando proprio i ragazzini delle giovanili di calcio si
erano fermati per un allenamento durato fino alle 21, 7 ore prima che il manto
erboso scivolasse fin nel fiume.
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